L’intervento di Sabrina per la categoria delle “Memorie collettive”. Buona lettura!
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E la gente nei bar che parla, parla e parla e non sa quel che dice e i giornalisti e i politici che arringano con le stesse argomentazioni della gente al bar : Oddiocheppallenoncidovevoandaremannaggiamme! (cit.)
“Ma andate a lavorare!” mi ha detto oggi un pensionato che tutti noi atipici nei diritti e tipici nei doveri sosteniamo col nostro lavoro,“Ora il sindaco vi deve chiedere il conto dei danni che avete fatto”, continua.
Vai a spiegarglielo tu che il qualunquismo imperante del quale è spesso portavoce e manda Berlusconi al governo, era uno dei motivi che mi frenava dallo scendere in piazza, prova a dirglielo tu che quando credi nella piazza come strumento di rivendicazione e vieni a sapere che ci saranno Compagn* ver* decidi comunque di andare, dopo esser andata al super per la spesa e dopo aver perso quei dieci minuti davanti al banco dell’ortofrutta a guardare i limoni e a osteggiare il primo déjà–vu, me li porto-non me li porto ché a sto giro io i lacrimogeni, per i grillini poi, non me li prendo. Eppure si va, con l’amica con cui hai vissuto il Social Forum di Firenze, esperienza straordinaria e per questo volutamente ignorata da media e politica, e si va a incontrare, tra altr*, l’amica di corteo e l’amico romano precario ad Aosta.
Lo sappiamo tutt*, in fondo, che “qualcosa” potrebbe accadere: siamo bell* e colorat*, ma lo sappiamo; e dopo esserci trovati e già persi, alla prima automobile data alle fiamme cominciamo a dirci che il corteo è finito. Penso già ad andarmene via, poi l’ipotesi di cambiare percorso mi tira fuori dalla crescente ansia souvenir de Gênes e mi spinge a raggiungere piazza S. Giovanni.
“NO via Cavour, io verso Merulana.” scrivo ai “dispersi”, ci fermiamo in un bar per un caffè; vedo un cinquantenne gesticolare, indicare, dare istruzioni a un giovane ed ecco un altro déjà–vu, ma è paranoia, via, un papà che rimbrotta un figlio, su, falla finita Sabri’ e si riparte. Attraversiamo sereni un posto di blocco e il mio sguardo incrocia quello di un’agente in borghese, capelli sciolti e walkie-talkie alla mano, mi sembra di rivederla poi, (era lei?) non ne sono certa, senza walkie-talkie e insieme a un omone, accanto al furgoncino bianco parcheggiato in piazza, vicino al quale ci eravamo fermati ad aspettare il resto del corteo. Di gente in piazza ce n’era, ma non ne arrivava, mmmh…poi un petardo e comincio ad avere il cervello in pappa.
Testone ha ragione: non si deve scappare, si deve restare fermi, solo che a Genova non funzionava neanche così e mi sento sprovveduta e confusa come una mia amica in quel di Napoli dieci anni fa, con il suo“ho i tacchi, non possono mica caricare una con i tacchi”, tremo e mi aggrappo a Testone come mai in vita mia mi sono aggrappata a mio fratello o al padre che non ho più.
Passato il momento, mi arrendo all’ansia e decido di andare via. Chiedo che mi si accompagni alla metro, lo so che non verranno a fare le cariche ai treni, ma ricomincio a respirare solo a piazza Bologna, diretta verso casa, con l’amara consapevolezza che sì, Fede, Sallusti, Santanchè, La Russa & C. eran già pronti a grufolare come maiali in un trogolo, che le redazioni dei giornali avevano già buttato via le foto a colori, che cominciavano le illazioni sui neri, le dietrologie e le condivisioni di link del cazzo e che la ferita decennale non accennava a sanarsi.
E allora chiarisciglielo tu che si subisce ‘sta doppia sconfitta solo perché si vuole andare a lavorare!
E allora cito Arguzia :
“Basta, davvero, per oggi voglio, devo pensare ad altro.
Basta coi complotti, basta coi bleccheblocche, gli infiltrati, i cappucci, i questurini.
Basta.”
Sabrina
http://27esimaora.corriere.it/articolo/le-black-bloc-a-roma-chi-sono-le-ragazze-violente/
Su i media -filo governativi, di propaganda, c e una vera crociata contro le donne,
avevi ragione fika sikula..
adesso titoli come “Le ragazze VIOLENTE” che articolo insensati.