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#15ott: Nulla uccide più che accontentarsi di sopravvivere!

Un intervento di Mami (madre precaria), per la categoria delle “Memorie collettive” dove potrete trovare tutti gli interventi e i racconti che stiamo raccogliendo sul #15ott. Per inviarceli scrivete a femminismoasud[chiocciola]inventati.org. Buona lettura!

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Nulla uccide con più sicurezza che accontentarsi di sopravvivere.

Dal 15 ottobre sono trascorsi giorni di isteriche reazioni, di parolai senza fine sui bravi e cattivi manifestanti, di provvedimenti repressivi messi in atto per individuare i “colpevoli” . Si cerca in tutti i modi di depotenziare, mettere all’angolo la prorompente esplosione di rabbia che si è manifestata in piazza quando ormai non c’è più niente da perdere, quando ogni sano discorso non è servito a nulla, quando le giuste ragioni sono calpestate dai poteri forti, quando nessuno è disposto veramente a mettere in gioco la propria esistenza per ciò in cui dice di credere!

Io non ho alzato la mano per lanciare la mia rabbia, non ho avuto il coraggio. E me ne pento. Perché a cosa serve essere disponibili al dialogo, essere pronti al confronto, essere disposti ad ascoltare e controbattere se il potere se ne frega delle ragioni, se ne frega della tua vita, se frega se ti fai il culo ogni giorno per portare a casa uno stipendio da fame, che neppure si può chiamare stipendio tanto che è ridicolo, se hai una figlia da crescere sapendo che non potrai offrirle nulla, nemmeno quel poco che hanno potuto offrire a te i tuoi genitori. Se ne frega e ti entra in casa, con l’autorità degli usurpatori, ti mette a soqquadro armadi, cassetti, perquisiscono ogni angolo della tua vita perché hai avuto il coraggio di lottare, di dire No alla devastazione del tuo territorio, No alla annichilimento della tua vita, NO allo sfruttamento, NO ai calci in culo agli immigrati e ritornatevene a casa vostra perché qui non c’è posto, NO al fatto che tuo fratello è stato sbattuto dentro perché ha fatto una cazzata e gli hanno bruciato due anni della sua vita mentre i ladri della politica mangiano, rubano, vanno a puttane e nessuno mai di loro passerà una notte in cella, nessuno.

Ti entrano in casa, e cercano, rovistano, e tu devi dire a tua figlia che sono “amici” anche se portano via il padre… e tu lì a dire che è andato a prendere un caffè. Cercano cosa? Le ragioni noi le abbiamo tutte. E’ ora il tempo di farle valere. Smettetela di ripetere come pappagalli tutte le stronzate che vi propinano perché stiate buoni, perché viviate una vita da pecore senza rendervene conto. La rabbia sociale esplosa in piazza non può essere tacciata come violenza. La rabbia sociale è sana, è l’unica cosa che ci tiene ancora in vita in questo sistema di merda, che ci fa combattere ogni giorno per cambiare. E’ l’unica cosa che mi dà la forza di svegliarmi ogni mattina all’alba, prendere un treno che mi porta al mio grigio lavoro/precario/sottopagato lontano da casa perché non hai i soldi per pagarti un affitto più vicino. E il viaggio ti ruba tempo, tempo prezioso, tempo per giocare con tua figlia, tempo per fare una passeggiata, tempo per “vivere”. Perchè questo sistema autocompattatore di vite umane nel quale siamo costretti, non ti lascia vivere, ti impone solo di sopravvivere, perché vivere significa avere il tempo di fermarsi, guardare, capire. E’ questo non è bene, perché capire significa alzare la testa.

Nulla uccide con più sicurezza che accontentarsi di sopravvivere.

La prossima volta scenderò anch’io in piazza a volto coperto e non avrò paura di lanciare quella pietra.

Mami

Posted in Memorie collettive, Pensatoio, R-esistenze.