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#feministblogcamp: Report della plenaria!

Questo è il report su quanto in sintesi ci siamo dett* alla plenaria del Feminist Blog Camp. (Report numerosi e vari interventi dei workshop potete trovarli a partire dai link in fondo a questo post) Una plenaria partecipata per quanto tant* già fossero andat* via. Perciò, nello spirito di condivisione e di massima partecipazione che ci siamo dat* sin dall’inizio il report è passato dalla mailing list, attraverso la quale ogni cosa è stata decisa e organizzata di comune accordo, e abbiamo atteso che tutt* avessero il tempo di valutarlo, eventualmente integrarlo o correggerlo. Ci sono pochissime variazioni in realtà e il report di per se’ ha suscitato una discussione entusiasta e comunque costruttiva su cosa sarebbe meglio fare l’anno prossimo, volendo tutt* andare avanti nella direzione presa e avendo ben chiaro che fare rete è una risorsa e non un limite per qualunque battaglia politica che tutt* noi vogliamo intraprendere. Perciò vi lascio al report che è lettura corposa e d’accordo con la lista lascio da parte la discussione su elementi di valutazione successiva che riprenderemo più in là quando tutt* avranno voglia di socializzarle. Noi ci riserviamo comunque di continuare a produrre analisi e rispetto a questo report segnalo che un primo risultato è già stato condiviso e che riguarda il documento venuto fuori dalla plenaria “No al movimento per la vita nei consultori”. Testo e firme potete leggere QUI e ovviamente chiediamo che la rete si faccia rete e che si attivi per la diffusione di questi contenuti, nelle forme e nei modi che più si ritengono opportuni. Buona lettura!

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In conclusione, il posto è stato frequentato da almeno duecento persone, donne e uomini, intervenute da tutta italia e anche da alcune città d’europa, francia, germania per esempio, per partecipare ai workshop. Molte altre comunque erano con noi a socializzare e raccontarsi. Non sapremmo quantificare perché possiamo solo dire che le tre sessioni workshop in contemporanea erano sempre frequentate, in numero maggiore o minore, ma comunque partecipate e le persone che hanno contribuito al fem blog camp sono davvero tante.
I temi di maggiore interesse sono stati quelli che ruotavano attorno all’antisessismo, al postporno come riappropriazione della sessualità e dell’immagine dei nostri corpi, non artefatti e truccati da alcuna soluzione grafica, all’antiautoritarismo, con ampie sessioni in cui si ragionava dell’uso del web per non consentire ad altr* di raccontare le nostre lotte al posto nostro, all’antispecismo, narrato con parallelismi significativi che parlavano di violenze contro le donne e contro gli animali, alle sessioni tech, soprattutto la parte che riguardava il “fare blog”, il cyberstalking, la modalità di fare rete e di darsi forza per poter veicolare meglio e di più i nostri contenuti. Tema di interesse è stato quello che contestualizzava il progetto di comunicazione politica sulla precarietà “Malafemmina” e le sessioni gestite da Vezzoli/Sanzo o Lorella Zanardo.

In questo report è contenuto il risultato politico di tutta l’iniziativa che è comunque riuscita a determinare la nascita di un network fatto di corpi, blog, soggetti di vario genere che parlano anche lingue diverse ma hanno interesse a fare delle cose insieme.

Alla plenaria, dopo mangiato, domenica 30 ottobre, il numero delle donne e uomini presenti è ridotto perché tant* sono già partit*. Si respirava aria di grande soddisfazione. Felici, entusiaste, eravamo riuscite in una impresa non da poco grazie alle persone che si sono spese senza risparmiarsi mai e grazie a chi ci ha creduto, ci ha investito e ha partecipato animando la tre giorni con intelligenza, idee, contributi sempre di qualità, disponibilità, tempo, abbracci, parole, pensieri, sostegno anche a distanza per chi non è riuscit@ a esserci…

Sala 3, dove abbiamo raccontato tante cose importanti e dove abbiamo trascorso il tempo di pranzo, merenda, socializzazione. Gli interventi sono per forza di cose sintetizzati.

Apre gli interventi Valentine, di Sguardi Sui Generis:

Felici di partecipare all’organizzazione del femblogcamp e di ospitarlo. Grazie a tutti e tutte. Grazie a chi l’ha pensata e lanciata, a chi ha impiegato la disponibilità etc. molto contente di come è andata. Sono senza voce (nel senso che nella tre giorni si era persa le corde vocali :*) ma felice.
Sicuramente ci siamo incontrate e aveva senso incontrarsi dato che abbiamo iniziato a fare rete nella rete. A sostenerci, scambiarci idee e pratiche in rete. C’era la maturità e la voglia di trovarci e scambiarci pratiche e condividere saperi e conoscenze.
Penso che l’obiettivo che ci eravamo date sia stato centrato, tanti workshop ben fatti, qualcuno saltato per questioni organizzative ma è anche plausibile che questo accada.
Questo è stato non un punto di arrivo ma un punto di partenza. A nostro parere ha senso che non ci disperdiamo e nei modi che preferiamo scegliamo di mantenere questa rete, continuare il lavoro politico nel web, presidiare degli spazi, riappropriarci di tutto e usare i media, essere noi i media invece che essere usate da essi.
Proponiamo di mantenere in vita la mailing list dei blog femministi, continuare a scambiarci opinioni e anche lavorando con chi non c’è in plenaria fare passare le proposte che escono da qui e sentire che ne pensano.
Quello che è stato fatto qui va condiviso. Report, materiali, video, audio etc etc e faremo in modo che tutto sia accessibile e online.
Vorremmo ora sapere come avete vissuto voi la tre giorni?
Qualcosa non ha funzionato e altre cose si, confrontiamoci per dotarci di strumenti migliori.
Vorremmo anche scrivere un documento con report e proposte e farle girare per la rete.

Slavina:

Faccio una proposta metodologica. Agitare le manine per dare consenso.”

Enza, femminismo a sud:

We love francesca (la compagna di askatasuna che si è assunta l’impegno di condurre la cucina per due giorni e dalla quale personalmente ho imparato un sacco di cose bellissime). D’accordo per mantenere attiva la mailing list e proposta per immaginare un appuntamento per il prossimo feminist blog camp l’anno prossimo. In una città in cui ci sono persone che si candidano, all’insegna dell’autogestione, dove insistono lotte territoriali da sostenere, forse intorno a fine settembre (fa più caldo), preparando tutto con più tempo e più cura e traendo una lezione dai difetti organizzativi riscontrati in questo femblogcamp. Impareremo!
L’obiettivo era di creare una rete, che stesse dentro un contenitore che, a prescindere dalle differenze, si occupasse di comunicazione e mezzi di trasmissione delle nostre lotte, nella consapevolezza che nessuno può rappresentarci meglio di quanto possiamo fare noi e che abbiamo il dovere di presidiare il web, un media importantissimo che rappresenta il presente e il futuro della comunicazione, e di raccontarci perché non possiamo lasciare che lo facciano giornalisti e media mainstream disonesti che hanno tutto l’interesse a invisibilizzarci, ignorarci, demonizzarci, criminalizzarci, collaborare alla repressione che colpisce tutt* noi. Una rete che racconti di noi, ciascun@ per le proprie potenzialità e per il proprio livello di interesse. Una rete in cui nessuno sovradetermina e in cui ciascun@ possa partecipare a partire da alcune predisposizioni e quindi dare forza a campagne antisessiste, antirazziste o antifasciste o antispeciste etc etc.

Valentina, femminismo a sud:

Non si aspettava di stare così bene in un centro sociale, ha riscontrato qualche difetto organizzativo, forse poteva andare meglio, poichè sarebbe stato necessario organizzare meglio i turni di lavoro, per i banchini per la cucina eccetera.
Qualche valutazione sulle persone incontrate, sulla diversità dei soggetti coinvolti, felicemente sorpresa sulla ricchezza dei contenuti, e intenzionata per la prossima volta a coinvolgere ancora più persone di diverso genere.

Bea:

Voleva mettere le facce ad identificare le persone, le blogger, voleva vedere corpi, sensualità e vite… i workshop sono stati fighi, alcuni poco partecipati, poco circolari, altri meno, limite: c’era chi andava e ascoltava e chi parlava… forse su questa cosa bisognerà riflettere. Auspica una maggiore circolarità nel momento della condivisione. Le è piaciuta la socialità, la possibilità di ipotizzare connessioni.

Mujeres libres, bologna:

Hanno trovato che la programmazione fosse fittissima, con tempi troppo stretti che hanno limitato la discussione. Forse questo ha rappresentato un limite per lo scambio conoscenze e circolarità. In alcuni workshop è mancato il dialogo perché c’era necessità di elaborare. Aspetti di cui tenere conto per il futuro.

Ilaria, Sguardi sui Generis:

A proposito di un argomento che ci riguarda, sulla gestione consultori, delibera ferrero, sguardi sui generis e altre realtà territoriali hanno scritto un documento, che portano in assemblea affinchè le realtà presenti del Feminist Blog Camp potessero sottoscriverlo. (QUI TESTO DOCUMENTO)

Slavinamalapecora.noblogs.org:

Trova fantastico quello che è successo al femblogcamp e che andrà fiorendo, a partire dalla battaglia su consultori e autodeterminazione. Il femblogcamp è piaciuto molto a lei e anche a sua figlia. Le è dispiaciuto che altr* non abbiano portato bambini e bambine ma lei non si è comunque mai sentita sola nella cura di sua figlia ed è una cosa bella perché a parte le grandi teorizzazioni la genitorialità è una cosa che si vive da sole. Ha voglia che il prossimo camp sia più lungo, d’estate, lo supporta, lo vuole, è emozionata ma è stata bene e espandere questa rete è una cosa vitale a partire dall’inclusione delle figlie e dei figli.
Segnala un deficit: la mancanza di un settore importante della società che è quello delle donne migranti e delle persone trans.  In una ipotesi di lavoro futuro bisogna coinvolgere anche queste persone che rappresentano una punta di avanzamento.

Enza, femminismo a sud:

Specifica che sono state coinvolte tutte le realtà e che la call è stata rivolta a tutt* in egual modo.

Daniela Dannaxxdonne:

Si riferisce al comunicato proposto (che poi è stato di comune accordo migliorato ndb.), e in particolare al lessico politico usato. Su termini che potrebbero allontanare i soggetti che non li accettano.

Lafra, femminismo a sud:

Il femblogcamp, rappresenta un fare rete nella rete, a partire da entità virtuali, per quanto tante di noi facciano politica e vivano la politica in tante loro attività, il portare le lotte territoriali in rete e valorizzarle senza dissociarsi, crede sia un dato positivo.
Una cosa alla quale terrebbe è che ci si incontrasse ancora in centri sociali, perché sono realtà minacciate e ci tiene che questa cosa continui. A torino è stato possibile perché askatasuna e sguardi sui generis sono realtà che si incrociano ed è stato importante fare attraversare questo posto da persone che sanno dei centri sociali solo quello che si legge nei media mainstream. Sostiene che vada valorizzata la scelta di un centro sociale come luogo di costruzione di cose positive.

Susanna

Secondo lei è necessario realizzare un collettore di blog e si riferisce alla proposta fatta da vezzoli/sanzo durante il loro workshop.

Femminile plurale:

Questo femblogcamp è stat@ una grande scoperta. Ha visto persone diverse da quelle che immaginava, bello il fatto di trovare così tante donne che hanno gli stessi obiettivi e sarà complicato tornare all’isolamento. Avrebbe voluto parlare con tutte. Uno dei loro obiettivi è quello di dare rilevanza politica e sociale a certi temi. Ritiene anche lei che fare un collettore sia uno strumento necessario. Torna a casa più forte perché *ora so che ci siete voi*.

Elisa (bologna):

Si riferisce anche lei alla proposta di aggregatore in varie modalità, al workshop di sanzo/vezzoli. La declina come una proposta di magazine. Si rimanda la discussione in lista (che su questo continua). Per valutare se si può realizzare uno strumento comune.

Ornella xxdonne:

E’ difficile mettere d’accordo tutt* sull’uso di uno strumento comune perché bisogna comprenderne le caratteristiche.
(Aggiungo che: va chiarito che si tratta di un aggregatore e non di un sito che somma le diverse esperienze rendendole omogenee…).”

Lafra, fem a sud:

Aver dato corpo, volti e sguardi a persone seguite è stato emozionante, anche rivedere persone che stanno lontane ma sono molto vicine edato che anche tra noi non ci tocchiamo così spesso. Portare avanti lotte, battaglie e idee senza avere un momento di contatto che ti rassicura, etc etc… è anche il brutto di fare rete senza poter essere tutte insieme. Per cui questo momento è stato un momento di forte emozione.

Viola: ladyfest ribellule

Interviene per dire che le è piaciuto molto ed è stato bello.

Altra compagna (non si ricorda il nome):

Dice che è stato bello. Propone di esportare questo metodo e questa pratica di condivisione e di iniziative ad altri contesti perché lo ha trovato utile ed efficace.

Lafra:

Propone di fare un’occupazione femminista per fare il feministblog camp femminista a oltranza fino allo sgombero ☺ per il prossimo anno.

Minerva Jones:

Segnala che secondo lei nell’invito non c’erano dei riferimenti a gruppi territoriali che si occupassero di migranti. Bisognerebbe prendersi l’impegno e l’incarico per pensare alle realtà migranti e coinvolgerle anche se non sono nella rete. (rispecifico che l’invito era rivolto a tutt*)
Si dice molto inquieta rispetto a quello che stiamo vivendo, preoccupata dall’idea che ci lasciamo pensando ad una iniziativa per il prossimo anno, pensa che il prossimo anno si restringeranno gli spazi e saremo devastate. Ritiene che dovremmo ritrovarci prima del prossimo anno, a tempi più brevi, sei mesi, non un anno. Definisce molti blog interessati a questioni di genere, che però vanno a lottare contro lo stesso soggetto politico. I diversi movimenti esistenti con varie differenze vorrebbe trovassero la disponibilità ad accoglierle pur nelle diversità.
Lei esorta a spalmarci e contaminare. Non sa come concretamente questo possa accadere.

Enza, fem a sud:

Non concorda con l’idea di vedersi in tempi così brevi perché il femblogcamp non intende sostituirsi ad altre reti esistenti ma vuole essere solo un contenitore che raccoglie soggetti a partire da un denominatore comune, che parla di comunicazione e web, e che riguarda tutt* pur nella diversità. Riunirsi in tempi brevi significherebbe assumere una entità quasi simile a quella di se non ora quando e noi non vogliamo essere questo. Ciascuna deve essere libera di attraversare ciò che vuole. Inoltre dice che la sottoscrizione al documento sui consultori, a partire dalle realtà presenti in assemblea, è una cosa doverosa perché il senso del femblogcamp era anche quello di portare forza a contenuti e lotte territoriali.

Frequenze di genere:

Dice che questi giorni hanno dato a loro moltissima carica, avrebbe voluto partecipare a tutti i workshop anche se non si poteva, la cosa che le è piaciuta è la semplicità di comunicazione, loro come frequenze di genere hanno una rubrica e hanno sentito cosa si intende per femminismo, o per *questioni di genere*, lei avrebbe voluto stare a parlare con noi su tutto ciò ma ritiene che bisogna parlare di noi altrove dove non troviamo persone che concordano sempre con noi. C’è tanta gente tra noi che è femminista e ha una sensibilità di genere e bisogna rintracciarla e parlarci. Questo appuntamento ci da forza ma poi bisogna lottare altrove.”

Terni, Nicoletta, De-Genere:

Parla di iniziative pubbliche sugli inceneritori e uno anche in una chiesa. Ritiene che bisognerebbe andare nei luoghi attraversati da tanta gente. Poi regala varie considerazioni su pratiche e lotte territoriali di terni e perugia.

Mujeres libres:

La compagna che fa parte delle mujeres libres dice che hanno un blog e lei non lo sa usare, non sa caricare foto e fa fare alle altre, era venuta senza un’idea di cosa fosse il femblogcamp e invece lo ha trovato strong, le è piaciuto soprattutto quello che ha fatto slavina (su postpornografia e affini), i workshop le hanno dato spunti di riflessione utili e si sente parecchio soddisfatta.
Suggerisce comunque di rendere più chiari i livelli tecnici delle cose proposte nei workshop, se di base per beginning o medium o advanced.

Germana, sguardi sui generis

Si dice d’accordo con enza a proposito del non concedersi appuntamenti troppo frequenti ma renderli annuali. Una organizzazione di un evento come questo richiede un tempo organizzativo lungo e comunque questa esperienza non deve essere egemonizzante e dare agli incontri una frequenza maggiore potrebbe dare un’impronta non condivisa.

Anna (salerno)…

Lei ha sempre frequentato l’area dei movimenti, la battaglia a terzigno e cose simili. non è lei che ha incontrato il femminismo ma è il femminismo che ha trovato lei quando si è scontrata con delle questioni che la riguardavano. il camp è arrivato in un momento in cui le era necessario. Fa questo intervento perché tra una cosa e l’altra ha partecipato a pochi seminari, non è una bloggers, fatica ad affrontare la tecnica e le interessava più l’aspetto politico della faccenda. Ma le piace avere questo strumento di contatto e vuole restare in rete perché ci sono battaglie territoriali da fare dato che *a sud siamo sempre a sud*, e vorrebbe portare tra i compagni punti di rottura dato che anche tra compagni esistono muri che non si riesce a scardinare, meccanismi di potere nelle aree antagoniste che se non si riesce a smontarle non ce la facciamo e lei comincerà dunque da quello che le sta più vicino.

Ornella, xxdonne:

si riferisce brevemente al teatro valle occupato a roma dove fanno da mesi formazione a vari livelli, così’ come abbiamo fatto noi. ciò che stiamo facendo è analogo: Noi siamo qui per proclamare il presidio attivo sul web, perché è un media e bisogna appropriarsene.

Lafra (fem a sud):

propone a tutt* di raccontarci cosa è stato detto nei workshop, dato che ciascun@ ha avuto modo di vedere solo un frammento di iniziative“.

Ilaria (sguardi sui generis):

a questo proposito rassicura circa il fatto che le sguardi contribuiranno a condividere materiale audio/video in streaming da mettere online. Tutto sarà messo dunque in condivisione.

Marzia di milano:

Si dice attratta da ws tecnici che però non le hanno dato le informazioni che voleva. Lei si dice una *vecchia* di 50 anni e dice di non tenere il passo dunque ha bisogno di informazioni e vorrà seguire di più per aggiornarsi e per raggiungere un livello di conoscenza maggiore. Spera che si riesca a rivederci e a milano spera di trovare spazi in cui istruirsi.

Sonia:

Ringrazia moltissimo perché sostiene di aver preso più di quanto non abbia dato!”

Valentine, sguardi sui generis:

Saluta e rimanda gli incontri online“.

Slavina:

Conclude ricordando il fatto che è vero che i seminari sono stati un po’ troppo frontali. Qualcuno parlava e tanti ascoltavano. Però è anche vero che c’erano troppe persone ed era difficile l’interazione o una disposizione differente. Promette che miglioreremo.

Ovviamente tutte le osservazioni critiche sono più che auspicate e servono a fare meglio la prossima volta per rendere il femblogcamp uno strumento prezioso per tutt*.

E in ogni caso per quanti difetti organizzativi potesse avere questa prima esperienza totalmente autogestita ciò non ci ha minimamente distolto dal fatto che è stato meraviglioso incontrarci, fare questa cosa insieme, sognare, progettare, includere, creare, ragionare, condividere, socializzare saperi, esperienze, vite, bisogni, sogni, desideri…

A margine, dalla mailing list come contributo che integra il report, dalle Vengo Prima:

siamo assolutamente favorevoli alla realizzazione di un collettore comune che faccia da cassa di risonanza alle battaglie territoriali ed a eventuali lotte nazionali (e oltre) e che riteniamo fondamentale la costruzione di una rete di realtà femministe e LGBTQ attraverso l’uso del web.

Riassumendo:

le proposte che sono in discussione sono:

– realizzare un collettore che possa valorizzare le singole comunicazioni di ciascuna, fermo restando che fintanto che non si realizza questo possiamo stendere delle linee guida da fare girare che dicano come tutt* ci impegniamo a fare da cassa di risonanza per lotte territoriali, battaglie e campagne a seconda dei nostri diversi argomenti di interesse. Se sguardi sui generis racconta delle lotte sul loro territorio noi ci impegniamo a fare girare il più possibile quanto comunicano perchè le nostre lotte assumano in modo virale un valore e perchè le nostre parole invadano il web e si sostituiscano alle narrazione mistificate dei media mainstream. d’altro canto se le ragazze di un altro genere di comunicazione lanciano una campagna antisessista sull’uso umiliante dei corpi delle bambine in pubblicità ci assumiamo allo stesso modo il compito di rilanciare e diffondere perché le lotte, a vari livelli, non si fermino e perché questa rete di donne e uomini che realizzano cose di valore in rete, abbiano spazio e siano più forti, mai soli/e.

Il tema è fare barriera contro ogni censura, ogni limitazione alla circolazione dei nostri contenuti, a prescindere dalle differenze.

poi:

– tenere attiva la mailing list (sta già avvenendo!) come luogo di costruzione del prossimo femblogcamp e luogo di diffusione e collegamento per le varie campagne di supporto in rete.

– tenere attivo il blog e rinviarlo ai vari siti e blog che partecipano a questo “network” di genere. Se si valuta che va bene così, mettiamo dentro banner, campagne, link e contenuti di tutt*. Stabiliamo come, quanti, quali. Chiunque faccia parte della rete volesse avere accesso al blog per integrare contenuti basta fare un account “autistici” e inseriamo subito.

– sottoscrivere il documento sulla battaglia per i consultori proposto dalla rete sui consultori (già fatto!)

– prossimo femblogcamp, dove? quando? a sud? qualcun@ parlava di Napoli? fine settembre?

– mettiamo sul blog tutti i contenuti, video, audio, testi, slide, interventi, su ciò che è stato fatto a Torino.

– scrivere documento che ragioni su alcune cose che possiamo portare avanti insieme.

Ci pare tutto. Se abbiamo dimenticato qualcosa ovviamente, come abbiamo sempre detto, si può integrare.

Un abbraccio grande a tutti/e e felice di tutto quanto, ringraziamo le persone che hanno attraversato il #femblogcamp, con tanta disponibilità, umiltà, voglia di stare insieme, di condividere qualcosa, di regalare un sapere, delle informazioni preziose e di costruire qualcosa di bello.

Per nostro conto possiamo dirvi che siamo sempre disponibili a condividere tutto quello che sappiamo quando volete. Se vi servono approfondimenti tech (lo diciamo per la compagna che si è definita *vecchia* e non lo è certamente e lo diciamo per tutt*), dritte di ogni tipo, scriveteci, cercateci. Noi siamo sempre qui. Seguite il blog del Feminist Blog Camp.

Leggi anche:

Per chi si è pers@ i workshop del Feminist Blog Camp trovate alcuni audio/video in parte QUIQUIQUIQUI.

Prime valutazioni di Sguardi sui Generis

Femblogcam: il più grande spettacolo dopo il big bang

Il report sul femblogcamp di ArpaRita

Un resoconto di Chiara Sunrise 

Donne Migranti, che non è riuscita a venire, ma che comunque dice cose che ci riguardano

Le immagini di Elisatron

Interviste audio sul FbC

Il report di quella che diventa la più giovane autrice di femminismo a sud :)

Ancora da Clusterbombs sul progetto malafemmina

Report di Non è un paese per Donne

Report da Il Cielo è sempre più Blu

Report da Vita da Streghe

Le slide del workshop di Giorgia Vezzoli e Francesca Sanzo con la loro proposta per una piattaforma collettiva

Il report di Giulia, una delle donne che compongono il blog Un altro Genere di Comunicazione

Il report di Francesca Sanzo (Donne Pensanti)

Il report di Femminile plurale

Panzallaria, Francesca Sanzo, e il compleanno vissuto con noi al femblogcamp

Elisatron e MilanoX

La prima proposta per fare rete e sorellanza in rete da Francesca Sanzo, un hashtag per i femminismi

#femblogcamp: a mezzo metro da terra!

il report di Slavina e Nina

Il report di Minerva Jones

il report di Zia Jo’

Il report di Olinews

Il report delle VengoPrima

femblogcamp, immagini, report, video, chiacchiere

Il femblogcamp mi ha contaminata ed emozionata

Il femblogcamp mi fa sentire meno sola

Posted in Comunicazione, Fem/Activism, Iniziative, R-esistenze.


One Response

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  1. Sheena says

    E’ decisamente stata una grande esperienza e sono contenta di essere riuscita a partecipare. Da non-blogger, però, devo dire che mi piacerebbe di più se non ci si limitasse al web, ma nella prossima iniziativa si coinvolgessero maggiormente anche quelle donne e quegli uomini che lottano fuori dalla rete in modo finora disaggregato, per unirci, per sentirci unite/i..