Marina Terragni ha diffuso questo suo appello in rete rivolto alle blogger. Lo ha condiviso anche sulla bacheca della pagina facebook a noi dedicata dove le hanno risposto così:
“Scusi Signora Terragni, noi abbiamo con i media questo problema: http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/02/18/i-media-costruiscono-cultura-dello-stupro-occupiamoli/ e in rapporto a Belen e al resto sul blog le nostre amiche si sono espresse in questo modo: http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/02/17/fornero-ci-vuole-usate-ma-coperte/ e a proposito del suo blog e della sua volontà di fare rete diciamo che né Fem a Sud né noi dimentichiamo la posizione che Lei ha assunto quando ha associato le parole di un post di FaS alle pallottole (http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2011/12/22/deconstructing-liste-e-femministe/). FaS (e anche noi) resta sempre antifascista nel modo che a lei non piace e in generale dunque c’è molta difficoltà a fare “rete” con persone che immaginano le donne tutte unite solo in virtù del proprio sesso. Ci sono delle differenze: l’antifascismo, la differenza di classe, la non coincidenza di obiettivi. Noi scendiamo in piazza contro il fascismo, la violenza sulle donne, la precarietà, il razzismo. Non ci interessa molto delle sgambature di Belen. Prima di tutto il reddito che è responsabilità anche dei provvedimenti assunti dal Ministro Fornero che sappiamo invece esserLe gradita. Belen non è la nostra particolare urgenza e non è quella – per noi – la punta di diamante della misoginia che incombe. Buona lavoro a voi dunque e grazie del pensiero!”
E lei: “come preferite. Io ve l’ho detto”
E le altre: “Infatti si, e l’abbiamo detto anche noi. 🙂 Grazie mille per l’invito. Qui decliniamo. Dal blog FaS immagino che si faranno sentire in qualche modo.”
Ecco, io non sono FaS perché FaS è un collettivo e dunque ciò che scrivo è quello che io penso e non quello che pensano tutt*.
Belen ha fatto vedere la coscia sgambata, con la farfalla tatuata, il Ministro Fornero, che alla Terragni piace tanto, ha detto che la tv è sessista ed ecco venir fuori la proposta di una rete delle blogger antisessiste. A servizio di chi? A beneficio di chi? Strumentalmente in uso a chi? La ministra o le Se Non Ora Quando o entrambe?
Perché la rete delle blogger e dei blogger antisessisti (antifascisti- antirazzisti e pure antispecisti) esiste già e abbiamo già realizzato insieme, dal basso, iscrivendosi ad una semplice mailing list, costruendo tutt* assieme, ché avrebbe potuto iscriversi pure la Terragni, volendo, se si sentiva blogger antisessista quanto noi, il nostro primo Feminist Blog Camp al quale succederà il secondo e poi il terzo e chissà.
Così come prima delle Snoq esisteva un mondo di antisessiste e di collettivi femministi che lavoravano ogni giorno e non soltanto per le manifestazioni comandate e poi di punto in bianco arriva Snoq con i suoi fiocchetti rosa, palloncini rosa, tutto rosa e i suoi manifesti in linea col pensiero della protofascista anni’50 con il giro di perle intorno al collo, roba che le precarie non c’entrano niente giacché le nostre distinzioni tra femmine perbene e gran puttane in realtà erano di proporzioni solidali e di vogliamoci bene tutte quante perché siamo una massa resistente e non dobbiamo lasciarci sole e soli proprio mai, in nessun caso, e insomma arriva Snoq a fagocitare tutto, a dire che prima di loro il nulla.
Ovvero, ciò che dico e che intuisco, è l’inizio di un nuovo tormentone atto ad invisibilizzare le parti che mal conciliano con le politiche delle Se Non Ora Quando, con la loro modalità di metterci dentro le ricche, le fasciste, le moderate, le cattoliche integraliste che poi parlerebbero in rappresentanza di noi altre che in realtà siamo perfettamente in grado di autorappresentarci perché siamo una forza e questo, la blogger Terragni di cui sopra, lo sa bene.
Noi non abbiamo bisogno di altre che ci diano “visibilità” perché la rete ti permette, per fortuna, di garantirti visibilità gratis e senza dover pietire elemosine a nessuno, semmai avremmo bisogno che le donne smettessero di farci guerra e di sfoderare armi più o meno di malcelato intento marginalizzatore, ad esclusione delle punte estreme, di quelle radicali, di quelle antifasciste e perciò davvero femministe, per invisibilizzare progetti già esistenti e per rendere tutto funzionale ad un femminismo di comodo, di facciata, buono solo a fare da spalla al governo o a proporre scene madri di sacra indignazione di fronte al corpo ignudo di Belen.
Terragni, ma davvero la 27esima ora farebbe un buon lavoro in rete? Con quei vergognosi articoli che ammiccano a misogini, maschilisti e padri separati? E cosa può importarci a noi del monito del presidente della repubblica recitato come un mantra? Dovremmo sempre stare a muoverci in virtù di una spinta del padre (padrone) di Stato? E non eravate voi tanto impegnate a interpretare il sessismo di superficie demonizzando un solo uomo, Berlusconi, per salvare tutto il resto? Il sessismo di Monti, padre, autorevole, sobrio e principale rappresentante di una modalità autoritaria e non rappresentativa di imporre i suoi provvedimenti al popolo, le sembra inferiore?
L’unica cosa chiara del suo articolo è che nel 2013 ci sono le elezioni, che le donne sono lì a chiedere postazioni elettorali al 50% per portare voti ai maschi che al solito saranno capolista (quando le donne faranno liste proprie è sempre tardi!) e mi sembra evidente che le blogger possono costituire una importante risorsa per garantire visibilità, anzi, legittimità a chi di legittimità ne ha ben poca.
Le blogger non attendevano la sua chiamata alle armi per costituire una resistenza attiva già esistente contro la misoginia, il sessismo, analizzando, attivandosi per denunciare, stigmatizzare, sottrarre consenso. Noi siamo in piedi da mattina a sera per resistere ed esistere e la nostra rete di riferimento è enorme – fatta da donne e uomini che lottano davvero – e non può essere schiacciata da una ipotesi di tutto o niente e prima di noi il nulla, e lei non immagina neppure quali lotte abbiamo dovuto fare e quante ancora ne stiamo facendo, ché è questione di priorità e a ciascun@ la sua, mentre c’è chi gioca a farsi il suo movimento modaiolo che esiste oggi con il ricatto sottinteso che chi è dentro è dentro e chi è fuori muore.
L’unità di analisi e di intenti a mio avviso ha da realizzarsi prima di costituire una qualsivoglia rete di qualunque genere e c’è il Fem Blog Camp, realizzato appunto con grandissimo successo, rappresentativo di una rete attiva ed esistente da tanti anni, come esempio di consolidamento di una pappa che le Snoq al solito trovano già pronta. Inoltre io, per esempio, ho un punto di vista differente su Sanremo per quanto rispetti molto le battaglie delle mie sorelle, ovvero no, comunque non basta questo a dire che ci muoviamo nella stessa direzione. Bisognerebbe parlarsi. Capirsi. E non mi pare ci siano le premesse, ché di essere strumentalizzata per progetti di esclusione a posteriori non ne ho voglia e di fare reti bipartisan ne ho anche meno.
E per il resto lascio aperta la discussione perché, come dicevo, io rappresento solo me. Me che continuo a ritenere che voglio stare in rete con chi mi somiglia e mi rispetta e non ho alcuna affinità con le donne in quanto donne perché le mie affinità sono politiche e dunque nella mia rete ci voglio anche gli uomini che lottano come me, io con loro e loro con me.
Discutiamone. Qui, tra i commenti, tutte assieme, alla luce del sole. Le mie sono motivazioni non personali ma politiche. Le vostre?
http://ilpartitodellamore.blogspot.com/2012/02/appello-alle-zanardi-e-alle-lipperini.html
appello a loro e anche a voi (da un altro lato)
Ben detto! Sono d’accordissimo con voi. Sento l’esigenza profonda di un FEMMINISMO DI CLASSE E ANTIFASCISTA che voi ben rappresentate. Andate avanti così!
Ben detto, ragazze.
Vi adoro e vi abbraccio tutte.
Co.