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Enel: spot rassicuranti e ruoli stereotipati!

Tre spot per tre video. C’è l’Enel che stabilisce un rapporto di empatia positiva con le conquiste degli individui. Il momento in cui tu rilevi energia corrisponde a quello in cui ti fottono soldi nella bolletta. Peccato che a parte l’eteronormatività delle storie poi gli unici ruoli descritti per le donne sono quelli di moglie che dà “forza” al marito e madre che si realizza “solo” in quell’unico momento in cui partorisce. Gli uomini invece sono lavoratori che si sacrificano per i figli, anzi per la laurea del “figlio”, giacchè è quello che lo spot mostra, o sono quelli che compiono imprese sportive e avventurose memorabili.

Al solito di stereotipi conservatori in Italia si può morire. Le donne non hanno “momenti” diversi, non lavorano, non aspettano di realizzarsi nelle professioni, non creano altro che bambini, non si laureano e figuriamoci se può passare il messaggio che padri e madri lavorano, entrambi, per dare anche alle figlie l’opportunità di avere di più e meglio nella vita. Come se le donne, perfino le casalinghe, non avessero trascorso notti insonni e fatto albe e tramonti e vissuto vite piene di sacrificio, che certamente non è lunghiero rilevare perchè sarebbe una trappola e invece c’è di che incazzarsi e rivendicare, tutto per fare in modo che i figli vivano meglio.

L’Enel immagina una società fatta di “momenti” in cui le madri sono lì a corredo e poi i padri si fanno il culo perché le donne fanno la manicure e gli uomini studiano e si laureano mentre le donne si predispongono al prossimo sprazzo di energia: il parto.

Sarebbe da parodiare, con voce Enel a bordo campo:

Ho detto un sacco di bugie agli Italiani, ho inquinato, ho sfruttato terre e risorse, ho ignorato le richieste dei cittadini e delle cittadine, ho aumentato le bollette e fatto pagare lo smaltimento delle scorie nucleari delle centrali, ho fatto di tutto affinché anche in Italia le centrali trovassero posto, faccio di tutto affinché non si realizzino alternative con energia pulita e mi affatico costantemente affinché la gente veda associato il mio marchio a quello di luoghi puliti, con farfalle e verde, alle tradizioni, rassicuranti, con lavoratori e donne ai quali frego soldi per la bolletta, alla gente comune le cui richieste pure ignoro perché a me interessano solo i loro soldi, e tutto… per un solo momento: quello in cui becco soldi in quantità. 

Enel: e sai cosa prendi!

Gli spot:

http://www.youtube.com/watch?v=QS4TAmDQGwg

http://www.youtube.com/watch?v=3L2kO69ctYk

http://www.youtube.com/watch?v=1O66pppyjbw

Posted in Comunicazione, Critica femminista.


9 Responses

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  1. Sharfuddin says

    Ti capisco Anche se non ho figli, ma solo una clgnoaina, la stupiditc383c2a0 della gente viene fuori lo stesso. Un episodio per tutti: io fuori da un forno col cane al guinzaglio che sta sgranocchiando un pezzettino di schiacciata come premio per avermi aspettata buona buona fuori della porta; arriva la scema di turno e si tuffa a fare carezze al cane col viso vicino al muso. Io le dico che c383c5a1 meglio che si allontani, infatti, notoriamente, i cani, e anche gli umani, non amano essere cincischiati mentre mangiano. Alla fine la clgnoaina si rivolta ringhiando. La scema si alza inviperita gridando: Ma allora questo cane c383c5a1 cattivo . Non ho resistito: No, signora c383c5a1 lei che c383c5a1 parecchio scema! .Apriti cielo, ma almeno l’ulcera mi verrc383c2a0 un altro giorno.

  2. Paolo84 says

    Tiresia, dal mio punto di vista quel padre non è un “eroe”, è una persona comune (onesta) come lo è la moglie (e qui si potrebbe aprire tutto un discorso su quanta grandezza, quanta forza “nascosta” c’è nell’ordinary people o almeno in un pezzo di essa, uomini e donne che lavorano fuori casa o no). Il punto è questo: nessuno spot pubblicitario rappresenterà mai la complessità o la problematicità di una situazione, la comunicazione commerciale ne è strutturalmente incapace

  3. Tiresia says

    Il punto è proprio la visione che si vuole dare della “famiglia” italiana. Quello che contesto (parlo solo per me) è che questi spot trasmettano il messaggio che la famiglia ideale, o comunque quella che viene in mente quando si pensa a tale istituzione, sia formata da donne che partoriscono o preparano la cena mentre il figlio maschio si laurea grazie agli sforzi di un padre eroe.
    In parole povere è proprio il considerare questa visione come “ideale” che rende questi spot grotteschi come quelli dei detersivi per i pavimenti o degli assorbenti

  4. Paolo84 says

    Mary e Tiresia, infatti ho chiarito che si trattava di una rappresentazione idilliaca e fin troppo edulcorata di un pezzo di realtà (perchè che ci siano genitori che lavorano e si impegnano sia pure in maniera diversa per far studiare i figli è vero), ma rappresentazioni idilliache e fin troppo edulcorate sono tipiche della comunicazione pubblicitaria sopratutto di una pubblicità che idealmente si rivolge alle “famiglie italiane”.
    Le mogli e le madri sono una realtà non solo del nostro Paese così come le lavoratrici (che poi essere lavoratrice non esclude affatto l’avere una famiglia, io sono figlio di due lavoratori: operaio lui maestra lei). Sulle carenze del nostro welfare specie riguardo alle neomamme e alle lavoratrici madri sono d’accordo con voi, esistono e vanno sanate, ma allo spot non interessava parlare di questo

  5. Paolo84 says

    l’importante per me è che ci sia un mondo in cui essere madri e/o casalinghe sia una scelta e non un destino obbligato

  6. Tiresia says

    Che sia gente comune è indubbio ma tra le tante situazioni ne sono state scelte 3 ben specifiche con un messaggio preciso che infatti è arrivato. In Italia non ci sono ANCHE ragazze che studiano, che fanno sport o madri che supportano i figli ma in moltissimi casi sono anche una maggioranza che gli stereotipi ufficiali non vogliono riconoscere. Nella mia facoltà il rapporto donne-uomini era addirittura di 10 a 1 ed è comunque ormai un dato di fatto che la presenza femminile universitaria supera spesso quella maschile. Lo stereotipo del padre che si sacrifica per far studiare il figlio poi è ormai un classico e la madre dello spot è una presenza così labile che se non ci fosse sempre un pasto pronto sul tavolo si potrebbe dire che sia morta..
    Poi sicuramente c’è di peggio in giro (molto peggio) però questi spot che si danno un’aria poetica mi sembrano piuttosto grotteschi.

  7. Mary says

    Paolo, sappiamo benissimo che il ruolo di moglie e madre non è propriamente uno stereotipo perchè è realtà del nostro Paese, però perchè questo Paese non mostra anche donne che fanno altro?
    Come se la massima realizzazione per una donna fosse la maternità, ignorando appunto che ci sono donne che studiano e lavorano. E poi diciamolo che non tutte fanno le madri e le mogli con il sorriso alla bocca perché spesso ti trovi senza lavoro e sei costretta a stare a casa perchè non ci sono strutture sociali adatte a coinciliare maternità e lavoro e le strutture manco ti preparano ad affrontare una gravidanza e un parto e la depressione post-partum infatti colpisce tantissime donne.

  8. Paolo84 says

    “certamente ci sono pure madri, casalinghe o lavoratrici, che si sacrificano per i figli, e che male ci sarebbe a parlarne?”

    “sacrificarsi” è una parola troppo “confessionale”, diciamo che si sono impegnate per crescere i figli come fa o dovrebbe fare ogni genitore

  9. Paolo84 says

    faccio notare che le donne che partoriscono, gli operai, i ragazzi che si laureano o fanno sport non sono “stereotipi”, esistono nella vita di tutti i giorni..(e certamente ci sono anche operaie, ragazze che studiano o che fanno sport, ma non uomini che partoriscono, e certamente ci sono pure madri, casalinghe o lavoratrici, che si sacrificano per i figli, e che male ci sarebbe a parlarne?) e comunque nel secondo spot dell’operaio io vedo una coppia che si da’ forza a vicenda e mi pare bellissimo. Lo spot parla della gente comune (in maniera edulcorata certo, è una pubblicità mica un film di Ken Loach!), che poi l’Enel sia un’azienda truffaldina non ha a che fare con lo spot. Voglio dire, anche se questo spot parlasse chessò, di una donna manager o di una coppia gay, l’Enel rimarrebbe sempre l’azienda che ha mentito, inquinato eccetera