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#occupyutero: nessuno può decidere sui nostri corpi a parte noi!

Siamo alle solite. Accettano di far passare la pillola dei cinque giorni dopo, un contraccettivo d’emergenza che agisce entro le prime 120 ore dal rapporto a rischio per scongiurare una gravidanza, ma mettono le clausule, deterrenti, soliti ricatti pensati per scoraggiare, per lasciare che le donne continuino a farsi di prezzemolo e cytotec quando toccherà abortire in modo doloroso dato che impedita la contraccezione e poi reso difficilissimo l’aborto, con tanto di terrorismo psicologico sull’uso della ru486, la pillola abortiva, e poi di minaccia di introdurre gente del movimento per la vita dentro i consultori, che dovrebbero essere pensati a garanzia della salute di tutte le donne, a prescindere da ciò che decidono, non resta altra alternativa che il ferro da calza a massacrarsi l’utero.

Quante ne devono morire ancora? Quante dobbiamo vederne dissanguare? Quante dobbiamo vederne perennemente massacrate per responsabilità di chi vuole a tutti i costi che generino prole? Quante dobbiamo vederne ostacolate nelle loro vite perché considerate solo dei contenitori e delle macchine per fare figli?

L’accordo, neanche a dirlo, per l’uso di questa “pillola dei 5 giorni dopo” sarebbe che bisogna prima farsi un test di gravidanza, ma non uno qualunque, perché c’è il dubbio che quello che vendono in farmacia si possa un po’ truccare, che già me le immagino le sorveglianti della vita a dire “piscia, qui davanti, e poi passaci l’urina che il test lo facciamo noi”, che non sia mai che usino urina differente, quindi non quello, pare, ma l’esame del sangue, giusto per favorire i laboratori di analisi convenzionati, quei tanti luoghi che lucrano sulla salute altrui.

E qui va detto che entro cinque giorni l’esame del sangue non può mai azzeccare una previsione e poi chiediamo: nel caso in cui il test fosse negativo sarà proibito l’uso della pillola? Perché se è nostro diritto prenderla in caso contrario che bisogna fare? Cioè, se risulti gravida non te la fanno prendere e se invece no neppure, allora a che ci serve? Mi sembra follia, che solo nel nostro paese potevano pensare.

Infatti l’Italia è l’unica nazione che si è data una regola del genere. Allora serve ribadire un documento venuto fuori dalla plenaria del feminist blog camp, giusto per dircelo, che basta con questi ricatti e questi mezzucci. Abbiamo corpi, sensualità e passione e vogliamo fare sesso senza soffrire. Dovete smetterla di tenerci in ostaggio, noi, i nostri uteri, le nostre vite, davvero basta.

Leggete quell’altro testo che si occupa di un regresso sociale che tocca tante regioni e poi tante brutte regole che ci riguardano tutte e infine regoliamoci così, dato che è il momento per dirlo, #occupyutero, ciascuno il suo, è roba nostra e sui nostri corpi non decide nessuno a parte noi. Buona lettura!

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Comunicato dell’assemblea plenaria del Feminist Blog Camp contro gli attacchi regionali all’autodeterminazione delle donne.

Siamo donne, ragazze, studentesse, precarie, disoccupate, provenienti da differenti città, appartenenti a collettivi di genere e percorsi di autodeterminazione. Da tempo siamo impegnate nelle nostre regioni a contrastare quelle politiche sociosanitarie che minano, seppur in modi differenti, l’autodeterminazione delle donne in tema di scelta di maternità; in particolare l’introduzione del volontariato pro vita nei consultori e la privatizzazione dei servizi sanitari che si accompagnano a quella capillare diffusione dell’obiezione di coscienza come vero e proprio dispositivo per normare le nostre condotte e sessualità. Il Feminist Blog Camp è stata per noi occasione di incontro e condivisione. Un incontro dal quale non abbiamo potuto che trarre conferma all’idea che questi attacchi siano assolutamente trasversali e che le singole regioni rappresentino il laboratorio di un disegno più ampio, volto a generalizzare questo modello sociosanitario in tutta Italia.

La nostra risposta politica dunque non può che essere unitaria, intersecando i singoli percorsi di lotta regionali: quelli relativi alle normative sui consultori, all’iter della pillola RU486 e quello dell’interruzione volontaria di gravidanza, contro l’introduzione del movimento per la vita nei consultori, al quale ribadiamo che non daremo alcuno spazio. Intendiamo dunque coordinarci su due livelli, uno informativo rispetto alle condizioni delle singole regioni, l’altro volto a individuare una linea comune di contrasto verso quanto sta accadendo.

Vogliamo perciò costruire delle tappe di confluenza delle rispettive lotte nei nostri luoghi di battaglia, nelle scuole, nelle università, nei consultori, per dare vita ad una rete, nella speranza che il percorso intrapreso conduca ad un momento di confronto e lotta unitario.

Nessuno spazio al movimento per la vita in ospedali, consultori e scuole!

Fuori gli obiettori dalle nostre vite!

 

Assemblea plenaria Feminist Blog Camp

Laboratorio Sguardi sui Generis – Torino

Le Ribellule – Roma

Mujeres Libres – Bologna

Consultoria Autogestita – Milano

Assemblea Le De’Genere – Terni

Femminismo a Sud

xxd – rivista di varia donnità

Vengoprima! – Venezia

Frequenze di genere – Bologna

Femminile Plurale

Un altro genere di comunicazione

Collettivo LeGrif – Pisa

Comitato Donne 13 Febbraio – Pisa

women.it/Orlando

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Critica femminista, Omicidi sociali, Pensatoio, R-esistenze.


One Response

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  1. porno says

    tra l’altro avete letto che succede a Parigi? 🙁

    http://porno.noblogs.org/post/2011/11/15/brutte-notizie-da-parigi-sex-worker-e-movimento/

    l’erba del vicino non e’ sempre piu’ buona 🙁 🙁 🙁