Era cominciata con un appello. Poi la discussione è proseguita qui e là. Però in questi incontri tra famiglie contrapposte è problematico, ché da me proprio no, da te nemmeno, e allora dove si parlocchia in santa pace, senza disturbare, per scazzarci, zzarci, arci, ci, portando la discussione su toni un po’ civili, per dirsene e ridirsene ma anche sentirne aggiudicando due minuti di ascolto invece che di contrapposizione, senza temere di vendere l’anima al diavolo ma parlando con qualcuno che non la pensa proprio come te e che la pensa come quelli lì?
Si parlocchia in un altro posto, una specie di garconniere da amanti nascosti come si conviene a chi è sposato ad altri amori e altre cause, e ci si dice cose che ci diciamo in tanti e tante in giro per la rete, imbracciando l’arma della parola e dell’arguzia e poi tappando le orecchie dopo aver sparato il colpo, parliamo di “io e le donne” e “io e gli uomini”. Diciamo “ché penso delle donne” e “ché penso degli uomini”. E queste cose le diciamo da due ambiti contrapposti, ché tra gli interlocutori ho beccato un tipo un po’ particolare, in effetti, un maschilista (come si definisce lui) atipico, vi giuro ha voce, parla, scrive in italiano e si capisce pure ciò che dice (:P), e prende la questione un sacco seriamente e poi mi sfotte perché dice che ho un piglio ansiogeno da femminista militante, con la divisa e tutto, mentre lui riesce a stare sveglio una notte intera per cercare il link di un video – inclusa fonte – per dimostrarmi che ciò che dice ha un senso.
Insomma abbiamo scelto di scazzarci in pubblico in un luogo che non è un ring ma un piccolo progetto – in cui io sono presente a titolo puramente personale, non coinvolgendo in alcun modo il collettivo di FaS – in cui si parla un linguaggio sereno, toni civili, nessuna demonizzazione, e ci si dice perché non siamo d’accordo se non lo siamo avendo la possibilità perfino di concordare su un millesimo di verità.
Non siete obbligat* a curiosare ma se voleste sapere cosa faccio quando non lotto in mille direzioni potete buttare un occhio (poi raccoglietelo) e chissà che non vi serva da aggiornamento per capire come funzionano i nostri rispettivi mondi.
Il blog si chiama “Generi” e il link fa “Tregua di Genere”, il mio ultimo post è “beddamadri (beautiful mother)“.
Sputate piano!
Ovviamente parte delle mie critiche sono rivolte anche al modo in cui alcune parti del forum interpretano l’arrivo di FikaSicula. Personalmente mi sento convinto di ciò che penso e non temo il confronto. Se qualcuno mi fa capire alcuni errori tanto meglio, perché il mondo come lo vedo io non è proprio una gran cosa. Spesso preferirei sbagliare.
Io sono favorevole alle etichettature e alle generalizzazioni perché le ritengo un utensile della conoscenza, ma talvolta hanno il difetto di ingessare il pensiero su schemi che la storia vorrebbe superare. Spero che verrà un giorno in cui la questione di genere non sarà più discussa all’ombra di femminismi e maschilismi, e in cui le fobie e le rabbie dell’umano non saranno più ingabbiate nella omofobia e nella transfobia. Chi si occupa di QM ha il dovere di porre un contraddittorio secondo me necessario, e si espone, necessariamente, a critiche. L’errore in questo caso, errore che non mi aspetto da gruppi che trattano la relazione tra i generi e i temi delle identità sessuali, è quello che fanno molti di depennare la QM nell’irrilevanza, proprio in virtù della supposizione che essa tratti di cose marginali e paranoidi. Se nella società si va costituendo una discriminazione anti-padre e anti-uomo, serve qualcuno che lo denunci, e non ho visto nessuno oltre a noi che l’abbia fatto negli ultimi vent’anni circa. Nessuna accusa, ma è un dato di fatto. Operare tale denuncia non fa corpo unico con la misoginia e la negazione dei diritti acquisiti. Almeno non per me e per quelli coi quali mi sento vicino in questa battaglia.
Il clima tra il forum qm e il blog FaS era di continue minacce e grazie a FikaSicula si è aperto un dialogo sofferto, che non poteva essere altro che sofferto vista la distanza e l’acrimonia imperante. Bene. Io mi sono sempre considerato un coraggioso per aver aperto insieme ad altri la questione quasi quindici anni fa, e questo stesso coraggio lo vedo in lei. Si deve superare la lettura manichea sulla cui base l’avversario politico si trova sempre e comunque in cattiva fede, si deve considerare che quando uno spende anni del suo tempo, senza essere pagato, a dare anima e corpo a un attivismo, evidentemente in quel soggetto, qualsiasi sia il suo campo di azione, deve sussistere una buona fede, una prospettiva. Ognuno deve avere il diritto di sentire le sue ingiustizie e di poterle raccontare.
cara FikaSicula
in ogni caso ti si deve dare atto di una intelligenza e un coraggio che nelle femministe sono cose rare. Soprattutto la capacità di rimettere in discussione luoghi comuni consolidati.
Bene, a noi fa piacere.
È un primo passo avanti: quando le femministe e in genere il mondo culturale italiano uscirà dall’autoreferenzialità per guardare alla realtà così come è, quel mondo sarà un po’ meglio.
Devo però anch’io dissociarmi, come mi pare faccia anche una parte del tuo gruppo, dalla tua iniziativa, anche se per una ragione oggettiva e non ideologica: le discussioni si fanno con chi è rappresentativo.
La scelta dell’interlocutore parla dell’orizzonte della discussione.
Cosimo Tomaselli
@ fikasikula
Mi sembra di aver capito dal tuo post che questa persona è maschilista. Sarei dovuto essere forse più preciso e non usare il termine sessista. Se è questo che intendi, mi scuso! A volte mi perdo nelle traduzioni.
Lo so quanto maschilismo, omofobia, transfobia ci sono nei “centri sociali” e nei posti cosiddetti di sinistra.
La “questione maschile” di un maschilista non mi interessa. Collaboro con gruppi queer e, da maschio socializzato, trovo già molto pesante dover stare a contrastare le aspettative e le etichette che la società cerca di importi.
Forse leggerò qualcosa di quello che spacciate nel blog, magari seduto sul cesso ;-P
con simpatia
kute
@Nicoletta: Anch’io sono dell’avviso che non bisogna parlare con le femmine.
Come sempre, i commenti sono la parte più interessante 😀 ma questo tu già lo sapevi.
Non ho problemi ad ammettere che non capisco molto l’utilità dell’operazione, ma se avessi fatto nella vita solo le cose che ho capito… staremo a vedere. Per ora, lo ammetto, è divertente.
Dàje!
Non bisogna parlare con i maschi
@Nicola, caro,
non sono vittima di alcun fascino intellettuale. Non mi fare il paternalista mo’ :D. Sopravviverò, ti giuro. Poi io e te prenderemo un caffè e ti racconterò com’è andata.
@Jo, sangue mio,
rispetto molto la tua opinione, lo sai, grazie per l’augurio, che per me è importante, e per la tua fiducia. Ti voglio un sacco di bene anch’io.
@Kute,
non è un esperimento antropologico (non sto andando a esplorare le scimmie :P) e dai per scontato che lui sia sessista. E se non leggi almeno un paio di righe del blog e dai un giudizio per partito preso non so che dirti. Sai quanti sono i “sessisti” che frequentano i centri sociali, i nostri luoghi di frequentazione, le nostre belle manifestazioni, eccetera eccetera? Io ne ho conosciuti abbastanza. La questione del rapporto tra uomini e donne va indagata a prescindere dalle posizioni preconcette, in special modo quando c’è qualcuno che si prende la briga di argomentare le proprie convinzioni nel tentare di definire una “questione maschile” che stabilisce differenze tra uomini e donne (tipo il femminismo della differenza) cercando elementi qualitativi che descrivano gli uomini al di là degli stereotipi correnti. io non sono una femminista della differenza, sono post gender, egualitarista, cyberfemminista, queer, ma esattamente come in termini conflittuali (agire il conflitto senza rimuoverlo) mi pongo in chiave dialettica nei confronti di femministe che sono distanti da me anni luce lo stesso ho deciso di fare con chi si occupa di questione maschile.
@Serena,
so perfettamente quali sono i rischi che corro. Parto dal presupposto che il ruolo della femminista passi già come una cosa stereotipata e che tanto stereotipare debba essere colmato di contenuti, per superare i pregiudizi e per arrivare ad una versione della storia in cui quel termine assume valore nuovo, rispettabile, perché se le opinioni possono differire non è comunque detto che differiscano in tutto. il mondo intero usa il termine “femminista” come fosse un marchio d’infamia, dunque sono forse io che ne rendo una versione stereotipata? Non nego chi sono e cosa penso e porto con orgoglio questo termine in un contesto che potrebbe essermi ostile. confido nel fatto che potrebbe andar bene.
@retedellereti,
sono contenta che questa cosa vi susciti curiosità. è la stessa curiosità e soprattutto la consapevolezza che le cose non sempre stanno come appaiono ma che ci sono complessità da rilevare che mi porta a voler intraprendere questa iniziativa. per ora ne sono estremamente convinta e il mio interlocutore vale questo proposito. il resto si vedrà.
ps: per inciso mentre qui c’è chi sfancula me dall’altra parte alcuni stanno sfanculando lui. 😀
cara Fika Sikula, trovo (troviamo, pluralis collettivi) il tuo esperimento estremamente interessante. Capisco chi non ha voglia di seguirlo perché troppo arrabbiata, ma in me/noi prevalgono la curiosità e l’interesse. Lo seguiremo e comunque vada a finire sono certa che potrà insegnarci qualcosa.
Ho dato uno sguardo veloce al blog, ho letto un post e il “chi siamo”, e mi sembra veramente molto dannoso il messaggio che passa, e per un motivo molto semplice: che passerà un’idea stereotipata della “femminista” che parla col “maschilista”. Come quelli che dicono “io non sono maschilista ma neanche femminista”. Il femminismo non è l’opposto del maschilismo.
Poi, per sentire le ragioni dei maschilisti a mio avviso non c’è bisogno di aprirci un blog, basta accendere la televisione o parlare anche con un parente qualsiasi. Io coi maschilisti della mia vita ci parlo e conosco pure le loro ragioni e la loro umanità, so anche molti dei motivi per cui sono diventati come sono, ma non ci parlerei per più di un minuto di certe questioni. proprio non capisco perché ridurre una lotta come quella femminista ad un dialogo tra opposti in cui quella che ne esce stereotipata sarai tu, di certo non lui, perché è sempre così, è sempre stato così. Sono perplessa, ma vabbè.
Kein Sex mit Sexisten! Non fate sesso coi sessisti! a livello metaforico e non… Posso capire l’eccitazione della sfida “intellettuale”, ma aprire un blog o un dialogo con un sessista convinto, oltre ad essere una perdita di tempo, significa legittimare l’esistenza stessa del sessismo. Aprireste mai un blog con un neo-nazi o con uno di casa pound? Facendo magari “querelle” sui campi di concentramento? Ma che scommessa è riuscire a discutere con i sessisti “con toni civili”, se il sessismo stesso è inciviltà!? Come il fascismo, anche il sessismo NON è un’opinione, ma un reato! O forse si spera di fare un’operazione di “conversione”? un esperimento antropologico? Anche Mussolini parlava e scriveva sicuramente un italiano molto corretto, ma non per questo si sarebbe guadagnato la mia simpatia! Definirsi “sessista atipico” mi suona tanto come “fascista del terzo millennio”. Ma che è ‘na corrente filosofica mò!
Tu che fai questa cosa, non ti conosco, ma seguo da qualche anno con passione FaS e adoro le cose che scrivete e che fate. Ma questa proprio NO, pur essendo a titolo personale.
Citando i Tretre del super sessista “Drive-in”: “A me, me pare proprio ‘na strunzata!”
Carissima, come puoi immaginare non leggerò quel blog, un po’ per orgoglio dopo le tante discussioni che abbiamo avuto nel merito e un po’ perchè davvero poco mi interessa. Ho già spiegato le mie ragioni talmente tante volte che sarebbe noioso ripeterle ancora una volta. So che leggeranno questo mio commento ma fa nulla, si fottessero cordialmente 🙂
Volevo augurarti comunque buona fortuna per diversi motivi, in primis perchè ti voglio bene e anche tanto (e non mi sembra una cosa così da poco eh) e in seconda istanza perchè ho fiducia in te e nei progetti che intraprendi.
Sorella mia, ti abbraccio. Jo
Secondo me se ti senti di buttarti in questa specie di confronto, ma anche di sfida per te, mi par di capire, lo devi fare.
Una domanda, dice che hai il piglio ansiogeno. Lo capisce da ciò che scrivi o gia vi siete conosciuti? Avere una tensione verso un argomento che riteniamo importante per noi e per gli altri e che magari è anche difficile da veicolare, come le questioni di genere, è normale; ma non solo, è il sale di uno spirito rivoluzionario, o quantomeno sensibile. Quindi non ti far toccare da questa sua impressione. Da intellettuale quale sei (e lo dico nel senso più positivo del termine), non cadere nel fascino intellettuale che sto tipo emana.
però mi fido della tua impressione su di lui, della sua preparazione e fluidità nella lingua e sarà interessante buttare un occhio di tanto in tanto, così leggerò le motivazioni di un vero maschilista; io, da femminista dichiarato. e ne trarò conclusione.
In bocca al lupo e crepi.
Un abbraccio 🙂
Nik’66