Venerdì 25 novembre saremo in tante a manifestare contro la violenza sulle donne: saremo nelle piazze e saremo anche nel web, come sempre.
Tra le numerose iniziative ci arriva la comunicazione e l’invito a partecipare anche da Pisa, dove le donne dell’Associazione Casa della Donna, storico luogo femminista in città e sede anche del Centro Antiviolenza, organizzano insieme a molte altre realtà cittadine sensibili al tema un presidio contro i femminicidi. L’appuntamento è a Pisa alle ore 17 su Ponte di Mezzo.
Le donne di Pisa comporranno un enorme simbolo femminista con 129 paia di scarpe con un fiore rosso, tante quante il numero delle vittime di violenza maschile in Italia ad oggi dal primo gennaio 2011.
Ognuna di queste persone sarà ricordata, nome per nome: le donne della Casa hanno infatti con pazienza e determinazione ripreso tutte le notizie di femminicidi pubblicati da Femminismo a Sud e Bollettino di Guerra iniziando a mettere insieme questo primo sanguinoso bilancio del 2011.
Noi saremo li con loro a leggere questi dati, fisicamente ma anche virtualmente.
Questa è un’inziativa importante perché cerca di tenere il filo di un’emergenza che è tale per la frequenza con cui accade e la connotazione di genere che la contraddistingue, smentendo la natura episodica con cui viene solitamente descritta.
Mentre queste donne vengono dimenticate i loro assassini, la maggior parte partner o ex-partner, sono definiti pazzi o depressi, gelosi, disoccupati o tristi.
Anche un gesto piccolo come quello di rileggere i loro nomi e le loro storie e rivedere le dinamiche di una narrazione che ci è fin troppo famigliare significa svelare e portare alla luce l’assenza di un corpo che prima c’era ed era tanto importante e di cui adesso non rimangono che oggetti immobili, come le scarpe.
In un momento storico e sociale drammatico in cui siamo ferocemente sotto attacco questo è fondamentale perché bisogna tenere unito il filo delle morti ogni tre giorni e svelare l’ipocrisia dei politici che si riempiono la bocca di parole come “famiglia” fingendo di ignorare che in Italia le donne di famiglia muoiono.
Questi nomi dalla piazza risuoneranno nel web nei nostri spazi e in tutti quegli spazi di donne, femministi, antisessisti e antifascisti che si uniranno al nostro tam tam.
Leggete, condividete, raccontate, fate girare e producete materiale: occupiamo tutto e occupiamo il web parlando della violenza sulle donne con le nostre parole.
Nessuno lo farà per noi e nessuno ci darà voce se non ce la prendiamo.
NI UNA MAS, NON UNA DI PIÙ!
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