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Succede in Grecia che le misure per l’austerity hanno ridimensionato le pensioni di per se’ già minime, e non è un caso se in piazza si vedono pensionati straincazzati. Altro che black bloc. E’ gente ridotta alla fame. Poi hanno anche ridotto i tassi minimi per gli stipendi delle persone, il che significa ancora meno soldi. Licenzieranno qualche burocrate ma a fare le spese di quel provvedimento sarà gente povera, stremata, che già non ce la fa più.
Che poi è esattamente quello che stanno facendo qui in Italia, anche qui per mezzo di un governo imposto dalla Bce, sostenuto da partiti di opposizione e maggioranza, e chi dissente è fuori nell’uno o altro caso, ché si può scherzare quanto si vuole ma se non si obbedisce alla Germania sei fottut@ e la Merkel manda giù i commissari a fare strage d’ogni soldo.
Sono tutelate le banche, le grosse industrie, vengono messi al riparo i grandi imprenditori, in Italia dicono che la Camusso abbia svenduto il culo di quelli che speravano ancora nell’art.18, ma a prescindere da questo la questione è chiara e la pappa è già pronta. Siamo già stati derubati e lo saremo ancora.
Ci hanno tolto le pensioni, il lavoro, gli stipendi, i diritti, e per gli uomini ci sarà più frustrazione da gestire che sfogheranno ammazzando le ex mogli o le madri, e per le donne ci sarà più dipendenza economica da risolvere e allora torneranno gli anni ’50 alla ricerca di un buon partito, in qualità di puttane legalizzate, al soldo di qualcuno con un minimo stipendio al quale vendere il culo a qualunque costo pur di avere un tetto e qualche pasto al giorno.
In Italia ci sono intere generazioni di precari che non hanno alcun futuro. Così in Grecia, le cui reazioni sono visibili a tutti ed è così semplice vedere da che parte sta la stampa di regime qui in Italia.
A fare da filtro ad una vera e propria rivoluzione, una guerra civile combattuta per esasperazione, ridotta dai media mainstream italiani alla solita e ridicola versione del governo messo a ferro e fuoco dai black bloc.
Centinaia di migliaia di persone di ogni età e condizione ad affrontare la polizia e la nostra ridicola stampa li chiama black bloc. Provincialotti che non coglierebbero l’opportunità di indagare su una notizia neppure se gliela ponessero sotto il naso.
Idioti: è una rivoluzione. Sono gesti di ribellione. E’ resistenza civile. E’ disobbedienza vera e propria. E’ la vita che esplode. E’ il dissenso che invade le strade. E’ partecipazione dal basso che viene ricacciata sottoterra. E’ un no bello grosso dalla gente che non ce la fa più e arriva forte e chiaro in tutto il mondo.
E’ una risposta a questa pressione economica che ci sta massacrando, a salvaguardia delle banche e dei ricconi, mentre noi poveri facciamo sacrifici e fame. Mentre siamo costretti a fare resistenza quotidiana contro gli sfratti e i pignoramenti. Mentre siamo costretti a indebitarci per pagare una cazzo di bolletta. Mentre ci mancano i denari non dico per arrivare a fine mese ma per arrivare alla fine della giornata.
Abbiamo vita, figli, famiglie, persone a carico che dipendono da noi, o siamo noi a dipendere da altri e la situazione diventa sempre più difficile fino a strozzarci oltremisura e senza alcun preavviso quella corda potrebbe si spezzarsi perché nessuno crede più alla favola dei black bloc, nessuno crede ai pochi sovversivi che mettono a ferro e fuoco una nazione, nessuno crede alle balle che sparano i grandi media, perché noi sappiamo bene cosa prova quella gente e per quanto quella rabbia non abbia ancora invaso le nostre strade possiamo certamente capire e fino in fondo cosa stia accadendo laggiù.
E’ un film che abbiamo visto tante volte: la resistenza e la criminalizzazione del dissenso e la repressione che fa piazza pulita della gente e i feriti e i morti in piazza e quelli del governo che di noi se ne fottono e che tanto fanno quello che gli pare e i figli dei figli dei figli che piangeranno per la moderazione dei loro genitori, per la scarsa capacità di iniziativa, per le parole blande, per la timidezza politica, per la incapacità di tutti di rivolgersi ai governanti e dirgli vaffanculo: restituiteci la vita, le risorse, le ricchezze, restituiteci tutto quello che ci avete rubato e andatevene lontano, voi con il vostro doppiopetto di tessuto morbido, con le vostre collane di perle da impettite alto borghesi, voi che dite a noi che dobbiamo andare oltre il posto fisso mentre i vostri figli hanno il posto e anche l’eredità di una ricchezza familiare.
Non è giusto, lo capite? Non è giusto. E se Atene brucia è grazie a gente come voi.
Io mi entusiasmo poco per le rivoluzioni da tastiera e mi vergogno a stare al caldo mentre laggiù c’è chi sputa sangue. Ma dovessi scegliere da che parte stare io sarei in quella piazza e vorrei appartenere a quel mare. Il nuoto, si sa, fa sempre bene alla salute…
—>>>Tra le altre, in rete, gira la prima foto che vedete sotto con una didascalia che dice “L’uomo che vedete in foto non è un black block, nè un pensionato morto di fame. E’ Manolis Glezos, che nel 1941 sotto occupazione nazista, si è arrampicato sull’acropoli e ha tirato giù il simbolo della svastica nazista.
70 anni dopo degli uomini in divisa, servi dei capitalisti, che non meriterebbero nemmeno di leccargli la suola della scarpa, osano mettergli le mani addosso.”
Partecipo alla tua rabbia. La condivido in pieno.
E noi che cosa aspettiamo a scendere in piazza e a ribellarci come in Grecia al nostro governo di banchieri che esegue obbediente i dettami della BCE e della Germania?
Non andremo più in pensione, aumentano i licenziamenti, la disoccupazione, elevatissimo è il numero di precari, percepiamo retribuzioni da fame, il welfare è sempre più ridotto e ricade interamente sulle spalle delle donne, fra meno di un mese aboliranno pure l’art 18. Cosa deve ancora succedere prima che ci risvegliamo e cominciamo a rivoltarci?