Sì, certo, è un blog. Uno spazio virtuale nel quale molte persone pubblicano testi e link su diversi argomenti.
Molte persone. Sì, Femminismo a Sud è un collettivo; diverse persone che decidono di collaborare, mantenendo distinte le proprie posizioni, perché sentono e hanno la prova che la discussione tra loro ha basi comuni, è sempre critica e costruttiva, porta all’attenzione argomenti e punti di vista che altrove non sono espressi, o non lo sono del tutto, o non apertamente.
Le molte persone che ne fanno parte sono di generi diversi, di formazione diversa, sono nate e vivono in luoghi diversi. Tutte queste caratteristiche differenti fanno di Femminismo a Sud un luogo a volte molto produttivo, a volte molto discontinuo nelle sue presenze, a volte martellante nella sua comunicazione. In tutte queste espressioni non manca mai, però, né la critica né l’apertura. Femminismo a Sud “si” legge molto e spesso, e ogni cosa che vi viene scritta suscita un dibattito acceso e fitto prima di tutto al suo interno.
Anche per questo Femminismo a Sud è sempre disponibile ad ospitare cose scritte da altri. Qualunque cosa arriva a Femminismo a Sud entra nel circuito critico del collettivo, che non ha alcuna regola esclusiva – a parte evitare gli insulti fini a se stessi e la pubblicità inutile.
I punti fermi per tutti sono l’antisessismo, l’antifascismo, l’antirazzismo e l’antispecismo. Ma sono forme molto variegate e complesse di opposizione, e Femminismo a Sud cerca di raccoglierle e veicolarle quante più sono. E’ un lavoro notevole, soprattutto se fatto da volontari, ma i risultati arrivano. Tramite le sue pagine, i suoi link, il suo ormai notevole archivio, Femminismo a Sud è anche un deposito di informazioni ed esperienze che è molto raro trovare in rete – in questa quantità e in questa varietà.
Proprio perché è un collettivo, il linguaggio di Femminismo a Sud è molto vario, nei toni, nel lessico, negli argomenti. E’ molto semplice criticare ogni cosa scritta qui – il problema non è quello. Il problema è contestarlo apertamente e partecipare a un dibattito. Questo, purtroppo, non succede molto spesso, perché molti preferiscono non mettersi a discutere con un intelocutore libero e volontario. Il web non cambia le abitudini, specie le peggiori. Anche nel web la maggioranza delle persone preferisce, pur avendo a disposizione controparti interessanti e interessate, stare sempre in mezzo a compagnie rassicuranti e confortanti, che non intaccano le proprie convinzioni, che non costringono a (ri)pensare le proprie certezze.
A me invece questa compagnia piace molto. Imparo da chi è diverso da me, soprattutto se mette a disposizione gratis tempo e spazio per starmi a sentire. E’ sempre uno scambio, e mai un’imposizione. E’ sempre un mettere insieme, e mai un dare e avere. Addirittura, si riesce a far cambiare idea a qualcuno, parlandoci e facendolo partecipare. Credo che questa si chiami politica, e mi piace così.
A voi piace così?
no