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Corriere.it: cronache dal medioevo!

E’ uno dei tanti quotidiani fermi all’epoca passata e ci affligge l’anima sovente con le ricerche scientifiche riportate per differenziare i ruoli tra maschi e femmine e poi con i servizi sulla mascolinità in versione anacronistica e poi affida alla penna di uomini datati il dileggio sulle donne che lottano in altre direzioni e alcune donne che scrivono sulle cosiddette pagine femminili del quotidiano online pare che scrivano sotto dettatura. Non è così, naturalmente. Sono reazionarie senza bisogno di attribuzione di paternità dell’opera a nessuno.

In questi giorni ci ha deliziato con alcune note fondamentali d’attualità. C’è la vicenda della barista bona che il Corriere segue passo passo, ché deve aver inviato un reporter che la segue a tutte le ore perchè da giorni arrivano aggiornamenti sulla vicenda e l’ultima storia è relativa ad uno scenario da bocca di rosa con tanto di mamme armate coi forconi che al solito pare siano più timorose nei confronti delle zoccole che gravitano attorno ai loro pupilli che ai danni che i pupilli stessi possono fare. Si riferisce perfino di lamentele al sindaco e non si capisce se il corriere ci è o ci fa perché se si volesse dirla tutta bisognerebbe andare a fare il giro per i pub di ogni città per capire che se non ti vesti con le cosce al vento, in minigonna, o con divise sexy e se non hai una immagine adeguata neppure ti assumono. E questo lo so perché le mie divise da cameriera fatta per arrotondare le ho ancora nell’armadio.

Poi c’è la vicenda di Gentilini, quello che voleva sparare agli immigrati, degno esponente di un luogo in cui imperversano odio razzista e ipocrisie cielline, ed è lui che castrerebbe chimicamente volentieri un musulmano o un rom se gli capitasse a tiro, vedendo in essi degli stupratori innati e invece se una donna denuncia una molestia sminuisce e parla solo di “una palpatina”. Perché razzismo e sessismo vanno di pari passo e noi aspettiamo di sapere se beccano un caproespiatorio di un’altra etnia da accusare per questa vicenda e vogliamo vedere cosa dirà Gentilini in quel caso.

Infine c’è un articolo per cui il Corriere ha scomodato perfino un “inviato”. Un servizio di fondamentale importanza che parla di una giunta fatta da donne e di una polemica che nasce dal fatto che la giunta avrebbe nominato un parente di una del gruppo come consulente. Ovviamente la questione poteva essere trattata in modo più morboso e allora eccolo lì il Corriere ad approfittarne per buttare un po’ di fango sulle donne.

Frasi comeSe non è il gentil sesso a tenere le redini di un paese” o “è andata finire che la giunta rosa ha chiesto appoggio a un maschio, con tanti saluti all’orgoglio femminile e all’esperimento di una comunità affidata solo all’altra metà del cielo” ovvero per il “giornalista” codesto sarebbe un esperimento andato a male. Dove l’ha letto o chi glielo ha comunicato non si capisce. Tutto pur di parlare dei fallimenti delle donne e per ribadire che senza un pene nei dintorni non sarebbero in grado di concludere nulla.

E ancora scrive: “Nulla di nuovo sotto il sole: era andata più o meno così nella Atene del 411 avanti Cristo, anno in cui il commediografo Aristofane mise in scena la sua Lisistrata. Anche nella finzione teatrale, con gli uomini impegnati nella guerra, accade che le donne con una sorta di «colpo di stato» si prendono il governo della città e ingaggiano una vera e propria battaglia dei sessi. Salvo incontrarsi nottetempo con i mariti.

E sarebbe da chiedergli chi è il suo pusher perché la roba deve essere davvero buona giacché continua a farsi un film su golpe di femmina e guerre varie laddove non ritiene ovviamente possibile che senza costrizione alcuna abbiano votato una giunta di donne (quante saranno mai dato che la popolazione è fatta da 200 persone?).

In più avverte, terrorizzato e convinto di aver fatto un grande scoop: “scoprirete che accade lo stesso in decine di altri comuni italiani“. Capito gente? Danger ma per davvero. Ci sarebbero donne che abbandonano il focolare per darsi alla bella vita e amministrare piccoli comuni. La presa del potere inizia da lì, dalle comunità pedemontane. E nel frattempo la sindaca invece, seriamente, annuncia un’assemblea pubblica per parlare con i concittadini e le concittadine.

Il giornalista insiste dopo aver chiarito che la sua fonte primaria di informazioni è la titolare di un bar ed è lei stessa che afferma che: “Si stanno impegnando a tenere in vita il paese, che male c’è se uno esperto dà loro una mano? Se non ci fossero loro…“. E allora si ripiglia pure lui e si convince che in effetti “se non fosse per le donne Valnegra sembrerebbe un paese fantasma: giri per le strade del paese e incontri solo mamme che sorreggono bimbi incerti sulla biciclettina o figlie che danno il braccio ad anziane madri. I cartelli «vendesi» che si vedono affissi una casa sì e una no dicono che questo paese è in preda alla crisi che assale mille altri comuni mignon sparsi per tutta l’Italia: spopolamento e invecchiamento dei residenti, nessuna occasione di lavoro. E gli uomini? Tutti a Bergamo fino a sera, tutti altrove per guadagnarsi da vivere con il risultato che Valnegra, non solo nella sua classe dirigente, appare una comunità tutta al femminile.” Come dire che mentre gli uomini vanno a spalare fango le donne sono lì a farsi l’uncinetto e a smaltarsi le unghie. Naturalmente non una parola sulle donne che lavorano o sul valore enorme del lavoro di cura di queste femmine assetate di “potere”.

A margine ci fa sapere che  nel frattempo la giunta parla di “progetti per il risparmio energetico, di un servizio di mediazione sociale” di cose serie, insomma, che però meritano solo un rigo e vengono esposti con sottolineature colme di scetticismo sessista.

Complimenti al giornalista (t’hanno pure pagato?) e al Corriere.it. Davvero un articolone.

Posted in Critica femminista, Misoginie, Pensatoio.


One Response

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  1. lafra says

    Se penso che questi pennivendoli sono pure pagati mi prende un giramento di ovaie cosmico…