Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
COMUNICATO DEL MOVIMENTO FEMMINILE PER LA PARITA’ GENITORIALE
Il presente comunicato ha come oggetto l’articolo pubblicato su Femminismo a Sud http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/08/21/le-donne-invitate-ad-una-manifestazione-il-4-ottobre-si-scopre-che-e-dei-padri-separati/ in data 21 agosto 2012.
Noi del Movimento Femminile per la Parità Genitoriale, esprimiamo pubblicamente la nostra sorpresa per un’azione che associa, a nostro avviso senza le opportune verifiche, la pagina “Bigenitorialità Assente” al Movimento Femminile per la Parità Genitoriale https://www.facebook.com/groups/donnecontro/?ref=ts o che comunque sembrerebbe lasciar intendere (non è chiaro) che dietro suddetta pagina ci siano persone afferenti al nostro gruppo. Niente di tutto ciò corrisponde al vero.
Si ribadisce con fermezza che codesta pagina non ha nulla a che vedere col M.F.P.G.
Non è opera del M.F.P.G.
Non è nemmeno veicolata da fantomatici “simpatizzanti” del M.F.P.G.
Lo screenshot inserito nell’articolo (chiaramente riconducibile al M.F.P.G.) semplicemente “fotografa” il post di un frequentatore del nostro gruppo che, a sua volta, riportava il messaggio veicolato della pagina di cui sopra con il semplice intento di aprire un dibattito su tale iniziativa che non è attribuibile né agli organizzatori né ai partecipanti “ufficiali” alla Manifestazione indetta a Roma per il 4 ottobre 2012.
Femminismo a Sud ha sempre espresso grande solidarietà verso chi (es: la giornalista Luisa Betti) ha subito: denigrazioni, offese, minacce, azioni di cyberstalking…. in questo dimostrando costante attenzione alla tutela della libertà di espressione e respingendo ogni atteggiamento volgare o denigratorio.
Restiamo sorprese di fronte al silenzio in merito ai numerosi attacchi diretti verso il Movimento Femminile per la Parità Genitoriale… un Movimento che esprime – ed invita ad esprimere – argomentazioni ed idee che, per quanto vivaci possano essere, sono solo volte ad analizzare e approfondire il tema della Bigenitorialità e del Diritto di Famiglia. Siamo certe che non si voglia dare adito al sospetto che questo silenzio possa essere dovuto al fatto che M.F.P.G. mantiene una posizione “differente” da altri. Nondimeno (è quanto ci auguriamo) il M.F.P.G. ha lo stesso sacrosanto, democratico diritto di poter dare il proprio contributo al dibattito, esattamente come tutti gli altri soggetti presenti sullo scenario sociale.
Segnaliamo che il M.F.P.G. da circa sei mesi (tutto documentabile) è oggetto di pesanti attacchi, velenose offese gratuite, atteggiamenti intimidatori. Il M.F.P.G. ha subito azioni di sabotaggio persino da parte di gruppi che, seppur “promotori di azioni migliorative della legge sullo stalking” (?), si sono ben guardati dal redarguire / rimuovere i loro membri quando, per intere settimane, si sono resi autori di azioni esecrabili atte a solo a cercare di screditare il nostro lavoro, la nostra vita privata, la nostra professionalità, il nostro impegno sociale.
Si ritiene che, in democrazia, ognuno sia libero di esprimere ciò che pensa nell’ambito del lecito, pertanto è auspicabile che si apra un dibattito costruttivo che sappia confrontare opinioni discordanti senza che ciò trascenda necessariamente in azioni / reazioni diffamatorie.
Dunque, se non fosse sufficientemente chiaro lo ripetiamo e lo ribadiamo: tutto il nostro gruppo da circa SEI MESI è oggetto di clonazione di pagine, attacchi ai profili personali, creazioni di falsi profili “civetta” e quanto altro possa agevolmente essere catalogato come “cyberstalking” ad opera di ignoti. Oltre alle già succitate numerose denigrazioni ad opera di altri gruppi che – incredibile a dirsi – dichiarano esplicitamente di occuparsi di tutela della maternità e di pari opportunità!
- M.F.P.G. fa propria la questione femminile intesa anche come diritto di ogni donna di realizzare, con serenità – quindi senza ricatti / minacce / ritorsioni affettive e/o materiali – il proprio eventuale progetto di maternità nonché di realizzazione personale e professionale, accogliendo cosi in sé le molte sfaccettature dell’Universo Donna;
- M.F.P.G. difende il concetto di Bigenitorialità come diritto inalienabile del bambino e diritto/dovere dei genitori di compartecipare, in modo diretto e continuativo, alla cura dei figli, indipendentemente dallo stato di convivenza, coniugio, separazione;
- M.F.P.G. respinge qualsivoglia disparità di trattamento delle persone (comprese le discriminazioni “positive”) se basate sulla mera appartenenza di genere in quanto contrastanti con il principio di uguaglianza garantito dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Umanità e dalla Carta Costituzionale.
Siamo certe che, anche da parte di Femminismo a Sud, ci sarà l’impegno a non svilire una tematica sociale e politica di notevole spessore trascinandola al rango di una rissa.
Noi del Movimento Femminile per la Parità Genitoriale rinnoviamo l’invito a Femminismo a Sud ad avere con noi un confronto diretto e onesto, sgombro da orpelli ideologici e mistificazioni di ogni genere. Ora sta a Femminismo a Sud decidere quale strada seguire.
Cordiali saluti
Adriana Tisselli – Presidente M.F.P.G.
Laura Besana – Vice Presidente M.F.P.G.
Arianna Brambilla – Vice Presidente M.F.P.G.
Se suddivisone deve esserci nei lavori domestici in base ai livelli ormonali, allora che questa suddivisione ci sia anche nella crescita dei bambini. Sono le madri quelle dotate di utero, ovai e mammelle produttrici di latte, oltre che degli ormoni adatti a crescere la prole, quindi per i primi anni di vita i bambini dovrebbero poter crescere anche solo con loro. Senza che i padri si lamentino, tanto in quella fascia d’età il loro contributo è irrisorio.
Se vogliamo analizzare i livelli di dopamina, serotonina o ossitocina degli esseri umani e rapportarli con quelli dei macachi (se la ricerca scientifica ha soldi da buttare per questo) mi sta bene… Che questo genere di ricerche giungano – non si capisce bene per quali vie – a definire un genere “ambivalente” o “con tendenze alla recriminazione” portando come giustificazione tali misurazioni, mi sembra dal punto di vista scientifico (e non giuridico) piuttosto azzardato… O no? E’ il passaggio dalla dopamina alla recriminazione che manca. E questo, uno abituato alle dimostrazioni scientifiche, lo nota. Certi articoli, oserei, non ci raccontano di ricerche effettuate (dando per certo che esistano queste ricerche, perché non si riporta mai una bibliografia), bensì sfruttano queste ricerche per esporre tesi che con le ricerche hanno poco a che spartire.
Chi dice, ad esempio, che i i livelli di serotonina dei macachi possano essere indicativi di equivalenti livelli negli esseri umani? Nessuno. Quindi citare i macachi a che serve?
Non metto in dubbio che qualche etologo si sia messo a fare analisi ai macachi, ma da quelle analisi arrivare a delle conclusioni sugli esseri umani non è scientifico. O no?
Chiara, quell’articolo l’avevo letto per intero, e non sulla pagine di quel movimenti ma in altri lidi. A prescindere dal problema delle ricerche scientifiche inutili 🙂 c’è da dire che la misurazione dei livelli ormonali è questione scientifica. Voglio dire, si possono fare tutte le critiche che si vogliono, ma una misurazione scientifica è una misurazione scientifica. Allora. La critica sui livelli ormonali me l’aspetto da un altro articolo scientifico che mi dica “no, non è vero, i livelli di serotonina e dopamina sono uguali nei due sessi in qualsiasi momento della giornata/Vita o quello che è”… La Carta Costituzionale e la Dichiarazione dei Diritti dell’Umanità non sancisce l’uguaglianza dei livelli ormonali, o delle stature, o del peso dei singoli individui e dei generi. Se dico che l’uomo è mediamente più alto della donna compio una discriminazione? A me pare di no.. mi sembra evidente è un dato oggettivo e scientifico. Con ciò non dico che chi è più alto ha più diritti e chi più basso meno. E facendone una media nn dico nemmeno che non esistono donne più alte di statura di qualche uomo.. (per dire.. io sono piuttosto bassina, ciononostante credo di essere più alta di Brunetta :-). Detto questo, a me pare che nell’articolo si suggerisca proprio un diverso approccio per far sì che culturalmente ci sia una divisione di compiti domestici. Così come spesso ci si lamenta che il mondo del lavoro è gestito al maschile è anche probabile che le faccende domestiche siano un campo in cui le donne hanno una loro visione di gestione cui tendono a far adeguare gli altri. Non so se mi sono spiegata, credo che si possa criticare l’articolo ma non sul piano dell’intenzione o meno di eliminare discriminazioni giuridiche e sociali, perchè quelle si eliminano proprio cercando di non deformare l’oggettività scientifica (poi ripeto, non so se è vera l’informazione dei livelli di dopamina /serotonina e quali siano gli studi di base) ma non è sul piano sociale e giuridico che va contestato, secondo me.
Ricordiamo a chi commenta che l’insulto verrà cestinato a prescindere da quale sia la sua destinazione. Potete argomentare meglio le vostre critiche e senza attacchi gratuiti nei confronti delle persone, please? Grazie!
Il Movimento Femminile per la Parità Genitoriale ha una strana visione del principio di uguaglianza sancito Dichiarazione dei Diritti dell’Umanità e dalla Carta Costituzionale… Ho letto alcuni degli articoli da loro pubblicati e mi ha particolarmente colpito quello intitolato “Lavori domestici: conflitto tra condivisione e ambivalenza femminile”. Alla luce dei stati statistici che confermano che gli uomini in casa non collaborano, vi sono parecchie interessanti considerazioni: 1. il piacere della donna nel prendersi cura del partner (pare che quando le femmine di macaco pettinano la pelliccia di un altro macaco è chi pulisce che trae il massimo beneficio e non chi riceve il trattamento: più tempo la femmina di macaco passa a spulciare un altro macaco meno sarà stressata… Il macaco????) 2.Al termine di una giornata stressante una donna tende ad avere molta dopamina che la sprona ad agire ma poca serotonina. L’alto livello di dopamina le dice che ha parecchie cose da fare, mentre il basso livello di serotonina le dice che non ha il tempo o l’aiuto necessario per farle. La donna si sente sopraffatta. 3.L’uomo torna a casa con bassi livelli di dopamina. Non ha voglia di fare niente, ma ha in circolo molta serotonina che lo fa sentire bene, gli consente di rilassarsi e di ricostituire le riserve di testosterone. il suo stress si scioglie come neve al sole. Questo perché per gli uomini la tana è sempre stato il rifugio dove potevano rilassarsi dopo una giornata a caccia di prede mentre per la donna è stato il luogo di maggiore attività visto che per preservare il loro potenziale riproduttivo le società antiche preferivano evitare che si mettessero in pericolo di vita. I millenni hanno consolidato nella biologia dei sessi questo stato di cose.
Peccato che abbiamo abbandonato le caverne da un bel po’…
Conclusione dell’articolo: una donna dovrebbe innanzitutto fare una analisi onesta di ciò che il compagno svolge realmente. Dovrebbe evitare la tentazione femminile alla recriminazione sostituendola con richieste specifiche e chiare ma soprattutto dovrebbe compilare delle liste di compiti da svolgere lasciando al compagno l’opportunità di stabilire che priorità dare oltre a concedergli un certo margine sui tempi di realizzazione. Riconoscere l’impegno e motivare invece di criticare e recriminare produce risultati migliori.
Le differenze caratteriali sono analizzate in base al sesso: le donne sono più portate a fare questo, gli uomini quest’altro, non si parla di rapporti sociali, ma di questioni fisiologiche, giustificate da flussi ormonali. Quello che mi rattrista è che questi ormoni dimostrano sempre che sono le donne quelle portate a fare cose negative, come recriminare, non riconoscere il valore altrui, essere ambivalenti. Quello che mi rattrista ancora di più è che agli uomini sia negata la gioia di occuparsi di coloro che amano… perché è una caratteristica femminile. Ce lo dimostra l’ossitocina.
Ora mi chiedo: in che modo questo movimento si occupa di discriminazione positiva?
(Sono stata abbastanza civile?)