Ne avevamo parlato QUI.
Segnala Clementine che ha scritto al direttore del settimanale. Ecco lo scambio di messaggi.
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Diario di bordo.
– Scambio di email tra me e il vicedirettore Franco Arturi –Da sportiva mi sento profondamente offesa da questa spazzatura: http://www.gazzetta.it/
gallery/Olimpiadi2012/ 07-2012/bellezze/ variabili-911972813904.shtm l#0
Dovreste vergognarvi.Franco Arturi farturi@gazzetta.it
26 lug (1 giorno fa)
Penso piuttosto che dovrebbe vergognarsi lei per il tono e la volgarità delle sue parolea Franco
E’ curioso che consideriate volgare la parola “spazzatura” e non la spersonificazione di un’atleta, mettendo un culo (pure questa parola dell’uso comune della lingua italiana) in copertina e sottotitolandolo anche con ” Si alza il sipario sulle olimpiadi di Londra”. Degli incompetenti, ecco cosa siete.Franco Arturi 18:01 (9 minuti fa)
“L’incompetenza è tutta sua, come dimostra il suo ingeneroso ed ingiusto rilievo. Si rilegga le centinaia di pagine che stiamo proponendo sull’Olimpiade sia su carta che online e poi provi a riparlare di incompetenza”Clementine:
a Franco
Allora può gentilmente darmi una sua interpretazione di quella copertina? Ci dev’essere dietro una filosofia sportiva troppo sottile, che proprio non riesco a comprendere.
Salve a tutt*,
sono Clementine, la tizia che ha scritto a Franco Arturi.
Vorrei rispondere, con estremo ritardo, a Lucrezia:
1) Quando, per presentare un evento che costa sudore e tenacia come le Olimpiadi e non l’ultimo paio di mutande Dolce e Gabbana, vedrò il culo di Aldo Montano (o chi per lui) in copertina, giuro che non dirò più una sola parola. Anzi, ben contenta mi chiuderò col mio giornaletto in bagno.
2) Le bambine di 12 anni che si fanno le foto con le tette di fuori e le postano su fb sono il frutto marcio di una società che permette certe copertine, certi spot, certe figure in generale. Ed è per questo che non si deve fare spallucce di fronte a cose del genere.
3) “Si chiama marketing”.
E grazie al cazzo, proprio di questo si parla: il corpo femminile non dev’essere più “campo da vendita” o per lo meno non in maniera così spudorata e meschina (insieme al culo di quell’atleta vorrei vedere il suo volto). Per non parlare del fatto che quel culo è di un’atleta che per arrivare alle Olimpiadi penso se lo sia fatto quanto una casa, e non credo proprio che si meriti una svalutazione simile. Se io spacco le pietre, gradirei una bella foto mentre spacco le pietre, e non una del mio culo.
4) Questa storia che ci si lamenta solo per invidia è un pensiero mediocre come pochi, non continuo oltre perchè, per rabbia, finirei con l’offenderti e non è il caso. Sappi solo che ho 26 anni, vesto una 42, ho fatto pallavolo ed atletica per anni, il mio culo lo si potrebbe baciare dalla mattina alla sera per quant’è bello.
Quindi no, non ho scritto per invidia, deve avermi fatta incazzare qualcos’altro.
5) “UN CULO.. UNO, RIBADISCO UNO! ”
Come corpo ognuno è singolo, come anima mai (Hermann Hesse)
Riflettici.
Ndr. Mi scuso per il linguaggio a tratti scurrile, ma sono per le cose immediate.
Ho scritto culo una marea di volte.
per un culo state facendo un caos… si chiama marketing, si chiama pubblicità, perche il sederino si vede solo nella copertina, tutte le altre foto sono molto belle… anche a me non piace essere pensata come oggetto, ma direi che c’è più da preoccuparsi delle bambine che a dodici anni si fotografano le tette davanti allo specchio e le mettono con instagram su fb.. questa è una vergogna.. non UN CULO.. UNO, RIBADISCO UNO! forse se vi sentite così usate dalla Gazzetta è perchè non avete le chapette così belle…immagino…
io ho inviato un messaggio sulla pagine FB della Gazzetta e non mi hanno nemmeno risposto
testo del messaggio:
Siamo alle solite … inizia un’Olimpiade, vi parteciperanno atllete di tutti i paesi che con tenacia, coraggio, dedizione e spirito sportivo ci regaleranno grandi emozioni unitamente ai colleghi uomini e voi cosa fate? Piazzate una fetta di culo sul sito e andate a giudicare i corpi, sì ricordiamocelo sempre che le donne in fondo sono questo
Superate gli stereotipi, è ora
Fantastica!