Dalla Florida, poi Stati Uniti, Canada ed Europa, i gruppi di Radical Cheerleading sono composti da femministe anarchiche che si sono appropriate ironicamente dell’estetica delle cheerleaders per veicolare messaggi totalmente opposti in un’ottica queer. Corpi normali di qualunque misura, ragazze e ragazzi, transgender, gestualità irriverente, abbigliamento diverso in rosso/pink/nero e attraverso le loro performance supportano attivismi e questo talvolta le ha esposte al rischio di denunce. In una delle loro performance, alla marcia delle donne di washington nel 2004 le file di radical cheerleading erano di 2000 partecipanti. Antiautoritarie, anticapitaliste, antirazziste, antispeciste, antisessiste, glbtq, hanno riscritto il codice di comunicazione del cheerleading. Appropriarsi di un immaginario e trasformarlo, realizzare un subvertising militante. Questo è efficace.
Ps: ricordate che questo è quanto fanno anche i revisionisti fascisti. Lo fanno male ma lo fanno. In realtà quando lo fanno dato che non hanno contenuti propri densi di appeal da veicolare realizzano plagi, cloni e si nascondono o meglio usano nomi altrui per dire porcherie. Realizzare un subvertising invece significa sovvertire un linguaggio per dichiararsi in modo esplicito.
è geniale! un argomento che mi interessa parecchio e che a bolano spesso mi trova ad essere un pochino polemica con i metodi tradizionali di ass di cui faccio parte. ho chiesto, tempo fa, a subvertising italia se avessero fatto lavori specifici in italia e l’ utilizzo del corpo della donna nell adv in italia ma mi risposero picche. sarebbe fico un progetto del genere specifico!