Update: La Stampa pubblica un ulteriore articolo di palese autocritica. Potete leggerlo qui e valutare voi stessi. Diamo atto a La Stampa di aver fatto una scelta importante e rispondiamo comunque che il trucco non sta nel non dare la notizia ma nel darla chiedendo una opinione a chi si occupa di quelle materie. In questo caso prima di pubblicare, come abbiamo ben precisato in basso, avrebbero potuto intervistare in due battute una delle associazioni che si occupano di questo brutto male. Per il resto leggete il loro nuovo articolo e le lettere di risposta che sono citate in basso.
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Più donne hanno scritto a La Stampa per lamentare il modo pessimo in cui hanno dato la notizia sulla ricerca “scientifica” che stabiliva che le donne affette da endometriosi risultavano “più sessualmente attraenti”.
Avevamo commentato la notizia QUI.
QUI potete trovare la risposta che La Stampa ha dato al gruppo facebook Endometriosi: diritti e dignità.
In basso trovate la mail che ha mandato Lidia e a seguire la risposta de La Stampa. Sostanzialmente dicono che la notizia è pessima e che loro hanno svolto il proprio mestiere riferendola ai propri lettori e alle proprie lettrici.
Dato che qui nessun@ è fess@ e che alcune di noi si intendono perfettamente del mestiere sappiamo anche che c’è modo e modo di dare le notizie. Come si diceva nella nostra proposta di manifesto per i giornalisti tu puoi certo scegliere di dare la notizia e dato che il giornalista, che normalmente si prende licenze di commento per legittimare ben altre questioni, qui si immagina un mostro di neutralità (titoli, impostazione, impaginatura e immagine suggeriscono che la neutralità non fosse tale quanto piuttosto che si volesse rilevare proprio il dettaglio prurigginoso della faccenda) allora si può chiedere il parere di un altro esperto o un’esperta che porgerà una critica virgolettata al posto tuo.
Il minimo che puoi fare, cara redazione, è che consulti una delle varie associazioni italiane che si occupano del problema (basta cercare su google) e chiedere un parere anche rapido. Quello sarebbe stato un modo realmente attento alla salute delle donne di dare notizie. La superficialità di chi porge notizie riguardo a temi così importanti come si trattasse di notizie di costume&gossip invece è imperdonabile. Bisogna scrivere a questi giornalisti e farlo spesso perché non possono immaginare che le sciocchezze offensive che ci propinano possano passare inosservate.
Dimenticavo: l’articolo pare essere stato rimosso dal link originario.
Ecco, dicevo, la mail di Lidia e la risposta de La Stampa:
Gentile redazione,
mi permetto di attirare la Vostra attenzione su questo link per metterVi a parte del mio pensiero in merito al tema dell’articolo: l’endometriosi è una malattia gravissima e senza cura alcuna che colpisce milioni di donne in tutto il mondo e, quel che è peggio, l’età di comparsa dei primi sintomi si sta abbassando pericolosamente. Già i fondi a disposizione della ricerca sono esigui e, se non fosse per poche associazioni italiane che stanno da anni sensibilizzando l’opinione pubblica italiana in merito a questa vera e propria malattia sociale (tale è stata riconosciuta di recente dal Parlamento italiano), nulla si saprebbe. L’endometriosi colpisce i genitali interni delle donne fertili; diverse cellule dell’endometrio, anziché essere espulse ad ogni ciclo mestruale, in molte donne affette da questo male assumono un andamento retrogrado e, secondo studi recenti, vengono riconosciute come nemiche ed attaccate dal nostro sistema immunitario; quando dette cellule si attaccano ai genitali interni, all’intestino, alla vescica o persino ai reni, i danni per gli organi colpiti sono ingenti e finiscono spesso per comprometterne il regolare funzionamento. Il solo rimedio a ciò è la chirurgia, giacché la ricerca non è ancora riuscita a trovare una cura definitiva per l’endo, anche a causa dei fondi esigui di cui sopra.
Ciò scritto, lungi da me criticare le Vostre scelte editoriali, anche se auspico – e come me molte donne nelle mie stesse condizioni – che da parte delle persone che curano la rubrica all’interno della quale il pezzo è uscito) si metta mano presto alla pubblicazione di un’indagine il più possibile accurata in merito alla gravità di questa malattia invalidante che costringe alla sterilità migliaia di donne.
Taccio, infine, dell’opportunità di avviare studi del genere, di chiaro stampo maschilista, per nulla attendibili da un punto di vista scientifico.
Per approfondimenti:
http://www.endoassoc.it/
http://www.endometriosi.it/
Ringrazio chi avrà la pazienza di leggere questa mia. L’augurio di una serena giornataLidia Borghi
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Da: benessere <benessere.benessere@lastampa.it>
Gentile Lidia,
conveniamo con lei che, a nostro avviso, si tratti di uno studio che lascia il tempo che trova e, peggio, può risultare offensivo. Noi ci siamo limitati a pubblicare i risultati di questa ricerca anche perché è bene che i cittadini sappiano come vengono spesi i loro soldi. Secondo il nostro modesto personale parere si dovrebbero finanziare studi che si concentrino sul trovare le cure per le malattie, come questa, e non per predere tempo in futili e criticabili ricerche.
Di questa malattia ne abbiamo trattato altre volte presentando, ovviamente, studi seri.
Cordialmente.
lm&sdp
Grazie per quello che fate:). Anche io mi sono indignata per questa ricerca.
Comunque si è diffusa anche su altre pagine 🙁