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#69 (forse #70) e nuovi sport: del lancio del neonato dal balcone!

Erano #68 e siamo (ora #69) a cinque donne uccise in tre giorni e c’è un bambino appeso ad un filo perché un uomo, suo padre, l’ha lanciato dal balcone prima di buttarsi pure lui.

Credo di averlo già scritto QUI. Non accetti la separazione? e risolviti invece che ammazzare tuo figlio.

C’è poco da girarci attorno. Facciamo una ricostruzione che riguarda solo quest’anno. Per l’egoismo di questi uomini possessivi e violenti ci sono andati di mezzo:

un bambino di 9 anni a Novara; due bimbi piccoli a Brescia; un bambino a Milano; un adolescente a Giaveno; un neonato a Roma; una bambina a Trapani.

Sono tutte vittime collaterali addebitate dai media alla volontà di uomini che volevano ricattare, minacciare, punire le ex mogli, compagne, comunque donne.

A questo massacro senza fine si risponde che la “colpa” era di lei, o che era meglio se ammazzava solo lei, che comunque è comprensibile questa cosa di uomini privi di equilibrio che per punire l’ex moglie o compagna ammazzano i figli.

Noi lo abbiamo sempre detto. Uno dei modi attraverso il quale un uomo rivendica il diritto di proprietà sui corpi delle donne è quello di vendicarsi utilizzando i figli, facendo pesare la paternità (nel caso di separazioni) e assumendo il ruolo di carnefici cui la società comunque rivolge uno sguardo comprensivo.

No, non si tratta di uomini cui è stato negato il diritto di genitorialità. No, non si può continuare a offrire alibi e legittimazioni ad assassini prendendo a pretesto una giusta rivendicazione da parte di quelli che ai figli non torcerebbero neppure un capello. No, non si tratta di “colpe” delle madri perché le donne non vanno uccise mai, così come i figli e come tutte le persone di questo mondo. No, non vogliamo rivendicare la bellezza dell’essere madri e tutte quelle balle che ci incastrano a svolgere ruoli di cura gratis. E no, non serve tutto ciò ad alimentare odio di genere (perché noi i padri li vogliamo presenti a condividere il ruolo di cura) ma bisogna prendere atto del fatto che esistono anche uomini violenti, possessivi, che immaginano di poter rivendicare diritti proprietari nei confronti di mogli e figli e che ci consegnano sempre la loro fragilità della quale noi NON vogliamo e non possiamo prenderci cura.

A questi uomini, padri padroni, deboli, vigliacchi, che non vogliono accettare le separazioni, che reagiscono in modi così cruenti quando hanno problemi con le donne, NON bisogna neppure pensare di concedere un qualsivoglia diritto di genitorialità. I bambini non possono essere strumento di uomini del genere. Smettiamola di agitare legittimazioni culturali che vittimizzano i violenti e li inducono perfino ad emulare gesti così gravi immaginando di essere eroi e di lasciare chissà quale traccia nella storia.

Sono uomini violenti. Sono uomini possessivi. Da loro bisogna difendersi e difendere i bambini. Insieme. Uomini e donne. E basta.

Posted in Omicidi sociali, Pensatoio.