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CACCIA IL CACCIATORE!

 

Oggi, 17 settembre 2011, a Torino, si terrà la manifestazione nazionale contro la caccia http://www.abolizionecaccia.it/lacinaction/appuntamenti/dettaglio/appuntamento/manifestazione-nazionale-contro-la-caccia-17092011-torino.html)

Come viene spiegato nel comunicato che gira in rete da un po’ di tempo, la data è stata scelta poiché dal giorno successivo, cioè domani,
ricomincerà l’annuale massacro di centinaia di animali da parte della agguerrita lobby dei cacciatori, assetata di sangue e bramosa di portare morte laddove ancora c’è quella poca vita selvatica che già deve fare i conti con l’antropizzazione selvaggia e spazi di esistenza sempre più esigui.

La manifestazione si terrà a Torino perché, riprendendo il comunicato, “in Piemonte nel 2012, dopo 25 ANNI dalla raccolta delle firme e 25
anni di OSTRUZIONISMO DELLA REGIONE vinto solo da una pronuncia della Corte di Appello, si terrà un REFERENDUM REGIONALE CONTRO LA CACCIA che non ha precedenti.”

Insomma, nonostante le istituzioni si dimostrino sempre BIECAMENTE mosse da interessi altri rispetto a quelli espressi da cittadin*… questa
volta, almeno in Piemonte /le i cittadin* potranno dire la loro in merito, e così speriamo accada in altre regioni d’Italia!

Si mettano il cuore in pace i cacciatori, molt* sono contrari al loro amato “sport” assassino. E mi piace pensare che se fossimo tutt* un po’ meno passiv*, un po’ più combattiv*, ma soprattutto un po’ meno piagat* dalle mille calamità derivanti da un governo ladrone, da una morale bigotta e cattonormata, da una vita che si fa sempre più precaria e sempre più faticosa, forse gli sparatutto non si troverebbero ancora oggi così
ben tutelati da leggi che risalgono al fascismo (notoriamente le migliori di tutte!)

Io non credo a quella frase che dice che “se i macelli avessero le pareti di vetro, tutti sarebbero vegetariani”.

Sarebbe bello, ma non ci credo perché quasi tutti siamo consapevoli (o potremmo facilmente esserlo) degli scempi che facciamo delle vite altrui, e continuiamo a farli. Non ci credo, perché c’è gente che ogni giorno squarta animali e si diverte anche a farlo, compiendo atti di tortura incredibili sui loro corpi come passatempo tra colleghi annoiati.

E non ci credo, perché ci sono persone – perlopiù uomini, e credo molto molto frustrati – che passano il loro tempo libero vestiti come soldati, con in pugno armi ben lucidate e oliate, nascosti, da vigliacchi quali sono, ad aspettare che passi un animale inerme, un daino dagli occhi gentili, uno stormo di uccelli migratori… per interrompere il silenzio con il suono aspro degli spari! E l’occhio da gentile si fa vitreo, e – non so davvero come – un essere umano da qualche parte gioisce nel vedere  il volo di un uccello interrompersi, e un corpo ormai morente lasciare il suo elemento naturale per schiantarsi a terra, immobile.

E lo chiamano amare la natura… allora, vorrei spiegare  a questi ‘signori’ cosa reputo sia amare la ‘natura’ e gli esseri che la abitano.

Proprio questa notte non riuscivo a dormire. Così, alle 4, dopo l’ennesima evoluzione fra le lenzuola, ho preso la macchina e ho iniziato a vagare per le colline. Ad un certo punto, dopo una curva, una grossa sagoma grigia si staglia nella luce dei fari sul ciglio della strada…un cinghiale! Mi sono fermata, e per lunghi attimi ci siamo guardati: eravamo tutti e due in silenzio, nella notte ancor più silenziosa. E
io di colpo mi sentivo un’intrusa, in un mondo bellissimo, l’ennesimo essere umano, l’ennesima minaccia.

Mille pensieri mi hanno attraversato la mente, in poche frazioni di secondo. Poi lui si è girato e si è ributtato nel folto del bosco, ma quello che mi sono portata via da questo incontro inaspettato è stato il nostro reciproco sguardo, il nostro reciproco riconoscerci come vivi, come pari nel
diritto ad esistere… e  il mio augurio che quel cinghiale d’ora in poi stia ben nascosto, perché davvero, nei nostri boschi e nelle nostre valli, da domani comincia la guerra.

Mi sono fermata a fari spenti, nella notte… ascoltavo il canto degli uccelli notturni e il vento stormire tra le foglie, e mi chiedevo da quando, e perché, ci siamo dimenticati da dove proveniamo… E perché, tra la guerra e la cura, troppi scelgono con estrema facilità la prima.

Io da tanto tempo ho scelto la seconda, e la mia vita è cambiata.

Non faccio più la guerra agli altri esseri, umani e animali, e se devo combattere scelgo di farlo per, e non contro, qualcuno.

La mia speranza è che sempre più persone cerchino di ritrovare, nella propria vita, il tempo e il modo di guardare negli occhi gli animali, di conoscerli e di ascoltarli: perché non è vero che non hanno voce, al contrario siamo noi quelli troppo sordi e troppo rumorosi per riuscire ancora a percepire la loro esistenza.

 

Posted in Ecofemminismo, Pensatoio, R-esistenze.