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Né machi né fasci: uomini antipatriarcali per l’aborto legale, sicuro, gratuito!

Dal blog di Lia di Peri:

Gli uomini antipatriarcali a favore dell’aborto legale, sicuro e gratuito

Il Collettivo degli Uomini Antipatriarcali è la prima aggregazione composta solo da uomini dell’Argentina ed America Latina,che rivendicano fianco a fianco, con le donne,il diritto all’aborto sicuro, legale e gratuito. Partecipano con azioni nelle strade, seminari e concerti musicali. Condividiamo il manifesto lanciato lo scorso aprile, nel quale rispondono al ” perché gli uomini devono essere coinvolti in questa lotta”.

Una delle loro parole d’ordine è ” Né machi né fasci”. Il femminismo non è solo una cosa di donne. Ci sono uomini che mettono in dubbio la mascolinità associata alla forza e alla violenza. Uomini che rifiutano l’eterosessismo. Uomini attivisti impegnati nella lotta contro la violenza di genere.  Partecipano al Collettivo degli Uomini Antipatriarcali, un raggruppamento che è nato a La Plata, Buenos, Aires, Argentina, ma alcuni membri e attività arrivano fino alla capitale atraverso le reti sociali. Il gruppo al momento è impegnato nella campagna per la legalizzazione dell’aborto in Argentina, una materia pendente nel governo di Cristina Fernández Kirchner.
Uomini Antipatriarcali è il primo gruppo di uomini in America Latina che rivendica questo diritto per le donne.
Luciano Fabbri uno dei portavoci dichiara che” negli uomini è naturalizzato il problema dell’aborto come problema femminile; ciò accade anche durante il rapporto sessuale, nel quale l’uomo delega alla donna la prevenzione della gravidanza. Tra le pratiche sessiste troviamo: non concordare i metodi contraccettivi con la donna, rifiutare l’uso del preservativo o disinteressarsi del problema. Nessuno pensa alla vasectomia come risoluzione del problema. Per cui chi deve occuparsene e mettere il corpo è sempre la donna”.

Un altro slogan del gruppo è ” Educazione sessuale per decidere, anticontraccettivi per non abortire, aborto legale per non morire”, che denuncia la vulnerabilità nella quale si trovano le donne in America Latina, per non avere una legislazione che permetta di abortire: ” Le istituzioni dello Stato e della corporazione medica, farmaceutica,Chiesa cattolica e i gruppi anti-diritti pretendono di perpetuare le condizioni di sottomissione supportati dai dogmi morali, che non fanno che riprodurre i pilastri del sistema patriarcale e capitalista” denunciano gli attivisti dell’associazione, che cercano di affrontare una discussione matura” che ci coinvolga tutti e tutte come soggetti di diritto” Essi afermano che il Diritto all’Aborto Legale, Sicuro e Gratuito fa parte di un dibattito contemporaneo in America Latina : ” già altre esperienze hanno dimostrato che la legalizzazione dell’aborto non comporta un aumento dell’interruzione della gravidanza, ma produce una forte riduzione della mortalità delle donne”. Questo è il punto centrale che i settori conservatori cercano di nascondere erigendosi a difensori della vita”.

Riportiamo qui di seguito il Manifesto pubblicato lo scorso aprile, dal Collettivo, augurandoci che questo ispiri altri gruppi di uomini. La lotta per l’uguaglianza tra uomini e donne e l’eliminazione della violenza di genere è una questione di tutti e tutte.

UOMINI PER IL DIRITTO ALL’ABORTO LEGALE, SICURO E GRATUITO.

Criminalizzare l’aborto non è difendere la vita, e’ moltiplicare le morti.

Il dibattito sulla legalizzazione dell’aborto è attraversato da opinioni politiche, ideologiche, religiose, etiche, ma anche dagli interessi economici delle società mediche e farmaceutiche. Tutta la questione intorno alla criminalizzazione dell’aborto presuppone profitti milionari di pochi e centinaia di migliaia di donne che muoiono lungo il cammino, soprattutto perché non possono pagare la somma di denaro che sottostà al “diritto di decidere”.

Vi sono molti discorsi di verità su queste tematiche,ma c’è una realtà indiscutibile: le donne abortiscono per una varietà di motivi e circostanze e la criminalizzazione dell’aborto non è mai stata una misura efficace per impedirlo. Se una donna decide di non volere una gravidanza utilizzerà tutti i mezzi a sua diusposizione per interromperla.
Ci sono sufficienti casi e studi che dimostrano che la legalizzazione dell’aborto non aumenta le interruzioni di gravidanza, ma produce una drastica riduzione delle morti delle donne. I settori conservatori anti-aborto ( auto-proclamatesi  pro-vita) lo sanno ma non gliene importa.La loro politica non è quella di difendere la vità di alcuno, ma di mantenere lo statuto repressivo della sessualità, eterosessuale e a scopi  riproduttivi e insegnare così alle donne ( e uomini) che la loro essenza naturale è quella di essere madri e spose e che sfidare questo mandato presuppone lo stigma e, anche, la morte.
La penalizzazione dell’aborto, anche per quelle donne che possono farlo in modo sicuro, le sottomette ugualmente ad una politica che le infantilizza, negando ad esse l’autonomia e sovranità che ogni soggetto deve esercitare in quanto  diritto umano inalienabile.

PERCHE’ GLI UOMINI DEVONO COINVOLGERSI IN QUESTA LOTTA

Gli uomini devono appoggiare la lotta per il diritto all’aborto legale, sicuro e gratuito, come atto di solidarietà con il movimento delle donne. Questa rivendicazione è un imperativo per le donne, per un’infinità di motivi che hanno posto in essere pubblicamente dopo decenni di lotta.  In più, il dibattito sulla depenalizzazione dell’aborto, può anche essere strategico per gli uomini, se partiamo dal punto di vista di riflessione critica sul nostro ruolo nella società patriarcale,realizzando la messa in discussione della nostra mascolinità egemone.

In primo luogo, l’accesso all’aborto è una questione di diritti e la distribuzione dei diritti è una questione di potere. Allora dobbiamo chiederci, quale potere esercitiamo sulle donne, negendo ad esse la sovranità sui loro corpi. Questo potere è ciò che il femminismo è stato capace di denunciare e del quale gli uomini dobiamo farci carico.

L’apprendimento della mascolinità nel sistema patriarcale si basa sull’interiorizzazione dell’idea di superiorità che plasma le relazioni assimetriche di potere esercitato da noi sulle altre e gli altri.
L’intera gamma delle pratiche inique che distribuiamo nella nostra vita,le pratiche sessuali maschili, influenzano notevolmente verso la  negazione della parità di genere. L’esperienza della sessualità maschile come fonte di potere, competitiva e ridotta alla genitalità si accompagna ad una grande irresponsabilità  che si riflette nella convinzione che la cura sia relegata all’universo femminile e nell’idea che le conseguenze  del non curarsi non rigurdino il corpo degli uomini.Questa onnipotenza si traduce in pratiche di rischio e anche di violenza.
… Dall’altro lato, e al di là delle nostre pratiche sessuali, il coinvolgimento degli uomini in questa lotta è un processo poco visibile ma di profonda incidenza nelle nostre vite. L’empatia con una lotta dalla quale storicamente siamo stati ai margini, darebbe la possibilità di decostruire l’egocentrismo e l’indifferenza di fronte al dolore delle nostre compagne.
I fidanzati, mariti e amanti che non assumono la responsabilità delle conseguenze dei loro atti, quelli che abusano sessualmente delle donne e ragazze, quelli che le prostituiscono,quelli che violentano le donne nei servizi sanitari,coloro che negano l’aborto negli ospedali pubblici, mentre lo praticano nelle cliniche private, quelli che giudicano  e criminalizzano le donne che scelgono di non essere madri, quelli che gridano assassine, tutti questi nella maggior parte dei casi sono uomini.

Le circostanze ci permettono di dimostrare in pratica che essere un macho egemone  non è un destino inesorabile per gli uomini, e, che  se come donna non si nasce, ma lo si diventa, neanche noi abbiamo essenzialmente  il ruolo di carcerieri della storia.

Per queste ragioni gli uomini firmatari siamo a favore del diritto dell’aborto legale, sicuro e gratuito e contro ogni forma di violenza sulle donne.

(traduzione di Lia Di Peri)

feminicidio.net

Colectivo Varones Antipatriarcales

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Disertori, Iniziative, R-esistenze.


2 Responses

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  1. Paolo84 says

    e se si sceglie un metodo contraccettivo, qualunque si scelga (e vale anche per operazioni chirurgiche) è sempre bene essere informati su eventuali controindicazioni ed effetti collaterali, insomma decidere avendo tutte le informazioni magari consultandosi col proprio medico

  2. Paolo84 says

    io sono da sempre a favore di garantire aborto legale, sicuro e gratuito (ma il termine “diritto all’aborto” non mi piace, nessuna donna credo vorrebbe trovarsi in una situazione in cui deve prendere in considerazione l’aborto, perciò preferisco parlare di diritto all’autodeterminazione del corpo) e per evitare gravidanze indesiderate ben vengano i contraccettivi di ogni tipo (preservativi, pillole ecc..) certamente credo che ogni coppia possa concordare il metodo più adatto alle proprie esigenze anche consultandosi con un medico (un medico non obiettore). Stesso discorso per la vasectomia, se l’uomo è d’accordo con la compagna nel farla la faccia, ma bisogna stare attenti perchè si tratta di un intervento chirurgico (certo sicuro, poco invasivo e non traumatico) difficilmente reversibile nel caso in cui un domani si desiderassero dei figli..ho letto che le operazioni di rianastomosi solo nel 30% dei casi ha permesso di generare un figlio quindi chi si sottopone a vasectomia (discorso analogo si può fare per la chiusura delle tube nelle donne) deve essere ragionevolmente sicuro che non vorrà mai dei figli