Non stiamo qui a chiederci come mai l’hard disk dello stragista neofascista Casseri sia sparito. Non è nostro compito.
Nostro compito è quello di documentare e analizzare e dopo aver iniziato a recuperare la memoria di tutte le circostanze in cui è stata sdoganata Casapound in questi anni (continueremo a raccogliere materiale), a partire da personaggi più o meno noti dei circuiti intellettuali, giornalistici e politici della cosiddetta sinistra italiana, è necessario anche fare una analisi a proposito del ruolo che i media si propongono di avere ogni volta che si parla di fenomeni di questa portata.
Ora non so bene come definire la questione usando delle metafore prese in prestito dalla meccanica. Se non erro potrei dire che quando succede qualcosa che tocca anche marginalmente la vita di movimenti di sinistra agisce una forza centripeta che include tutto e tutti. Se uno fa il ruttino per tutti è previsto il rigurgito. Perfino per quelli ammazzati in piazza durante le manifestazioni si dice che siano l’esempio di un movimento che andrebbe messo al bando.
Quello che succede a destra, che è successo negli ultimi anni e che succede tuttora, è invece totalmente all’opposto. Gli appartenenti ai movimenti di estrema destra trovano sempre il modo di apparire martiri e il martirio vale a partire dai tanti Svastichella e Casseri che in giro vanno a fare i giustizieri ispirati da una cultura che di sicuro non è la mia e se non è neppure quella dell’estrema destra allora che cos’è? Da dove viene?
Quando i media parlano di movimenti dell’estrema destra funzionano come una centrifuga. Fanno le lavatrici dei panni sporchi. Li lavano in pubblico ma facendo attenzione a banalizzare le macchie, a normalizzare tutto, a sminuire gli eventi, le circostanze, a martirizzare quel bianco che più bianco non si può. Riciclano la monnezza e recuperano quello che può restare visibile. Istituzionalizzano. Predispongono all’ingresso di quei gruppi dentro le aule dei comuni, delle province, delle regioni, del parlamento nazionale.
I media fanno da centrifuga per separare la parte che può essere resa visibile da quella che non va bene. Ovvero: operano una separazione tra parti buone o cattive che va sempre al ribasso perché di volta in volta si sdogana un elemento in più che “umanizza” i portatori di alcune ideologie e criminalizza la controparte.
Gli stili degli articoli che abbiamo analizzato sono quelli che hanno realizzato, certamente a Roma capitale ma anche altrove, il filone nazi-fashion, quello per cui era normale scrivere articoli ammiccanti in cui ci si compiaceva del proprio essere di sinistra e dunque di essere così libertari, guarda un po’, da riuscire – senza mani, senza mani – a varcare la soglia di Casapound e ad uscirne vivi.
Come dire: vedete? in fondo sono bravi ragazzi… brava gente… si chiamano camerati tra di loro, ma che vuoi che sia? Sono portatori di una cultura revisionista che equipara i partigiani a dei delinquenti, ma che vuoi che sia? Hanno una visione delle donne che equivale al loro utero, ma che vuoi che sia? in fondo sono delle persone con cui si può parlare, pronunciano correttamente la lingua italiana, sanno dire “pa-ppa”, “a-cqu-a”, “brum – brum”. Fanno cacchina, pipì, guardalì lì, sono proprio come noi, ma che cattivi quelli che non vogliono sentirne parlare, che li giudicano responsabili di veicolare una cultura nefasta. Che cattivoni quei quattro antifascisti che si pigliano mazzate un giorno si e uno no per tentare di ripristinare un minimo di regole civili, che dicano che libertà ci deve essere ma per tutt*, mentre alcuni intellettuali tanto intelligenti firmano appelli pur di fare stare in piazza quelli di Casapound, salvo poi non volerne rispondere politicamente e promuovere una campagna di denigrazione contro chi, come noi, semplicemente documenta quanto storicamente già avvenuto. Si immolerebbero per fare parlare uno di Casapound ma ripasserebbero con un filtro i contenuti condivisi su Femminismo a Sud. Niente Voltaire, per noi, niente di niente, anzi.
Associato al filone nazi-fashion, fascio-trendy, c’è la tendenza a dare del fascista a chi ti dice che sei un po’ superficiale nella valutazione di ciò che scrivi. Ovvero ti si chiedeva una spiegazione, illo tempore, ora ti si dice solamente che quando allora, ve lo ricordate?, c’era chi lottava strenuamente per garantire agibilità politica a Casapound, ai compagni e alle compagne che facevano resistenza, avvisavano, si opponevano, dissentivano, criticavano, si diceva che eccoli lì i fascisti, erano loro, quelli là che osavano pretendere che i casapoundini non occupassero con i loro convegni e le loro iniziative piazze e università, luoghi pubblici, di tutti e tutte, luoghi in cui bisognerebbe rispettare il diritto di ciascuno a non vedersi schiaffato in faccia che fascismo è beauty, in una rivisitazione del terzo millennio di un movimento vecchio decine di anni.
Tutto il gruppo di Sansonetti e del suo seguito su Gli Altri, così come la Concia e per ultimo perfino Capossela a Napoli, tutti a dire che compagni e compagne che esigono che un movimento di estrema destra non trovi spazio pubblico per dire, veicolare, mettere in circolazione le loro orrende idee, sono l’equivalente di “fascisti”, Capossela li ha chiamati “nazisti”. E la musica è sempre la stessa.
Tu, antifascista, chiedi che il fascismo resti in un bell’archivio storico invece che lasciarlo circolare nelle strade e di colpo diventi fascista. Tu richiami alla responsabilità politica di chi sceglie, per la pagnotta, perché va di moda tra i salotti buoni della capitale, per qualunque ragione, di promuovere un movimento di estrema destra presentandolo attraverso una serie di icone fashion, e non si parla mai della loro responsabilità, giacché evidentemente si preferisce spostare l’attenzione, ma di te che censureresti la libertà di espressione, la loro, tu, alla quale viene detto chiaramente che non sei libera di esprimerti e che se ti esprimi in piazza, reale e virtuale, da antifascista quale sei prendi manganellate.
Vittime e carnefici, martiri ed eroi. Tutto al rovescio. Se tu fai resistenza e partigianeria sei cattivissim@, loro dentro e tu sempre più fuori.
La lavatrice, la macchina del riciclaggio e dell’istituzionalizzazione dei movimenti neofascisti come sappiamo ha più che funzionato.
In questo chi fa comunicazione ha avuto ed ha un ruolo fondamentale. Perciò l’antifascismo, in primo luogo, si fa anche a monte, su quel terreno scivoloso in cui si dice e non si dice con superficialità, in cui si assumono iniziative politiche e/o culturali come se fosse normale andare alla presentazione del libro tal dei tali in una delle sedi di Casapound e come se le parole non fossero importanti.
Le parole sono importanti. Fin troppo. L’antifascismo non ha vie di mezzo. Come l’antisessismo, l’antirazzismo, l’antispecismo. L’antifascismo non è un gioco perché i morti che il fascismo ha prodotto e continua a produrre nella storia sono morti veri, di fronte ai quali c’è ben poco da dire. O stai di qua o stai di là. Questione di autodeterminazione. Io vado ad autodeterminarmi nel senso che con i fascisti non oso dialogare. Mai!
Ps: naturalmente capiamo bene come mai sia tanto più semplice attaccare noi che esprimersi in modo netto e non ambiguo su Casapound. Perché casapound è casapound. Femminismo a Sud è solo femminismo a sud. Per certa gente il nemico non sono i fascisti. Il nemico siamo noi. Questione di priorità.
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doverosa precisazione rivolta a Cloro :
sono sostanzialmente d’accordo con te per quello che dici a proposito della guerra in Libia. Le guerre promosse dalla nato (Usa, gendarmi e lobby che governano il mondo, con il fedele cagnolino italico da sempre e sempre più in vile quanto ambigua prona prima fila) e la faccenda dell’ ‘esportazione di democrazia’ mi hanno sempre fatto inorridire e immancabilmente trovato all’opposizione più ferma e a dir poco critica.
gli appunti che ti muovevo riguardavano i tuoi giudizi in merito a sel e vendola.
ho letto tutto ciò che hai scritto qui e a cui mi hai indirizzato tramite link (anche quello ‘sbagliato’, che invece ho trovato utile e interessante).
come già esplicitato in altro commento rispetto te e il tuo pensiero (peraltro assai poco dissimile dal mio), ma sulla tendenza guerrafondaia e filoNato di vendola e Sel mi permetto -senza alcun intento polemico- di non concordare.
ti saluto con stima e simpatia.
x soloconio A me invece pare che quelle dichiarazioni di Vendola (rese a inizio marzo, mai ritirate nè rettificate, quando a metà marzo è partito il vile attacco assassino della NATO) sia un accodarsi al leitmotiv della NATO portatrice di democrazia ed anche un’indicazione di direzione di pensiero per i suoi adepti. In Libia non c’è stata mai una “rivolta” di popolo, ma semplicemente un’aggressione militare accompagnata da infiltrazioni mercenarie. I documenti che man mano uscivano sbugiardavano clamorosamente le menzogne dei giornali. SI PARLA DI 40 MILA MORTI, cifre ottimistiche. Eppure vendola non è mai tornato indietro dalle sue sporche parole. Parole di amicizia con la nato e di vicinanza con le esportazioni di democrazia che in 10 anni han fatto milioni di morti. Dei commenti poco mi cale: è gente che nn conta nulla.
ps rossana rossanda e franca rame han fatto uguale a vendola. Io sono tuttora scandalizzata da queste persone.
ti ringrazio, Cloro, per avermi chiarito i motivi della tua drastica posizione circa Vendola e Sel.
continuo a ritenere improprio tuttavia l’appellativo ‘guerrafondaio’ rivolto al partito del governatore della Puglia e immagino a quest’ultimo in persona.
rispetto e comprendo comunque la coerenza intransigente e le motivazioni forti animanti il tuo altrettanto forte pensiero.
vendola non parla di muovere guerra contro Cuba.
si ‘permette’ di criticare una dittatura auspicando e promuovendo un progresso umano e civile.
la cecità nostalgica con supplementi omofobi dei commenti a quell’articolo su l’unità mettono tristezza e qua e là imbarazzano (il sottoscritto, almeno).
p.s. non sono iscritto a Sel e non ho idoli politici (men che meno del presente, in attività).
p.p.s. io invece ho nostalgia degli anni ’70. forse perché non li ho vissuti.
scusa, è questo
http://www.unita.it/italia/la-svolta-di-vendola-dopo-br-la-libia-neanche-cuba-ha-piu-alibi-1.275000
x solocon
http://www.cloroalclero.com/?p=8344
certi…troppi titoli -spessissimo spiattellati a cubitali caratteri in prima pagina- su quotidiani quali il giornale di famiglia, e libera servitù alla famiglia e il tragicomico la padania, sono a mio parere da considerarsi vergognosamente alla stregua dei volantini e proclami e scritti reali e/o virtuali poundini e dei nazifascisti vari del terzo millennio.
i feltrisallustibelpietroporro&co. (sul losco ambiguo forse da sempre infiltrato sansonetti e i suoi ‘altri’ già mi sono espresso) non sono meno colpevoli delle giovani leve di ‘fascistielli’ (sempre più NAZIfascistielli -effetto lega ? probabile, ma non riguarda solo il nord, il tristo fenomeno) formato pseudointellettuale-aperto-al-confronto-al-dialogo-e-sticazzi.
il liberismo
-in particolare quello in salsa italica, giornalistico e politico e imprenditoriale e nazionalpopolare, dai berlusconini ai renzinveltronianchiamparini+baricchiano seguito illuminato dei sinistronzi ‘moderni’ (in sostanza stessa melma, con l’aggravante della miopia ingenua oppure del corrotto interesse per i sinistronzi moderni)-
è assai spesso più nero dei libelli e proclami volantinari e post nei siti nazifascisti.
più nero del più nero fascismo è il liberismo criminale dominante nel ‘mondo occidentale’ (estendendo il concetto) e in italia segnatamente.
del resto l’uno serve (al)l’altro, in idilliaca armonia e contiguità direi da sempre.
@cloro : SEL guerrafondaia ? mi pare una conclusione un bel po’ forzata, ma ammetto che non so quale informazione ti ha portato a scrivere un’affermazione ai miei occhi così poco condivisibile.
con solidarietà e partecipazione e affetto,
una voce (‘e notte) da Trieste
Tutta questa mia discutibile 🙂 analisi -che magari sembra un po’ “fredda”- sottintende il massimo della solidarietà e della compassione umana per le famiglie dei due ragazzi africani trucidati e per le famiglie Rom che sono rimaste senza un tetto nel freddo inverno torinese.
Per precisare: i pregiudizi da bar del tipo “gli arabi e i neri sono troppi”, “i ROM ci portano via le case e rubano”, “i cinesi ci vogliono fare la guerra e ammazzano le bambine perchè non valgono nulla”, “i rumeni stuprano” ecc..ecc… se ci fai caso nessun media entra nel merito di queste cazzate per confutarle. Sono strategie per fomentare conflitti interclassisti: il miglior modo per impedire la costituzione di un fronte “di classe”. Il potere in questo periodo sta rischiando molto. Atti di violenza così lo ingrassano e lo rafforzano. Se l’antifascismo è una convinzione personale granitica contro ogni tipo di autoritarismo, sessismo, omofobia o xenofobia mi ci riconosco ma se deve tradursi in scontri di piazza del tipo “anni ’70” io gli dico NO GRAZIE. Perchè la storia e la logica dicono che ESSO NON FUNZIONA. L’abbiamo già sperimentato.
Bah! Non so che mi dire. Ce significa esattamente “sdoganare”? Rendere accettabili persone e contenuti? O regalare a gruppuscoli politici (come casa pound ) spazi e visibilità mediatica per fargli fare proseliti? Personalmente la vedo cosi 1) emmeno male che casa pound ha levato gli scritti dell’assassino. Avesse scritto “bravo, ha fatto bene” sarebbe stato peggio. Se non altro ha rinnegato la matrice razzista del movimento. 2) “parlare coi fascisti” : è soggettivo. A me interessa solo, sui social network, confutare la loro opinione secondo cui “mussolini è stato un bravo statista”. Penso che sia un buon contenuto. Viceversa mi rifiuto di parlare con gli antiabortisti che pensano che il grumo di celllule sia “vita” (e poi sono favorevoli alle guerre) 3) io sono pacifista. Penso che questo sia il mio punto di partenza per qualunque contenuto, cui seguono, logicamente, le mie convinzioni sulla parità dei sessi ecc..ecc..In questo senso ritengo la libertà di espressione un diritto inviolabile, una condizione senza la quale non c’è speranza alcuna di cambiamento della compagine culturale. Per cui il problema non è la sottocultura razzista dei fasci (e leghisti, che sono una rivisitazione odierna), ma il fatto che essi vengano veicolati in modo massiccio e positivo dai media. Come sono veicolati i contenuti guerrafondai e se vogliamo i guerrafondai sono piu’ numerosi dei fascisti: li troviamo anche in SEL. Se dovessi farne una questione di “priorità” combatterei piu’ questi ultimi, se non altro per questioni di numero. E anche in questo caso i media hanno un ruolo preponderante: cosa dire della shock economy e del relativo contorno di temi spaventosi legati alla “minaccia islamica” veicolati dai media? 4) a parte questo fascio squilibrato (è vero che spesso è una scusa, ma lo squilibrio mentale è una realtà) tutte le convinzioni razziste sono legate ad un’ideologia guerrafondaia che non è casuale, ma è costruita e progettata in un’operazione di marketing costosissima, che noi subiamo. extracomunitario>incivile>spesso islamico>terrorista>nemico. I fascisti, numericamente, recitano un ruolo marginale in questa pantomima. Che fai? Ti isoli? non parli piu’ con nessuno? Prendi ad esempio il femminismo: sai quante sono le DONNE che ritengono il femminismo un’ideologia fanatica, fuorviante e demenziale? Basta stare su facebook un po’ per saperlo. Tornando a bomba: i fascisti sono solo l’effetto collaterale dei tanti modi che il potere attua per incanalare il dissenso in modo preferibilmente di far nascere “guerre tra poveri”. Un conto sono “i fascisti” (spesso studentelli ignoranti) e un altro conto sono coloro che ne incoraggiano la proliferazione: secondo me un’ottica ragionevole deve per forza fare dei distinguo. Vedere i fascisti come prodotto del potere borghese che ha necessità di serbatoi spontanei di violenza, aiuta.
@marco, 🙂 e su questo non ci piove, io parlo di relazioni tra noi. Parlo del fatto che si possa fare meglio. Non parlo di relazioni con i/le facisti/e (!) . Se e dove ci sono relazioni vive (anche entro alcune differenze) relazioni in cui si pensa anche di procedere insieme per cambiare le cose mi scontro con qualcosa che non mi convince affatto, cerco anche il confronto diretto. Non parlo di fasciste/i, ripeto! Ma di persone che “l’altro ieri” stavano in spazi che sento vicini. Quanto meno due domande me le faccio, o no? Ora di questo credo non sia il caso di discutere qui, anzi, per fortuna se ne discute anche fuori da blog, Twitter e FB. Spero sia chiaro quello che dico.
Condivido al 100% il vostro articolo
Lo posto in giro
@Rho: c’è chi costruisce le relazioni con i/ le fascisti/e e chi li combatte
a rischio della propria sicurezza personale
Non si tratta di duri e puri, non c’entra assolutamente nulla e non capisco proprio perché scrivi questa cosa.
Nessuna mediazione Nessuno spazio Mai ai fascisti !!!
Antifascismo militante sempre
Marco Capoccetti Boccia
Infatti ciascun@ realizza relazioni con chi vuole. nessun problema. C’è chi costruisce relazioni tra compagne e chi invece… c’è chi discute circa le proprie posizioni e chi si rifugia in un vittimismo trito e ritrito. è la storia, di cui siamo piene. autocritica? a noi non manca. altrove invece.
Con la sola ragione dura e pura non si va da nessuna parte, fare politica sono anche le relazioni che costruiamo. Il femminismo e la storia della
resistenza stessa (quella della quotidianità, dei vicoli, del pane e delle coperte) ci raccontano come le relazioni umane siano al centro del cambiamento. Non si tratta di roma capitale, si tratta di modalità. Torno a dire che c’é bisogno di un confronto reale e collettivo sulle nostre pratiche politiche, al di là ldell’astratta ragione, che da sola è deprimente. Credo che l’autocritica sia buona pratica per tutt*.