Da Malapecora:
signore, signori e favolositá leggenti eccomi qua, direttamente dal FemBlogCamp e dal palco dell’Askatasuna, pronta finalmente a condividere i testi bellissimi che abbiamo letto per il reading King Kong Bloggers.
devo dire che mai come in questa occasione ho capito la distinzione fondamentale tra il concetto di potenza (che é la forza meravigliosa che riusciamo a far circolare e che si moltiplica quando si condivide) e quello di potere (che é accentramento misero della potenza e funziona con una dinamica opposta: allontana e isola, non si condivide – al massimo si divide – e soprattutto, conseguentemente non si moltiplica).
questa foto mi piace un sacco perché mi piace l’intensitá dello sguardo – che é rivolto a una delle mie compagne, probabilmente quella che stavo introducendo.
King Kong Bloggers voleva essere solo una terapia performatica: l’intento era quello di generare un contesto di mutuo supporto nel quale sperimentare collettivamente il brivido della presa di parola. conosco molto bene il panico scenico – quella forza misteriosa ma fin troppo familiare (soprattutto a noi donne) che davanti a un uditorio ti blocca la voce e a volte anche il respiro, che ti fa perdere il filo mentre parli, che ti lascia zitta quando invece avresti delle cose da dire – e la sfida era quella di superarla insieme.
il risultato é stato molto emozionante, per noi e anche per chi ci stava a sentire (il meraviglioso pubblico del FemBlogCamp).
dopo una serie infinita di problemi tecnici ha rotto gli indugi Elisatron (prego notare l’accrocco flycase scotchata sotto allo sgabello, che sennó era troppo basso).
intimorita ma determinata, ha letto un testo che aveva tradotto quello stesso pomeriggio,
le 40 ragioni perché le puttane sono i miei eroine
di Annie Sprinkle (accompagnata dallohuman mic del pubblico partecipante)
1 le puttane sanno condividere le parti più private e delicate del loro corpo con perfetti sconosciuti
2 le puttane hanno accesso a luoghi inaccessibili
3 le puttane sfidano i costumi sessuali
4 le puttane sono giocose
5 le puttane sono tenaci
6 le puttane hanno carriere basate sul dare piacere
7 le puttane sono creative
8 le puttane sono avventurose e osano vivere pericolosamente
9 le puttane insegnano alla gente come godersela di più a letto
10 le puttane hanno molte culture e molti generi
11 le puttane danno consigli eccellenti e aiutano la gente coi loro problemi personali
12 le puttane si divertono
13 le puttane indossano vestiti eccitanti
14 le puttane hanno pazienza e tolleranza con le persone che non sopporta nessuno
15 le puttane rendono le persone sole meno sole
16 le puttane sono indipendenti
17 le puttane insegnano alla gente come fare sesso più sicuro
18 le puttane sono una tradizione
19 le puttane sono trendy
20 le puttane hanno un ottimo senso dell’umorismo
21 le puttane liberano milioni di persone da stress e tensioni indesiderate
22 le puttane guariscono
23 le puttane resistono di fronte al pregiudizio feroce
24 le puttane fanno i soldi
25 le puttane hanno sempre un lavoro
26 le puttane sono sexy ed erotiche
27 le puttane hanno talenti speciali che le altre persone semplicemente non hanno. fare la puttana non è mica da tutti.
28 le puttane sono persone interessanti con un sacco di storie di vita eccitanti
29 le puttane passano molto tempo a letto
30 le puttane aiutano la gente a esplorare i propri desideri sessuali
31 le puttane esplorano i loro desideri sessuali
32 le puttane non hanno paura del sesso
33 le puttane spingono
34 le puttane luccicano
35 le puttane sono divertenti
36 le puttane hanno il coraggio di indossare parrucche molto grandi
37 le puttane non si vergognano di essere nude
38 le puttane aiutano le persone handicappate
39 le puttane si autorganizzano
40 le puttane si ribellano contro leggi assurde, patriarcali, sessuofobiche contro la loro professione e lottano per il diritto legale di ricevere compensi economici per il loro prezioso lavoro
la squadra di XXDonne ha continuato leggendo il prezioso Manifesto delle donne metafemminili.
a seguire Alessandra Di Pietro, con un estratto dal suo magnifico Godete!
(il testo lo trovate in questo post)
é stata poi la volta di Minerva Jones, che ha letto l’adattamento di un post dal suo blog, dal titolo Sono masochista.
Sono masochista.
Sono masochista perché – se devo scegliere tra due strade – percorro sempre quella più lunga, tortuosa, selvatica, piena di rovi, in salita e sconnessa.
Voglio sentire la fatica fisica, e provare piacere quando arrivo.
Sono masochista perché – quando ho avuto la proposta di soluzioni facili per la mia esistenza – mi sono rifiutata di vendere il mio corpo a un cliente, la mia mente a un editore, il mio cuore a un’ideologia.
Sono masochista perché credo ancora in tante stupidaggini infantili – l’onestà, la correttezza, la solidarietà, l’amicizia, l’amore – e, quando le vivo sogno ancora che dureranno in eterno.
Sono masochista perché vorrei che tutti fossero più coraggiosi, felici e incoscienti di ciò che sono, perché sogno un’umanità liberata che non abbia paura di rendersi conto che la vita è solo un tragico gioco, un tragico scherzo della natura.
Sono masochista perché sono una combattente nata, e combattere mi piace: mi piace l’aggressività, e non mi sottraggo né allo scontro fisico, né a quello intellettuale e verbale. E mi piace prenderle quanto darle. Fino all’ultimo.
Quindi, forse, sono anche sadica.
Sono masochista perché non mi accontento di nulla – soprattutto non voglio una quieta esistenza.
Voglio vivere, o morire.
il collettivo Sguardi sui generis ci ha presentato un testo che é la summa delle autonarrazioni raccolte per il progetto Sguardi sulla precarietá.
Non mi importa andare troppo indietro nel tempo e raccontare tutto. Lavori ne ho fatti di ogni sorta: gelateria, pulizie, segreteria, commessa in un negozio di dischi, assistenza disabili, barista e cameriera, centrale radio e ufficio stampa. Alcuni li rifarei, altri no.
L’annuncio tipico presenta due voci irrinunciabili: «requisiti richiesti» e «facilitazioni previste».
Il reddito come «facilitazione» è una bella trovata. Viene presentato come un di più, qualcosa di non necessario che, se c’è, ti facilita la vita, e se non c’è te la puoi cavare comunque.
Oggi bisogna sapersi inventare un lavoro! Se sei creativa e ti saprai adattare vedrai che trovi la tua strada!
Ebbene io la mia strada la conosco, mica ho fatto mille lavori perché ero indecisa su quale scegliere. Semplicemente mi hanno reso possibile rimanere sulla via, quella che sento mia e che non sono disposta a mollare perché popolata di passioni, di amori e di persone con cui condivido uno sguardo sul mondo.
Per quanto mi riguarda, la questione del reddito e quella del desiderio non sono separabili.
E vi racconto un pensiero che ho di frequente? “non ti puoi ammalare, non ti potrai ammalare, nessuno si potrà ammalare” … E chi ci’ammazza?!
Mi hanno detto: “devi sempre essere pronta a riposizionarti, devi essere flessibile, ingegnosa, creativa, piena di inventiva”. Figo! Devi. Lo sono. E Sai, Mi derubano di me.
Vendere tutto! Vediamo… Mi Restano una schiena, due gambe, due piedi… il petto? lo vuoi? quanto? … venduto.
Ci hanno raccontato di sogni di serenità e vacanze e passeggiate festive, lavoro finalmente in settimana, casa mutuo famiglia eccetera eccetera. Ci hanno fatto credere che fosse l’aspirazione, tranquillo traguardo di un percorso di studi e di impegno.
E poi via il pavimento da sotto i piedi: vivete insoddisfatti, dei vostri lavori a scadenza e degli studi che non c’entrano nulla, della casa che condividete in cinque, dei consumi centellinati, di voi stesse, della vita che conducete, magari anche delle vostre relazioni.
Mantenere tutto in piedi, altro che una conquista.
Questi Tempi di insoddisfazione vorrebbero dipingere la mia storia come la vita di una persona per nulla arrivata, o per lo meno, non ancora.
Non ho tempo per me, per te, per loro, per voi. non ho tempo e dò tutto il mio tempo.
Io ingrasso tu dimagrisci scambiamoci i pantaloni
Voglio la stanza, nemmeno la casa, non posso permettermela, la occupo (la stanza)
Divertimento, frustrazione, intelligenza, cultura, caos, il martedì il museo è gratis, il lunedì il cinema costa meno, al concerto scavalco, gelmini tremonti cota vi odio, il materasso era in strada, il preservativo è della lila.
Desideri, desideri, mille desideri, voglie, io voglio tutto, io mi prenderò tutto.
Ho svolto molti lavori, il mio curriculum nonostante la mia età è lungo il triplo di quello di mia mamma che lavora da trent’anni in una piccola fabbrica.
Non sono mai stata disposta ad accettare qualunque cosa, non credo che il lavoro sia un bene comune, credo sia la dignità ad esserlo. Il lavoro mi serve per avere un reddito, imprescindibile. Non un rimborso spese, nè provvigioni.
Sarà banale da dire, ma il futuro di noi studenti ci si presenta su un piatto d’argento,questo è vero. Futuro che però è pronto ad ossidarsi con un velo di instabilità fin dal primo momento.
Beh, a me le promesse che suonano come una minaccia non piacciono.
E allora a chi sta immaginando questo tipo di futuro per me, una promessa, una vera, voglio farla anche io: quella di assicurare che non ho perso e non perderò la voglia di lottare per cambiare lo stato di cose presenti e per costruirmi prospettive diverse.
E so che siamo in tanti a dire che faremo di tutto per mantenerla.
e poi é arrivata Bea, che ha riadattato l’introduzione a Devenir Perra di Itziar Ziga.
(la versione integrale la trovate qui)
e poi c’ero io che ho letto la lettera di Patricia dal carcere e un altro paio di cose – ma la piú importante era quella.
e adesso che é notte fonda e che Torino sembra cosí lontana mi si é un po’ scaldato il cuore a parlare delle mie compagne.
non sono piú la giovane Holden di un tempo, che quando scriveva poi gli mancavano tutti.
nella maturitá ho scoperto l’eterno presente di un momento, che puó durare pochissimo e allo stesso tempo non finire mai.
(e se – a proposito di maturitá – volete vedere tutte le mie rughe, tra le bellissime fotodel reportage scattato al FemBlogCamp da Vincenzo Cammarata ce ne sono alcune in cui si vedono veramente troppo bene
ma io so femminista, che me frega?)