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#Diaz: il lato umano dei poliziotti condannati secondo La7

Capito su La7 per caso. Non vado quasi per niente sulla tv. Resto impigliata sul film Polisse. Una storia che parla del coinvolgimento umano di un gruppo di poliziotti che si occupano di minori e che si trovano a vedere quanta merda può riguardarli al punto da subirne tutte le conseguenze emotive. Per l’impotenza provata quando non riescono a intervenire su un caso di pedofilia in cui c’è un padre che dice che alla sua bambina di 8 anni “piace” e che “non si può limitare la sessualità delle bambine” o quando non riescono a trovare alloggio per un bambino che vive in strada con la madre o quando un bambino è invischiato in situazioni familiari assurde o quando è vittima di maltrattamenti da parte della madre. Un gruppo di funzionari di polizia che sfogano la frustrazione di un lavoro così emotivamente coinvolgente gli uni contro gli altri fino a concludere con il dramma del suicidio di quella, tra loro, che proprio non ce la fa più a sentire storie così cruente.

Mi dicobello… proprio un bel film” che svela una complessità. Parla di chi si occupa di queste questioni senza infilarci in mezzo pistole e sparatorie e inseguimenti e tutta quella monnezza da far west che fa tanto Hollywood. Chissà se è vero o no che esistono funzionari così ma è consolante sapere che ci sia qualcuno che vuole salvare i bambini dalla merda del mondo intero.

Dopodiché si annuncia un dibattito e penso si tratti dello stesso tema, i minori, e dunque resto in ascolto, chissà che non dicano qualcosa di nuovo visto il taglio umano e non securitario del film. E invece mi ritrovo con la faccia di Canterini e Agnoletto e Mentana che annuncia un dibattito sulla Diaz.

Che c’entra con la squadra di poliziotti che si occupano di minori? Nulla. C’entra che Mentana vuole riequilibrare la questione. C’è lo sbirro buono e quello cattivo e dunque predispone un palcoscenico assolutivo e revisionista in cui lo sbirro è buono di per se’ e quello della Diaz è un caso strano. Un’eccezione.

Canterini è stato condannato a 3 anni e 3 mesi per falso in atti d’ufficio e poi c’era la questione delle lesioni gravi andata in prescrizione. Tuttavia ha scritto un libro, dopo la sentenza in cassazione, per raccontare la sua “verità” e già Mentana apre dicendo che di verità ce ne sono due. Siamo alla seconda fase di assoluzione mediatica e revisionismo acuto.

Poi c’è Agnoletto che insiste con la divisione tra buoni e cattivi e dopo aver rimproverato a Canterini di essere lì a difendere i “suoi”, quelli della sua squadra, sostanzialmente fa la stessa cosa e prende le distanze dai black bloc continuando a prestare il fianco ad una lettura degli eventi che ha giustificato le violenze di piazza compiute dai poliziotti e ha portato alla condanna di dieci ragazzi per pene che vanno dai 6 ai 15 anni per aver spaccato una vetrina. Una vetrina a fronte di vite umane rovinate, un omicidio archiviato, torture a Bolzaneto non riconosciute e una aggressione alla Diaz non giustificata.

Mentana ammicca, fa tanto bipartisan, Canterini narra che erano sudati e affamati, ché dopo due giorni di manganellate inferte per le strade effettivamente un poliziotto è parecchio provato, c’è da capirlo. Ma lui è su La7 a parlare, da condannato, e a nessuno chiaramente viene in mente di far parlare qualcuno che rappresenti almeno vagamente i ragazzi condannati per danni alle “cose”.

Canterini racconta un po’ di balle, ripropone la storiella della resistenza dentro la Diaz, ché come “resiste” la gente che dorme nessuno, afferma che il falso, così come è stato dimostrato in mille perizie, di chi ha dichiarato un accoltellamento a giustificazione delle legnate, sarebbe stato vero. I giudici hanno ragione a dire quello che dicono ma la verità sarebbe un’altra.

La verità è sempre un’altra. Certo. Come per le due molotov false piazzate lì apposta per giustificare il 41bis con l’intervento urgente che si può fare solo se temi che ci siano armi e terroristi e lì le armi le hanno portate i poliziotti, come è stato appurato ovunque e da chiunque e di terroristi manco l’ombra. Solo gente che dormiva.

Ma Canterini ci tiene a contraddire tutto quello che è emerso dai processi e a dire che non è la sua squadra ad essere entrata per prima, loro sarebbero entrati dopo e addirittura sarebbero stati un po’ come le crocerossine, quasi dei missionari per la salvezza di quei ragazzi.

Agnoletto incalza per chiedere come mai abbiano raccontato alcune cose solo dopo 6 anni e come mai ci sia stata così tanta omertà al punto che nessuno abbia potuto individuare altri soggetti presenti in quella scuola.

Canterini dice boh, si, beh, ma, chissà, poi parla di “qualche piccola resistenza” e continua a impietosire il pubblico dicendo che ha dedicato il suo libro alla ragazza del secondo piano della Diaz, quella che perdeva sangue e pezzi di cervello, quella che pensavano fosse morta, una ragazza che come tante altre persone alla Diaz è stata colpita e massacrata mentre stava a mani alzate.

Insomma questi del Settimo nucleo sarebbero degli eroi portatori di soccorsi peccato che nella relazione in cui raccontava di quella sera Canterini abbia scritto quello che gli è costato la condanna, ovvero il falso, di una resistenza che non c’era stata e di un ritrovamento di armi che non erano state affatto ritrovate ma che erano state piazzate lì apposta da altri poliziotti. Peccato che questi salvatori del Settimo nucleo non siano intervenuti per individuare e fermare quelli che massacravano persone che dormivano perché se come dici sei lì a tutelare i diritti di quelli che stanno in pericolo di vita come minimo ti attivi e invece sei nel pieno di una macelleria messicana, come il vice di Canterini l’ha definita solo 6 anni dopo, e non fai niente?

Il quadro che ne viene fuori è quello di tanta gente che si rimpalla le responsabilità, con gli unici che hanno parlato degradati, fuori dalla polizia o che non hanno fatto carriera e gli altri tutti tutelati a occupare posizioni di prestigio.

Con un livello di omertà tangibile e Mentana che chiude il dibattito parlando delle due giornate precedenti e ritira fuori “le violenze” presunte  dei manifestanti, rimuovendo il fatto che i cortei autorizzati siano stati aggrediti senza alcun motivo e che la gente sia stata massacrata anche in piazza, costretta a difendersi come poteva da gente disumana che ti si scagliava addosso con i mezzi blindati salendo sui marciapiedi per schiacciarti meglio.

Così il dibattito sulla Diaz si trasforma di nuovo in un processo mediatico ai manifestanti e in una criminalizzazione dei centri sociali che Canterini afferma di conoscere bene. Lì Agnoletto non spende una sola parola per le persone condannate e difende il social forum e le tute bianche e il resto niente.

E Mentana chiude affermando che le due verità sono plausibili perché “ognuno ha il suo ricordo e non sempre si riesce a distinguere“. Assoluzione fatta, Canterini canonizzato e polizia riabilitata agli occhi del cittadino.

Complimenti a Mentana e complimenti anche ad Agnoletto per aver continuato ancora oggi a non capire che ci sono persone che sconteranno anni e anni di prigione per un danno ad una “proprietà”. Pensavo che un minimo di equilibrio su questa vicenda perfino lui l’avesse riacquistato. Invece è tutto un po’ così. Un po’ da vomito.

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Posted in Omicidi sociali, Pensatoio.