Ieri nella sua rubrica sull’Espresso Roberto Saviano scrive: “Pussy Riot è un nome lezioso e che ispira tenerezza. ‘La rivolta delle gattine’ è il nome di un collettivo russo femminista, politicamente impegnato che agisce sotto rigoroso anonimato”.
Lo scrittore che ha pronunciato nomi e cognomi di camorristi, innominabili per i più, adesso, nel tradurre il termine pussy, si intimidisce e invece di dire Fica scrive gattine. Come può un termine fare così paura? Cosa c’è nella parola Fica di così tremendo? Il suono? Su questo possiamo venirti in contro. In Italia esistono tantissimi dialetti e ognuno declina questo termine come vuole: “figa” o “fica”, fessa, topa, sorca, bernarda, tana, mortaio, cespuglio, natura, brugna, fregna, salvadanaio, pertugio, gnocca, caverna, passera, mussa, boschetto, patata, pa-tacca, patonza, meri ed ecc.. Non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Ma oltre ad una traduzione sbagliata Saviano descrive il nome Pussy Riot come “lezioso” e che “ispira tenerezza”. Tenerezza de che? Per non parlare della leziosità, dov’è? Il collettivo femminista russo ha un nome che personalmente trovo forte perché dissacrante, perché rompe quei tabù che continuano a nascere sul nostro sesso. La Fika non è leziosa ma ribelle, rivoluzionaria e indomabile. E noi che abbiamo avuto tra di noi una FikaSicula non possiamo che rivendicarci questo termine, con orgoglio e affetto.
L’uso di queste espressione non solo è sbagliato da un punto di vista linguistico ma sembra anche sminuire quello che sono le Pussy Riot e le loro azioni, per le quali sono state arrestate e condannate con una sentenza allucinante che parla di “teppismo a sfondo religioso” quando tutt@ sappiamo che il motivo della loro condanna sta nel fatto che, con la loro preghiera punk, hanno denunciato la totale sottomissione della massima legge statale (la Costituzione) a quella religiosa, svelando così a tutt@ il putinismo come un regime confessionale molto simile, per certi versi, al nostro, dove le ingerenze della Chiesa non sono poche. Le Pussy dunque non fanno tenerezza ma politica e sminuirne le lotte non serve a nessun@ se non a chi, fin dall’inizio, ne ha criticato la lotta con motivazioni sessiste e complottiste.
Lunga vita al linguaggio reale, ai termini dissacranti, alle parole che usiamo ma che poi vengono censurate in quanto considerate “volgari”. Lunga vita alle preghiere punk, alla lotta femminista e alle Pussy Riot.
non è che sia la più preparata n campo linguistico e persino nel linguistico-simbolico. Mi sembra un’arma da maneggiare con cura nel senso che si può dimostrare tutto e il contraro di tutto. Leggo il commento di Tulipano e mi viene in mente una mia vecchia collega inglese di nascita. Una volta parlando dei termini scurrili mi scappò un “caxxo” (con le zeta.. ma siccome è d’abitudine modificarlo con le x in pubblico non so se è permesso postare parolacce) mi disse che in inglese la peggiore parolaccia da pronunciare è “cunt”. Gliela dovetti tirare fuori con le tenaglie perchè la pronunciò in un soffio, io non la capii perchè non so l’inglese se non quello imparato alle media e chiesi di ripeterla. Ma feci fatica a fargliela pronunciare in maniera intellegibile e quando la pronunciai io ad alta voce per vedere se avevo capito mi zittì inorridita come se avessi appena bestemmiato Allah all’interno di una moschea. A questo punto mi chiedo davvero.. ma se si fossero chiamate CuntRiot non sarebbero state (dal punto di vista simbolico) veramente di “rottura” se quella era la intenzione?
@luminal
…ecco … “credo che Saviano l’abbia fatto in modo automatico”
ecco… se guardiamo (e voi di FaS questo sguardo lo avete, visto che a quegli automatismi mi sembrate parecchio disabituat* … pure troppo per me … quasi a rischio autoemarginazione a tratti) agli automatismi nel modo più complesso, con tutto il loro portato antropologico di lungo periodo che precede e spesso postcede le biografie dei singoli, se dietro gli automatismi ci guardiamo anche con la psicanalisi e il surrealismo … allora hai detto tutto, no?
cioè qualcosa ad un tempo di doloso e non doloso. Più o meno questo intendevo: il giornalismo (parlo di quello buono, non dei Sallusti e dei più esplicitamente venduti a un capetto ) – voi stess* me lo insegnate – è zeppo di automatismi (automatismi sempre nel senso “immenso” di cui sopra… remember questa cosa perché il significato di “automatismo” cambia molto a seconda che lo si percepisca nel modo consuetudinario o in questo psicoantropologicamente ultradenso). Cioè premesso che Saviano probabilmente è più un uomo a suo modo coraggioso (parlo per sue vicende antimafia) che non uno “scrittore” nel senso forte del termine, il dolo è sistemico più che individuale. Almeno per me
insomma criticare “ad personam” rischia di oscurare l’automatismo collettivo in parte. Forse è più interessante notare che qualcuno che – anche se per me con alcuni limiti sociologici gravi – fa cmq seriamente antimafia e che quindi non è “medio” (in Italia l’antimafia non è della persona media) … non sfugge cmq a vari automatismi (quelli densi e con almeno un secolo di tentate decostruzioni alle spalle…)
grazie per lo scambio
Lunga vita a chi sa trovare modi per liberare i corpi attraverso la lingua e la lingua attraverso i corpi
🙂
@ Marco: credo che Saviano l’abbia fatto in modo automatico, come spesso accade per tante cose, la consapevolezza si acquisisce solo se ci si interroga su cosa ci porta, per esempio, a sceglie un termine al posto di un altro. Però Saviano essendo uno scrittore conosciuto e seguito da molt@ non può, almeno per me, cadere in queste censure senza chiedersi il perché? Se lo fa, come fa, alimenta una cultura che censura la sessualità femminile e limita la nostra autodeterminazione che è anche nello scegliere in che termini definirci, chiamarci… e questo credo che vada evidenziato-denunciato ed è quello che ho provato a fare. Detto ciò, ognun@ è liber@ di vederla come vuole.
detto ancora altrimenti (se volete i commenti accorpateli, sto veramente spammando o.O )
“Lunga vita al linguaggio reale, ai termini dissacranti, alle parole che usiamo ma che poi vengono censurate in quanto considerate “volgari”. Lunga vita alle preghiere punk, alla lotta femminista e alle Pussy Riot.”
…qui voi per me la fate proprio troppo semplice. Liber* eh, per carità, però per me la questione è molto più complessa. Il problema non è parlare come Bukowsky (ci può stare in certi contesti, per me in altri meno) il problema è spiegare le situazioni reali. Lo si può fare in tanti modi: né il punk né le parole volgari sono un must
o per lo meno non vedo in Saviano una cattiva fede così cosciente… cioè starebbe proprio lì a prendere in giro la gente…voi credete questo? boh
@luminal …ho scritto “pratica di derivazione Voina” … forse è ambiguo, ma non ho mica scritto che Voina le dirige … e poi in Voina ci sono anche donne … che ne sai (io non lo so) che alcune delle provocazioni Voina non abbiano esse stesse dietro il cervello di donne?
cmq ammetto di non sapere se tra Voina e PR ci siano specifici intenti programmatici diversi, o se la seconda sia una diramazione (non nel senso che è governata, ma semplicemente …una diramazione) della prima
onestamente ammetto che alla tua preoccupazione sul fatto che io disconoscessi un’autonomia d’iniziativa a delle donne non stavo proprio pensando… il motivo per cui – non solo qui nei commenti, ma in generale – quando parlo di PR io tiro quasi sempre in ballo Voina è che mi sembra che Voina espliciti meglio l’idea di fare qualcosa di intellettualmente premeditato (per quanto possano poi essere epidermiche le creazioni/azioni finali) … cioè mi sembra più facile che dei media o divulgatori dei grossi media (Saviano, per dire) possano travisare (con o senza dolo) e cogliere solo il lato pop delle PR … mi sembra invece più difficile (non che non sia fattibile ) farlo con Voina (forse, è vero, anche probabilmente perché … non sono solo donne … ma tanto sta…)
per me legare PR a Voina … è dire … “non sono solo ragazze che urlano e scassano i timpani in luoghi impropri (l’immagine per molt* è quella): hanno una storia dietro di contestazioni e sperimentazioni di vario tipo, alla fine della quale per un verso o per l’altro hanno deciso di scegliere anche la via delle PR. Quindi non semplici trovate stupide ed esibizioniste improvvisate, ma scelte”
triste davvero se Saviano ha bisogno di censurare la parola figa sull’espresso. Non so che pensare. Io sono uno di quelli che Saviano lo rispetta, se si censura per ragioni simili, non ci sarebbe più molto da rispettarlo
Voglio sperare che vi sbagliate, che poi è il motivo per cui in parte trovo che nel vostro post ci sia troppa acrimonia (cioè io vedo meno cattiva fede in Saviano)
A marco: non credo che saviano abbia usato questo termine perché non conosce l’inglese, ma perché come succede spesso in questa società alcune parole, e con esse parti del corpo, vengono censurate. Ricordo infatti che ai tempi del monologhi della vagina in alcune città fu censurata, sui manifesti, la parola vagina. L’intento probabilmente è quello di cancellare la sessualità femminile? Di considerarla solo in relazione al maschio etero? Per me questa rimozione è voluta perché è sistemica e nel ripetersi in ogni dove e quando non può esserci casualità.
Per la questione delle Pussy, tutt@ sappiamo che alcune di loro facevano parte di Voina, ma da questo a pensare che le loro azioni siano dirette da Voina ce ne passa. Perché ogni volta che le donne si organizzano si pensa che siano manovrate da altr@? Da come la vedo io le loro azioni sono fatte in completa autonomia.
(errata corrige … se volete potete inserire i mutamenti direttamente voi senza metter due commenti…)
“…è quella che SE fosse troppo chiaramente esplicitata nell’opinione pubblica creerebbe coRTocircuiti sociali…”
@tulipano @franco … quel che dite torna troppo poco. Cioè mi vengono in mente solo due ipotesi … o Saviano non sa l’inglese (è il secondo significato riportato quello slang/volg. di “figa” mica il 320°) o non capisce una mazza di quel che divulga (un dubbio che atrocemente talvolta ci coglie a prescindere dai temi di genere) … o entrambe (probabile quest’ultima … perché Saviano che io sappia conosce poco l’inglese … la sua matrice di fondo su certe cose è parecchio provinciale, un bravo ragazzo ma di provincia)
a me sembra che ci sia un misto di ingenuità e desiderio di edulcorare, raccontare il lato “pop” della faccenda insomma
cmq non mi fermerei sulle parole, ma sul perché vengono scelte o … peggio sul fatto che neanche vengono scelte. Cioè rimuovere in definitiva gli aspetti più vessativi e corporei anche della demolizione della donna. Non so se questa rimozione sia volontaria (“in cattiva fede”) anzi per alcuni versi non lo credo, però – supponendo fosse questo che FaS, al di là della breve carrellata didattica sui segni per nominare il sesso femminile, volesse dire – la rimozione sociale c’è. D’altronde quella componente violenta, presente come repressiva e mutilante (e poi ribaltata, “riappropriata” in chiave libertaria da queste donne) è quella che fosse troppo chiaramente esplicitata nell’opinione pubblica creerebbe controcircuiti sociali. C’è cioè su questo punto un timore propriamente da ordine pubblico connesso
non so se mi sono spiegato o se ho ingarbugliato solo peggio la matassa
🙂
La traduzione più fedele è “micetta”, che ha lo stesso doppio significato dell’inglese “pussy”.
“Gattine” sarebbe andato bene se si fossero chiamate “Kitty Riot”, e “fica” se si fossero chiamate “Cunt Riot”.
In realtà temo che sia semplicemente dovuto ad una traduzione errata che ha fatto Saviano. “Pussycat” o più semplicemente “pussy” in inglese significa anche gattina. E’ chiaro che poi le traduzioni vanno contestualizzate e nel caso delle Pussy Riot, la parola pussy va tradotta come “fica” e non come “gattina”. Non credo ci fosse l’intento di sminuire, solo ignoranza…
trovo che siate un po’ altisonanti nei termini e che vi illudiate parecchio sulle potenzialità di mutamento politico della figa … però per il resto vi dò ragione
e indubbiamente Saviano con quella traduzione si è perso parte della questione: ovverossia che nel nome e nella pratica di derivazione Voina la provocazione violenta (non nel senso fisico, nel senso dell’impatto simbolico) è una costante. Quindi nessuna tenerezza, d’altronde lotta&contestoRusso di tenero han poco. Però c’è qualcosa che purtroppo fa tenerezza … il fatto che appunto di tutta la lotta sotterranea emerga molto poco, è tenero nel senso che non spaventa come probabilmente forse gli ideatori dietro Voina desidererebbero. In questo senso somiglia un po’ ad un infante (un collettivo) che vuole picchiare un adulto (una potenza geopolitica) … fa tenerezza più che paura