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Per un otto marzo anticapitalista

Dal  Collettivo Nomade Mine Rosse:

Riflessioni di parte a voce alta.

In strada le città sono tappezzate di manifesti pubblicitari per la festa della donna! Ma di quale festa stanno parlando? Il senso di questa giornata nell’opinione pubblica è andato completamente perso. Questa giornata che nella storia ha significato una giornata di lotta per il cambiamento politico e sociale delle donne e NON SOLO, si è trasformata in una giornata di svago e di celebrazione che nulla ha a che fare il suo significato originario, si è trasformata in una giornata di consumo fatto di mimose, spogliarelli di bassa lega, una giornata di emancipazione a buon mercato. Bisogna cominciare a riflettere su questa grande SCONFITTA delle donne e bisogna farlo a partire da una critica radicale del sistema capitalista/neoliberista. Bisogna ritornare ad intessere discorsi che non si limitino alla questione di ‘genere’ e alla falsa ed ipocrita idea di parità lanciata a bomba quando si ha bisogno di gettare fuoco e strumentalizzare le nostre battaglie, ‘parità’ in questo sistema non significa altro che sottomissione ed emarginazione della donna. Consideriamo importante che ogni forma di lotta sia principalmente contro la costruzione sociale di ogni ruolo scandito sulla base del sesso e che innanzitutto si provveda ad arginare la questione di “potere” a cui non intendiamo né affacciarci ne tantomeno arrivarci. Essere donne prescinde dal desiderio di raggiungere una carica politico-istituzionale, essere donne significa autogestione, autodeterminazione e collettivismo. Riappropriamoci di un giorno di lotta di antagonismo sociale e culturale contro il permanere delle diseguaglianze di genere e non solo, una giornata di conflitto non ‘tra i sessi’ ma piuttosto ‘tra le classi’ . Perché se è vero che alle classi dirigenti le donne hanno poco accesso è altrettanto vero che a quei ruoli non hanno accesso i proletari, uomini o donne che siano.

La società capitalista/patriarcale ci ha assegnato un ruolo, quello di cura, di protezione del focolare domestico, quello di figura ‘’COMPLEMENTARE’ e sottomessa, dunque la trasformazione di questo ruolo non può non affermarsi se non attraverso la trasformazione della società che ha determinato questi ruoli perché è evidente che questo ruolo non è lo stesso per le donne proletarie (precarie, lavoratrici) e per le donne della classe dominante! Non a caso il ministro dell’attuale governo, che sta mettendo mano alla riforma del mercato del lavoro infliggendo nuove duri attacchi alle lavoratrici e ai lavoratori è una donna! Una donna di potere! Pienamente inserita e allineata con l’ideologia liberista dominante. Questo per dire che noi siamo pianamente convinte che la ‘contraddizione tra i sessi’ si collochi all’interno di un’altra contraddizione fondamentale che è quella tra lavorator@ salariati/precari/a nero e capitalisti!

Il Capitalismo ha ereditato le mosse strategiche di subordinazione dal sistema patriarcale costruendo ad hoc un processo di gerarchizzazione fallimentare ed opprimente. I continui sforzi di costruire un’identità di ‘genere’ prevalente su quella di classe non fanno altro che distogliere l’attenzione dal nostro problema fondamentale: LO SFRUTTAMENTO! Difatti la società neoliberista incentiva il concetto di violenza gerarchica attraverso l’istaurazione nella cultura sociale di rapporti di subordinazione e mercificazione, e naturalmente questa ideologia tende a rafforzarsi in fasi storiche come questa, caratterizzate da una crisi economica (strutturale al sistema stesso!) che espelle migliaia di lavoratrici e lavoratori dal ciclo produttivo, con conseguenti licenziamenti, chiusure di fabbriche, attacco alle poche tutele conquistate con anni di lotta. LE DONNE SONO I PRIMI SOGGETTI a cui si nega l’accesso al mercato del lavoro, e CHE VENGONO ESPULSE dopo essere state impiegate principalmente per lavori precari e con salari inferiori. Questo dato di fatto alimenta la dipendenza della donna dall’uomo, dipendenza principalmente economica, che si trasforma in un’accettazione di rapporti di potere all’interno delle coppie, delle famiglie, e che spesso è uno dei motivi principali per cui le donne non denunciano atti di violenza subiti nell’ambito privato!!! Questo sistema cerca di imporre una ‘naturalità’ del ruolo assegnato alla donna, non esiste alcun tipo di naturalità nella costruzione della famiglia, nella costruzione del matrimonio e nella costruzione della donna “focolare”. Se è un fatto della ‘natura’ partorire un@ figli@

Questa idea è la radice infetta del sistema patriarcale poiché non è affatto un fatto naturale che la donna debba occuparsi del lavoro domestico (tra l’altro prestato gratuitamente!!!), della cura dei figli, o dell’assistenza agli anziani, determinando un esistenza in funzione degli altri e mai autogestita. Nessuna quota rosa potrà risolvere l’attuale sistema di diseguaglianza, piuttosto la richiesta di accesso all’attuale sistema di gestione del potere altro non fa che assopire le coscienza attraverso una logica di pacificazione sociale che noi non condividiamo e a cui la rappresentanza ci sembra una forma estremamente illusoria di “diritti”. Invitiamo a prendere coscienza della costruzione innaturale di un mondo che ha schiavizzato ogni tipologia di rapporto ed ha curato l’espansione violenta di ogni predominio di un sesso sull’altro. Essere antisessisti è necessario nella riconoscenza di una armonia esistenziale e nella reciprocità della quotidianità. Lo stupro ha origini oppressive e dominanti tipiche del sistema patriarcale per cui l’analisi storica di esso va effettuata e mai dimenticata sia nelle testate giornalistiche e sia nella conseguenza delle cicatrici. Uscire fuori dal silenzio è un passo deciso e importante perché la privacy è un modo elegante per relegarci alla “giustizia” familiare. Nessuno decida sui nostri corpi, nessuno decida per la nostra vita e nessuno ci assoggetti ad un mondo che non abbiamo scelto.

NON C’E’ ALCUNA EMANCIPAZIONE, ALCUNA LIBERAZIONE, SENZA UN’IDEA DI RIVOLUZIONE! TRA LA FESTA E IL RITO NOI CONTINUIAMO A SCEGLIERE LA LOTTA !!!

Posted in Fem/Activism, Iniziative.


One Response

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  1. Maria says

    Questo Collettivo femminista mi piace assai, assai!
    Esiste una perfetta consonanza fra la loro posizione e la mia.
    Ho sempre pensato che contraddizione di genere e contraddizione di classe fossero strettamente congiunte e dovessero essere affrontate assieme per le ragioni ben illustrate da questo splendido Collettivo.
    Bravissime!!!