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#15ott: il diritto di essere vigliacca, il dovere di autodifendersi

Un intervento di Valentina, per la categoria delle “Memorie collettive” dove potrete trovare tutti gli interventi e i racconti che stiamo raccogliendo sul #15ott. Per inviarceli scrivete a femminismoasud[chiocciola]inventati.org. Buona lettura!

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Il diritto di essere vigliacca, il dovere di autodifendersi.

Ciao, Mi chiamo Valentina ed ero in piazza sabato 15. Sono arrivata, insieme ad altri compagni di Nizza e di Torino, a Roma in mattinata. Da quello che vedevo, sembrava una giornata bellissima, ho visto tanto colore, io cercavo le ragazze con il ventaglio rosso, anche se io avevo solo un’ombrellino cinese di carta, ma faceva lo stesso effetto. 😉

Non le ho trovate, ma inizialmente, quando è partita la manifestazione, sembrava che andasse tutto bene, un pò come desideravo fosse, una giornata di festa e basta. Non volevo o non preferivo pensare a quello che era stato già annunciato dai politici, dai mainstream, e da tutti quelli che volevano uccidere questa manifestazione.

A un certo punto, verso la metà di Via Cavour, presso Santa Maria maggiore, si ferma tutto, non riusciamo ad andare nè avanti né dietro. Io comunque con altri decidiamo di andare avanti, almeno per cercare i nostri compagni che si erano persi, di alcuni che ci telefonavano dicendo che in piazza san giovanni stava succedendo l’inferno. Abbiamo seguito anche altri che cercavano i loro compagni, e ancora prima di arrivare lì, abbiamo cominciato a vedere delle colonne di fumo che si alzavano, già sentivo un brutto odore, un pò di lacrimogeni, ma anche di poliziotti e fasci, che avevamo già visto all’inizio del corteo con croci celtiche tatuate, che cantavano cori ultrà da stadio, che facevano saluti nazisti e intonavano cori marziali.

Ho cercato di parlare con tutti, di interagire con tutti, anche con gli sfasciavetrine, sai, volevo sentire anche le loro ragioni. Sono stata fanculata, senza che li abbia provocati, o abbia usato anche una minima punta di sarcasmo o qualche frecciatina malefica, o pregiudizi. Semplicemente perché per me sono degli esseri umani che portano avanti una loro personalissima forma di lotta alla quale io non partecipo semplicemente perché SONO UNA VIGLIACCA.

E rivendico forte questo diritto, il diritto a NON voler combattere, a NON voler imbracciare un’arma, a NON voler far parte di nessuna gerarchia o organizzazione, a NON voler obbedire a un’ordine, a NON volermi sottomettere a nessuna logica militare e machista, non perchè sono Donna, mi so difendere benissimo, ma l’uso eventuale e estremo di qualche forma di violenza lo limito a questo: a voler difendere il mio corpo, e quello delle persone che mi stanno vicine.

In una parola, rivendico il mio sacrosanto diritto alla diserzione, alla fuga, e preferisco sfogare la mia rabbia in altri modi, magari difendendomi da chi mi vuole aggredire, con le unghie e con i denti, fisicamente e verbalmente, che sia poliziotto, violentatore, politico, padrone, compagno o fascista, e non colpire a muzzo nella massa macchine, madonne, gesucristi, pompe di benzina, dita di altri manifestanti perché devo scaricare chili di testosterone addosso al primo che passa per strada.

Certo, comprendo la rabbia in corpo che possono avere TUTTI i partecipanti alla manifestazione, e comprendo la forte asimmetria che esiste fra chi detiene il monopolio della forza e può usarlo quando cazzo gli pare e chi dovrebbe subire senza proferire nemmeno un lamento, magari con le mani alzate e il fiore in bocca: ma poiché c’é questa sproporzione, come pensate di vincerla, questa guerra, con le aste delle bandiere e i sampietrini contro il gas al cianuro, scudi di plexigas, idranti, proiettili di gomma e armi da fuoco?

Peraltro contro truppe scelte, gasate e esaltate, che possono ridurci come é successo nella Diaz o a Bolzaneto in ogni momento? Mi dispiace, ma preferisco che le coscienze di tutti, dico tutti, comprese quelle residue dei servi che ci sparano addosso per 1000 miseri euro al mese, si risveglino e si uniscano a noi, come uomini liberi, e non più come miserabili schiavi.

Valentina

Posted in Anti-Fem/Machism, Memorie collettive, Pensatoio, Personale/Politico, R-esistenze.


4 Responses

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  1. Anto says

    proprio così, come miserabili schiavi!

  2. maralibera says

    angela, davvero? e per dire cosa? 🙂

  3. Angela ciliberti says

    il s-fatto quotidiano vi ha citato sul numero di ieri.

  4. claudia fazio says

    bellissimo documento valentina, dovrebbero essercene tantissime ragazze come te!typrall