Nella nostra mailing list Claudia ci parla di parto, obiezione di coscienza e medicina in generale fornendoci informazioni che spesso non ci sono note ma che reputiamo importantissime per permettere a tutte noi di autodeterminarsi. Per questo la ringraziamo di cuore e speriamo di approfondire la questione. Buona lettura!
“Ciao, qualche tempo fa avevo letto una richiesta di info su dove fosse maggiore la violenza delle donne sulle donne. Ecco secondo me il momento del parto è uno dei momenti critici. Nella realtà che frequento i medici ginecologi sono presenti, sono forse la maggioranza, e circa l’85% di tutto il personale medico è obiettore (con il primario di CL il passo è breve), indubbiamente sono responsabili della violenza psicologica che subiscono le donne che richiedono una contraccezione d’emergenza o le visite per l’ivg, ma per tutte quelle donne che partoriscono il contatto più lungo e determinante che hanno è con l’ostetrica, e purtroppo è in quel frangente che le donne vivono i momenti peggiori… Non so se qualcuno ha mai sentito racconti sul parto, la drammaticità che troppo spesso viene espressa, e i traumi che causa sia fisici che psicologici. L’idea che mi sono fatta a riguardo è che troppo spesso le donne (la maggior parte di esse) che accedono alle strutture ospedaliere sono spesso disinformate e in balia di quel che succede, non sono quindi partecipi e determinanti nelle scelte del proprio parto ne sono padrone degli strumenti che hanno a disposizione sia per sopportare il dolore che per tutelare le loro scelte, forse perché la maggior parte delle donne italiane (specifico perché le donne straniere per la maggioranza si rivolge ai consultori) gravide si rivolge ai ginecologi privati (che essendo medici vedono patologia ovunque) invece che da ostetriche/ostetrici, che per definizione tutelano la salute della donna.
Come qualcun* ha detto fare l’ostetrica è una missione, per quanto mi riguarda è vero, ma purtroppo la realtà è diversa e l’evento della nascita è vissuto da molti operatori come un momento incentrato sul nuovo nato e non sulla donna. Questo sommato alle scarse info delle donne e il vivere passivo dell’evento (perle donne straniere la difficoltà della lingua e la forte concentrazione di razzisti) portano la donna ad essere in balia degli operatori che le impongono le loro scelte date spesso dalla comodità (per le posizioni dei parto) o dalla non curanza delle conseguenza (episiotomia). Ricordiamo che l’episiotomia o “taglietto” (vezzeggiativo orribile) è considerato una pratica di mutilazione dei genitali femminili, e porta grossi problemi sessuali, psicologici e fisici. Ecco, secondo me un’altra lotta da intraprendere è legata alla presa di coscienza delle donne e di chi sta loro accanto della possibilità che hanno di scegliere e di tutelare la loro integrità fisica, emotiva e psicologica.
Un’altra cosa che m’interessava dire, condividere, più che altro per un racconto che mi è stato fatto, su una donna che ha fatto un aborto terapeutico e ha riferito di non avere ricevuto alcuna assistenza infermieristica/ostetrica per quanto riguarda dolore e informazioni varie, con la motivazione in questo momento siamo tutte obiettrici. Ecco questa cosa è gravissima, è da denuncia all’ordine (degli infermieri o delle ostetriche) e alle autorità (per chi ci crede). L’obiezione di coscienza è relativa all’azione che porti all’aborto, quindi per quanto riguarda l’infermiere o l’ostetrica del reparto l’obiezione consiste unicamente nel rifiutarsi di posizionare in vagina il farmaco abortivo (ovulo di cervidil), deve quindi consegnarlo alla donna e sarà lei a posizionarlo (come anche per la RU486, consegna la pillola mica obbliga la donna a prenderla) e non può esimersi dal dare informazioni a riguardo alla donna, a darle assistenza in generale. Sull’assistenza alla persona nessuno può fare obiezione qualsiasi sia il motivo per cui si rivolge alla struttura medica.
Ho letto, inoltre, in qualche post precedente una discussione riguardo alla medicina di genere… sono andata su questo link e la cosa che mi ha colpito di più è lo sponsor, la novartis è una grossissima azienda farmaceutica vivizionista. La cosa mi ha fatto rabbrividire. Come già qualcuno ha detto, la maggior parte dei farmaci (dopo la sperimentazione animale) viene sperimentata sull’uomo e tendono ad evitare di sperimentarli sulle donne appunto perché c’è un’influenza ormonale più marcata e perchè il rischio di sospendere la sperimentazione per gravidanza o gli effetti negativi che potrebbero avere sugli ovuli sono molteplici e molto probabili quindi non economicamente convenienti. Ma siccome le donne esistono e sono principalmente loro che si prendono cura della famiglia, che frequentano le farmacie o che altro sono un target importante da coinvolgere e da sfruttare… è per questo, secondo me, che le case farmaceutiche si stanno spendendo a riguardo. Come idea (cercare di personalizzare il più possibile che cure attraverso la calibrazione dei principi attivi) è interessante e condivisibile, ma lo sfruttamento economico, il business! da parte di beceri vivisettori e sfruttatori quello no!!”
Riguardo a “vedono patologia ovunque” è vero è un pochino una forzatura ma ha un fondamento di profonda verità.
Il medico, per sua missione, ha fatto suo lo slogan “prevenire è meglio che curare” e “meglio un intervento oggi che due domani” che nella patologia è assolutissimamente sensato.
Tuttavia in una gravidanza fisiologica, in un travaglio fisiologico tutta questa attenzione e prevenzione risulta spesso eccessiva e porta ad interventismi inutili.
Esempio: far fare 2500000 esami del sangue ogni 2 settimane (sebbene le evidenze scientifiche dicano altro, e che la donna deve pagare di tasca sua), fare mille mila ecografie, far assumere ferro alle donne anche se hanno un emoglobina normale (intervento inutile, il ferro spesso causa stipsi piuttosto fastidiosa sopratutto in gravidanza)
Poi ovviamente non tutti i ginecologi fanno così per carità però proprio la loro forma mentis spesso li porta a fare interventi che non servono (ripeto, in una gravidanza fisiologica)
Aggiungo che la suddetta casa farmaceutica tra i suoi azionisti ha la banca vaticana…
comunque è importante ricevere tutte le informazioni per fare le proprie scelte e anche fidarsi della professionalità degli operatori
“che essendo medici vedono patologia ovunque”
a me questa generalizzazione non piace, come in tutte le professioni c’è gente coscienziosa e gente che non lo è ma mi rendo conto che essendo in ballo la salute un pessimo medico fa danni gravissimi
Riguardo ai medici obiettori, sono da sempre dell’idea che negli ospedali pubblici non dovrebbero esistere
Riguardo al parto indolore , chi chiede l’epidurale ha tutto il diritto di riceverla ed essere pienamente informata (e ovviamente dovrebbe essere informata anche sul fatto che può chiederla). L’importante è informare il paziente
posso rispondere io 🙂
L’episiotomia è la pratica CHIRURGICA che consiste nell’ ampliare l’introito vaginale al fine di garantire un disimpegno della testa fetale più veloce.
E’ vero che viene effettuata fra introito vaginale e ano e coinvolge la cute, la mucosa vaginale e il muscolo.
Fino a qualche decennio fa si considerava la pratica del “taglietto” una specie di forma di tutela per i genitali della donna, considerando che “un taglio chirurgico e netto è sempre meglio di una lacerazione spontanea”
Peccato che numerosi studi scientifici hanno dimostrato il contrario, ossia che l’episiotomia spesso provoca maggiore dolore in puerperio e più dolore alla ripresa dei rapporti rispetto alle lacerazioni spontanee, inoltre non è esattamente una bella esperienza per la donna sopratutto se non viene informata adeguatamente. Ci sono donne che hanno vissuto l’episiotomia come un evento traumatico (spesso perchè non hanno ricevuto informazioni e non se l’ aspettavano), che ha portato problemi. E’ comunque una violazione, una lesione su una parte del corpo molto legata al senso di se, al proprio subconscio.
Attualmente le indicazioni scientificamente dimostrate per l esecuzione dell’ episiotomia sono SOLAMENTE 2; grave sofferenza fetale e parto operativo (in sostanza se bisogna fare una ventosa ostetrica).
Tuttavia è ancora diffuso fra alcune ostetriche la pratica quasi routinaria di episiotomia, magari in base alle condizioni del perineo della donna (o per velocizzare il parto per timori di conseguenze medico-legali) .Questa è una pratica scorretta, che spesso non coinvolge la donna durante il processo decisionale.
E questo, come diceva Claudia è solo un esempio di come spesso le donne sono in balia di decisioni magari appropriate ma che non le hanno coinvolte nel processo decisionale.
cara Luminal, credo che l’informazione sia valida se precisa. Sono un po’ perplesso sul fatto che l’episiotomia possa essere considerata una pratica di mutilazione genitale. Infatti l’episiotomia viene effettuata posteriormente, tra vagina e ano per intenderci, e non davanti sul clitoride. Inoltre mia moglie dopo due episiotomie non riferisce alcuna difficoltà di tipo, diciamo, genitale. Forse sarebbe meglio essere precisi. O mi manca qualche informazione?