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Ragazza di paese

Dal Collettivo Drude:

La scomparsa di un ragazzo nella piana di Gioia Tauro, viene ricondotta al rinomato, quanto arcaico, “delitto d’onore” . La mentalità volutamente chiusa, l’emarginazione, l’ignoranza in cui cercano di tenere questa terra,la condizione delle ragazze/donne, sono lo specchio di un disagio e di un abbandono che spesso portano alla “fuga dei cervelli”,che solo nel 2005 ha strappato alla Calabria 277.000 giovani; 277.000 possibiltà di rinascita per una terra lasciata in balìa del proprio destino. Le motivazioni sarebbero: maggiori opportunità di lavoro, curiosità e intraprendenza, vivacità culturale (http://www.eurispes.it/). Non dimentichiamo il fattore della “cultura mafiosa”, che con le nuove generazioni (anni “80) sembrava potesse scomparire. Analizzando la realtà è evidente come la maggior parte dei “nuovi giovani” stia tornando indietro nel tempo : atteggiamento mafioso ( dato anche dai media, che con le fiction squallide dipingono i boss della mafia come uomini di rispetto,veri uomini), un’alta percentuale di ragazze non continua gli studi e preferisce fare lavori come la parrucchiera o l’estetista. E’ da riconoscere come molti giovani,però,cercano di sfidare e cambiare le cose attraverso attività culturali e di informazione. Ma il futuro della Calabria è in continua fuga.

Di seguito vengono riportati i pensieri della ragazza, frutto della fantasia di chi conosce le storie quotidiane di queste terre dimenticate, che ha avuto il coraggio di denunciare il padre ed il fratello. Sicuramente non avrà più una vita facile e sicuramente ,come da copione,non l’ha mai avuta.

“Sei mesi dopo i miei 18 anni. Finalmente era arrivato il mio momento,tutto doveva essere perfetto come in ogni favola che si rispetti. Nel mio giorno ero io la sposa,la maritata,la scelta,la fortunata. Finalmente potevo avere una vita mia,non dovevo più nascondermi,vergognarmi o preoccuparmi per quello che la gente diceva. Ho conosciuto lui e me ne sono innamorata sin dal primo momento. Aveva gli occhi della mia speranza. Ho scelto il mio abito da diecimila euro,la casa era pronta e i miei cinquecento invitati non aspettavano altro che me! Quant’ero innocente? Quant’ ho dato per la mia libertà che mai mi sono goduta!
Non amavo te,eri solo lo specchio della mia voglia di evadere,eri l’unica strata chi potìa pijjari.

Jeu non haju patri,nè maritu,non haju chiu amuri,nè patruni.
Jeu nd’eppi sulu a tia ntra sta vita chi ormai finìu,chi non avi chiu paci.
Jeu su na puttana,sì!Pecchì t’amai?Potarrìa esseri l’unica puttana du mundu,se solo servisse a riportarti indietro. Non basta il mio amore, neanche quello sporco che mi hanno etichettato.
Ed è chistu chi mi meritu jeu oji?Signuri meu,pecchì propriu idu?
Ero innamorata, ma non avevo mai conosciuto l’amore.
Mi jettai ntra i vrazza i chidu “nenti” pensandu ca era nu miraculu,ca era a libertà!
Che stupida concezione di libertà,ma era l’unico modo che avevo.
Mio padre era geloso,un tipo particolare,che rifiutava la modernità.
Non sapeva nemmeno cos’era la gelosia,la sua è sempre stata paura e vergogna! Si usa così…altrimenti si sulu na zoccula
Invece no : io sapevo cucinare,stirare e stare a casa ed erano, anche, le uniche cose che mio marito sapeva di me. Poteva bastare. Non doveva sapere nient’altro, ma soprattutto non DOVEVO sapere nient’altro. Io dovevo rimanere a casa e lui doveva andare a sbrigare gli affari al nord. Cosa mi doveva servire? Cosa dovevo conoscere del mondo? Avevo vestiti ed elettrodomestici di marca. Che mi mancava?
Dieci anni i focu e i mpernu,anni i solitudini,i paura. Fino a quandu l’occhi mei non ti vittaru e u cori meu ti ntisi! Finalmente! Dov’eri stato prima? Chi facivi? A cu pensavi? Quando ho sentito il vero sapore della libertà, quando a fiavuru toi mi dezzi tutto a na vota, volìa mejju u moru!
Non mi vergognavo più, nonostante ero sposata e cu du fijji! Non mi preoccupavo più,era come se chid’anni che quelle bestie mi hanno cacciato, quell’adolescenza che profumava di freschezza fosse arrivata proprio in quel momento. Non ero mai stata di nessun altro! E non vojju u viju chiu a nessuno! Se scarcerano mio fratello, mi ammazzerà per averlo denunciato. Fussu a madonna :vojju u tornu ntre vrazza toi! Mi dassasti ntra stu focu!Ma no?Chi dicu?Finchè non viu a sofferenza ntra l’occhi i tutta sa malarazza,non pozzu moriri cuntenta. Mio padre per primo, deve conoscere da vicino quello che sto passando e provare ogni giorno la paura che provavi mentre ti puntava la pistola in fronte. Uomo e uomini di rispetto! Gente da salutare per strada e a cui chiedere favori! Volarrìa mejju u moru i fami a menzu a na strata,vollarrìa u su a prima puttana…ma mai,mai chiedere niente a sta razza brutta!A stu schifu i cristianu! Quali rispetto?? Cosa meritano? Tu che c’entravi? Al massimo ero io quella a dover pagare,a doversi vergognare e da dover punire! Tu mi amavi e sapevi a cosa andavi incontro! Ma hai continuato ad amarmi,senza vergogna. Ed io senza vergogna continuerò a piangerti e ad urlare contro questo maledetto Cristo che mi ha messa al mondo così sbagliata e con troppe pretese. E bestemmierò finchè non viu a patrima peniari finu a l’ultimu di jorna soi!L’onore è tutta n’atra cosa,è chidu chi ti portu e ti mantegnu jeu,fina a davanti o campu santu. L’onore è coraggio,quello che mio padre e le bestie come lui non hanno e non avranno mai!L’onore è non doversi nascondere per vivere. L’onore è non scappare lasciando il proprio figlio nel burrone.
Non esisterà mai giustizia per te,ne per me. Se è veru chidu chi dinnu…pe sti cruci chi u Signuri mi dezzi in vita,mi aspetterà in ugual modo la felicità… assieme a te! Vivremo in pace dove nessuno ci farà mai del male. Io puttana e tu martire.

Posted in Omicidi sociali, Pensatoio.


3 Responses

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  1. Giuseppe says

    E’ una storia molto triste, come si fa a non essere solidali al pensiero della ragazza!! Ma da calabrese devo sicuramente affermare che in questa terra non tutte le famiglie si comportano così. Per fortuna la maggior parte dei genitori ha con i propri figli dei rapporti bellissimi basati su un fiducia reciproca dove è il dialogo la base della civile convivenza.
    Purtroppo, ed è cosa risaputa, di questa Calabria si parla solo esclusivamente, quando succedono fatti eclatanti e crudeli come questi, ma Vi assicuro che la gente onesta, umile, e dignitosa si trova in lungo e in largo anche qui,

  2. Mary says

    Senza parole! Stento a credere che l’Italia non assomigli al Pakistan. Giustizia per questo ragazzo, morto perchè nel nostro Paese le donne vengono considerate proprietà delle famiglie. Non oso immaginare la condizione delle donne in quel posto ma spero minimamente che si tratti solo di un caso, anche se penso che le 200 donne ammazzarte ogni anno sono frutto di questo delitto d’onore che la cultura italiana si porta ancora dietro e la condizione delle donne in italia che forse solo nelle grandi città è un pò più paritaria.

  3. Caterina says

    Ogni giorno ringrazio mio papà x aver portato via da lì, si esattamente quella piana, me mia mamma e le mie sorelle. E mai x un minuto ho avuto rimpianti.