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#109 vittime di violenza maschile nel 2011

http://www.youtube.com/watch?v=aU0tVZlS-8Q

E giusto per dire, l’ultima – Gaetana Dama – è morta con la complicità dello Stato, perché chi l’ha uccisa era già stato processato per l’omicidio della prima moglie, dopo un anno e mezzo di carcere, tra tira e molla, come spesso succede in questa Italia un po’ indecisa con gli uomini violenti,  lo hanno assolto non perché fossero certi della sua innocenza ma per “insufficienza” di prove.

Una ventina d’anni dopo eccolo di nuovo a gareggiare per il premio del migliore sterminatore di donne e strangola la compagna e poi si impicca, il che è prassi, perché i vigliacchi non sono in grado di morire per conto proprio se ne hanno voglia. Si devono portare dietro qualcuno, la donna, sai mai possa servire lassù che in effetti ci si annoia parecchio. Dunque chi se ne fotte se a lei non le passava proprio per la capa di rassegnare le dimissioni dalla vita. Non c’è mica bisogno del suo parere.

Le femmine in Italia sono oggetto di proprietà del maschio virilone e dunque se lui decide di toglierle le pile gliele toglie e buonanotte ai suonatori e alle suonatrici.

In tutto ciò fa ridere sempre, in modo amaro, questo presenzialismo delle auto delle forze dell’ordine che arrivano un attimo dopo l’omicidio mentre prima non ci sono state. Dov’era lo stato per prevenire anche questo femminicidio? Dove stanno tutti? Dove sono quelli che dovrebbero parlare dei centri antiviolenza e finanziarli e fare in modo che non si interrompa mai un servizio e la diffusione di informazioni che possono prevenire nei territori queste stragi di donne innocenti?

Noi riponiamo sempre le stesse domande anche se vi vengono a noia perché le donne continuano a morire e sarebbe il caso di prevenire. Per quelle che muoiono per guadagnarsi il pane e quelle che fanno resistenza contro la misoginia imperante.

Ponetevi il problema e se ne avete voglia, se avete spazio tra un pensiero e l’altro, pensate a queste vittime delle quali si sa poco o nulla ché la stampa passa il tempo a giustificare solo gli assassini e a cercare colpevoli sono se sono di etnie e culture diverse dalla nostra.

No, non era rom, non era arabo, non era musulmano. Come la maggior parte degli assassini di donne in Italia anche questo era italiano. Possiamo archiviarla ora la vostra bandiera e i vostri discorsi intrisi di inutile patriottismo o ci denunciate per vilipendio?

L’italia non è un paese per donne, della vostra bandiera non sappiamo che farcene. La vostra indifferenza ci umilia e ci offende. Perché siamo vive e facciamo di tutto per restare tali…

—>>>Bollettino di Guerra

Posted in Omicidi sociali, Pensatoio.


2 Responses

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  1. Paolo84 says

    X Manuela
    per combattere la violenza sulle donne sono necessarie leggi molto severe ma è necessario fare leggi che “discriminano” qualcuno’in base al sesso? Credo di no e non credo che in Spagna funzioni così. e quando si arresta qualcuno non si è mai “sicuri” che sia colpevole, lo si arresta perchè è sospettato, il processo dovrebbe servire ad accertarne la colpevolezza o l’innocenza..dovrebbe, appunto.
    in una relazione d’amore sana ci si sostiene reciprocamente, se lui ti fa sentire inferiore intellettualmente o moralmente, ti maltratta, ti picchia vuol dire che non ti ama,quindi ben vengano programmi di sensibilizzazione in questo senso

  2. Manuela Garreffa says

    non si può risolvere tutto a suon di leggi, io sono orgogliosa come residente in Spagna che qui siano state messe leggi uniche al mondo a protezione della donna, qualche tempo fa, leggi che discriminano l’uomo e permettono di arrestare anche chi non si è sicuri che sia colpevole per evitare di sbagliare, però bisogna ammettere che gli omicidi non sono diminuiti e quindi si sta finalmente facendo qualcosa anche per evitare (con programmi di sensibilizzazione) che la donna per prima si senta un oggetto o si senta inferiore o dipendente e si relazioni in quel modo, ed anche per dire ai vicini di non avere paura di intromettersi nelle discussioni tra coniugi se vedono che può finir male, è una lotta che va affrontata in varie sfaccettature, è un problema sociale molto ampio