Da Meno&Pausa:
Siamo della generazione che ha visto l’inizio della fine della stabilità lavorativa. Over40, 45, 50, precari e precarie e invisibili. Totalmente dimenticati/e perché si parla di giovani e a loro giustamente viene dedicata grande attenzione ma noi siamo destinati all’immondezzaio, perché non c’è alcun provvedimento che ci tuteli.
Abbiamo vissuto, studiato, lavorato, abbiamo anche avuto brevi stagioni di lavoro stabile, poi di colpo siamo stati licenziati o semplicemente ai contratti precari non sono succedute altre opportunità.
Dopo i 40 siamo già considerati morti, noi che non rientriamo nei contratti di apprendistato, che non avremo mai una pensione, che non abbiamo alcun destino davanti a noi salvo la povertà e la strada.
Dopo anni di lavoro siamo stati sbattuti fuori da aziende che hanno delocalizzato. Dopo anni di lavoro precario non è seguita alcuna stabilizzazione. E’ sempre più difficile trovare qualunque tipo di contratto. Dopo anni di ricerca torniamo ad essere più dipendenti di prima da partner, genitori, altri.
Non abbiamo casa o se ne abbiamo una non riusciamo a pagare né l’affitto né il mutuo. Viviamo spesso grazie alla pensione minima di una madre o di un padre. Viviamo stretti in situazioni di grave dipendenza, con famiglie a carico o anche senza, uomini e donne senza alcuna speranza perché non c’è nulla che dica che domani per noi sarà diverso.
Che si abbia una laurea o no abbiamo comunque un curriculum pieno di cose già fatte ma non contano nulla e se siamo donne le possibilità si allontanano ancora di più e allora si prefigura un destino deprimente in cui qualcuna tenta il suicidio, altre si deprimono, altre ancora tentano di reagire ma non sanno come fare.
Uomini e donne sono vittime di una situazione tragica e non hanno ascolto. Finiscono ad elemosinare lavori di qualunque tipo dove comunque si pretende di assumere qualcuno che abbia un’età inferiore.
Dai 40 in su è morte sociale senza alternativa. Siamo persone che hanno pagato già un prezzo per ogni scelta e che hanno energia e rabbia e competenza ma non abbiamo voce e siamo stanchi/e. Siamo sfiniti/e. E non vogliamo scendere in competizione con chi è più giovane sottraendo loro posti di lavoro che possono servire a dare una opportunità. Ma è la competizione selvaggia che il mercato ci impone e invece noi vogliamo scendere in piazza insieme. Tutti e tutte, di qualunque età, perché il problema non può essere visto senza superare barriere generazionali fatte apposta per metterci gli uni contro le altre.
Le persone della nostra generazione non hanno voce e non sanno prenderla. Abbiamo genitori che possono lasciarci da un momento all’altro e andati via loro non sappiamo come fare. Abbiamo partner che non ce la fanno più a sostenerci. Abbiamo sogni che non ci sentiamo in diritto di perseguire.
Siamo quelli/e che usavano le bombole del gas, lo scaldabagno, il giradischi e le musicassette. Siamo quelli/e che hanno visto nascere lo scempio culturale delle tv libere. Siamo quelli/e che hanno assistito impotenti al cambiamento di leggi che ci avrebbero portato a tutto questo. Siamo passato, presente e non abbiamo futuro. Abbiamo storia e ci sentiamo clandestini/e.
Non abbiamo diritti ma solo doveri. Tanti/e tra noi sono perseguitati da ispettori giudiziari, abbiamo debiti, siamo sfrattati, siamo stati derubati del poco che avevamo e siamo perseguitati dalle banche. Non ci è concesso recuperare e rappresentiamo solo un ostacolo per chi vuole spacciare l’immagine di una nazione che non ha prodotto vittime.
Noi siamo vittime, siamo cadaveri sociali che vengono sepolti sotto metri e metri di bugie e censura. Siamo quelli/e che non possono parlare perchè non hanno soldi neppure per una connessione internet. Siamo quelli/e che non vengono invitati/e a parlare in nessun posto perché la nostra immagine non concilia neppure con l’idea che si ha di chi è precario/a.
Siamo over40 senza futuro e non siamo ancora morti/e.
Siamo over40 precari e pretendiamo attenzione e non staremo zitti/e.
Firme
e…
(aggiungete firme o suggerimenti se ne avete…)
—>>>Tutto ciò è stato sollecitato e raccolto da alcuni commenti che potete leggere qui, qui, qui, più altre cose che sono state scritte nel tempo da tante persone che hanno seguito il progetto Malafemmina.