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Hai il cancro al seno? Chissenefrega: a noi serve il tuo utero!

C’è una bella notizia per le nostre tette. Repubblica ci fa sapere che da cinque anni fanno test su test non per prevenire il cancro. Non per salvarci le tette e la vita da quel male “oscuro”. Non per trovare cure meno invasive della chemio. Ma no.

Cinque anni di esperimenti per farci sapere che anche con il cancro possiamo fare figli. Che culo! Sai che bellezza. E io non so se essere divertita o offesa da questa notizia perchè ho la brutta sensazione che ancora una volta non si stia parlando di me, di come dovrò affrontare un’eventualità del genere, di come dovrò farmi strizzare la tetta da un macchinario freddo per vedere a cosa corrisponde quel piccolo nodulo.

Di come dovrò affrontare, se dovesse capitarmi e spero di no, consapevole del fatto che ad altre è capitato e alcune non ce l’hanno fatta e altre invece sono riuscite a farcela, di come, dunque, dovrò affrontare una malattia del genere. Di come dovrò resistere alle cure terribili, alla chemio, alla nausea, il vomito.

Al fatto che tutto il mio corpo dovrà essere impegnato in una guerra contro un male che si riproduce a velocità impressionante e che si prenderà tutto lo spazio che vuole.

Penso al fatto che il mio sistema immunitario sarà completamente assorbito da questa cosa e che nel frattempo mi verranno fuori mille altri problemi.

Penso proprio che il mio principale obiettivo sarebbe sopravvivere. E invece? Invece repubblica ci dice che tranquille, si può fare, tanto l’ovulo fecondato non verrebbe intaccato dalla chemio e dunque che vi frega? Tutto bene, no?

A parte che immagino deve essere una goduria per una creatura crescere in un corpo bombardato dalla chemio, ma poi mi chiedo, hanno una pallida idea questi soggetti di cosa comporti una gravidanza?

E cosa comporta una gravidanza per donne che stanno combattendo contro una malattia?

Essere incinta non è solo un tratto estetico che secondo certe riviste ti fa venire “gli inestetismi nella pelle” (e l’inestetismo nel cervello di certi commercianti di inutili creme?). Essere incinta significa che tutto il tuo corpo è impegnato a far crescere questa creatura dentro di te che si prende tutto, incluso le tue difese immunitarie. Si prende il tuo cibo, le tue vitamine, i tuoi sali minerali, si prende la tua salute, il tuo corpo e lo adopera per trarne tutto quello che le serve per crescere.

Immaginate cosa può fare una gravidanza ad una donna con il cancro. Quante possibilità ha una donna di sconfiggere la malattia se deve far crescere dentro di se anche un figlio?

E qui siamo davvero al paradosso o meglio alla necroscienza, quella che vuole farti partorire anche se sei in coma permanente o quella che programma i parti post mortem, perchè delle femmine ciò che importa è solo l’utero, il resto chissenefrega.

Beh, c’ho ripensato. Ero un po’ indecisa e dunque no, questa notizia non mi diverte per niente. Mi fa solo incazzare moltissimo perchè solo in questa nazione ultracattolica, ultra integralista, ultra conservatrice, ultra nazista, può venire in mente di trovare il modo per far produrre figli alle donne che devono combattere contro la morte.

Noi non siamo madonne, non ci sacrifichiamo sull’altare della riproduzione, non ce ne frega niente della retorica delle femmine miracolate e di quelle che si sacrifiano per dare alla luce un figlio (che se muoiono neppure lo vedranno).

Noi siamo vive e vogliamo rimanere tali e i figli, se abbiamo voglia di farli, li facciamo quando siamo sane e non quando dobbiamo combattere contro la morte. Amen!

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Pensatoio.


12 Responses

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  1. Paolo84 says

    sono d’accordo con gli ultimi post di Rosa e Imma

  2. Imma says

    @Luisa: “in qualsiasi ospedale la prima cosa che ti propongono dopo che ti hanno tolto un seno è la protesi per farti ritornare bi-tettuata come vuole lo sguardo maschile normalizzante”

    Magari lo propongono anche per aiutare la donna da subito, affinché non abbia dopo l’intervento una sofferenza emotivo-psicologica dovuta all’asportazione del seno?
    Perché io, se mai dovesse capitarmi, mi sentirei menomata.
    Lo sguardo normalizzante c’entra, ma è lo stesso che prevede tu abbia un naso al centro della faccia, due braccia, due gambe…
    Quindi evitiamo cose come “sguardo maschile”, ché le tette non ce le fanno crescere gli occhi degli uomini. Né troviamo “normale” averle per loro.

    “se levano una palla non ti mettono la protesi perché non è nemmeno lontanamente ipotizzato che la mancanza possa dare fastidio a qualcuna, le donne si sa ragionano con il cuore e men che meno lo sguardo sociale va a indagare nelle protuberanze maschili a scopo esposizione oggettivante”

    Tu pensi sempre al fastidio che un’asportazione possa avere sulle persone che hanno a che fare con chi ha subito un intervento. Perché invece non ti chiedi come possa sentirsi la stessa persona che l’ha subito?
    Se levano un testicolo ad un uomo gli mettono la protesi! E sono gli uomini a chiederlo, proprio per via degli strascichi che l’intervento lascia su di loro.
    Magari lo “sguardo sociale” trova più difficile indagare su quelle maschili per via della loro posizione, più che per fare sconti di sesso.
    E comunque io pensavo che perfino le donne ragionassero col cervello.

    @fasse: superflue, anche, va bene. Ma inutili certe creme proprio no.

  3. Rosa says

    Ciao a tutte. Io il cancro al seno ce l’ho avuto, ma si sa che per certe malattie è meglio non usare il tempo passato… Sono in cura ormonale da poco più di 4 anni. Ho già dovuto fare un raschiamento e ho il sospetto che qualche cosa del genere sia in arrivo.
    Ascolto il mio corpo. Mi ha sempre inviato segnali quando qualcosa di me non funzionava e le diagnosi praticamente me le sono fatte prima che le facesse il medico.
    Ho due figlie. Erano adolescenti quando mi sono ammalata e ora sono giovani donne.
    Posso capire che una giovane possa desiderare un figlio anche dopo aver avuto il cancro. Nessuna di noi può considerare la cosa strana… Ma quello che mi preoccupa, di farmaci come questi, è il business che possono creare, le speranze che possono suscitare in donne già tanto provate. Non c’è pace per noi, ragazze…

  4. Luisa Vicinelli says

    X Cosmic
    hai proprio centrato il problema che è tipico di questo sistema
    1 sul cancro la scienza sa pochissimo, le statistiche vengono fatte sui medicalizzati e non ci sono ricerche serie su quanti “guariscano” naturalmente perchè semplicemente se scegli di curarti da sola esci dalle statistiche
    2 il dictat del sistema è comunque di non prendere in considerazione le sostanze e i vari inquinamenti che te lo fanno venire perchè la medicina è un business
    3 come dici giustamente tu , ci sono un casino di persone che gratuitamente prestano servizio con i più nobili intenti , ma non fanno che alimentare la garanzia di occupazione e stipendio a chi è più in alto o a chi è inserito nei vari progetti di prevenzione, che non previene niente ma cerca di aumentare le statistiche di successo delle cure cercando di beccare la malattia quando ancora è curabile
    4 in questo delirio di senso medico entrano tutti i preconcetti tipici di una società patriarcale che tanto ha lavorato affinchè una donna si senta soprattutto madre o prestatrice di servizi sessuali ( in qualsiasi ospedale la prima cosa che ti propongono dopo che ti hanno tolto un seno è la protesi per farti ritornare bi-tettuata come vuole lo sguardo maschile normalizzante)

    Comunque l’ultima affermazione dell’articolo che l’80% per cento delle donne che si ammala di cancro alla mammella ha più di 50 anni la dice lunga sul problema: la prevenzione scatta dai 50 anni e comunque non riguarda le giovani fertili: dove cerchi trovi e quando trovano vieni medicalizzata con interventi pervasivi (vedi l’ago aspirante) di cui non hanno statistiche se non dà effetti collaterali (forse anche indurre il cancro, di cui ripeto la medicina sa poco e niente ) perché lì non c’è ricerca o almeno se lo chiedi ti guardano strano e non ti rispondono
    Se invece chiedi se le mammografie sono pericolose, ti rispondono serenamente, anzi ridacchiando: Ah ma lo sa signora quante radiazioni si becca semplicemente vivendo in città?

    L’articolo non specifica poi se la menopausa precoce indotta dalle cure si riassorbe nel corso del tempo, cioè se si tratta di velocizzare la ripresa del ruolo riproduttivo o se il problema di sterilità esiste veramente. Forse non lo dice proprio perché il senso è : ti rimetto in grado di figliar presto, la cultura te ne farrà venire la voglia
    Di quello che ho letto del post penso che si lamenti proprio questo: la riduzione delle persone ( e in particolare delle donne – se levano una palla non ti mettono la protesi perché non è nemmeno lontanamente ipotizzato che la mancanza possa dare fastidio a qualcuna, le donne si sa ragionano con il cuore e men che meno lo sguardo sociale va a indagare nelle protuberanze maschili a scopo esposizione oggettivante) a funzioni e da quando la riproduzione non è più un atto creativo, ma un atto funzionale a un sistema, è chiaro che gode di un’attenzione particolare
    Delle volte mi chiedo come mai siano circa trent’anni che non leggo più quei begli articoli allarmanti sulla sovrappopolazione del pianeta..
    Luisa

  5. Paolo84 says

    X Simonsiren
    confesso che neanch’io avevo capito, pensavo stessero ricercando un metodo che permette di restare incinte anche col tumore al seno e non capivo a cosa servisse visto che comunque la chemio non permette di portare avanti una gravidanza ma se come dici si tratta di permettere alle donne di restare incinte dopo che sono guarite e previene la menopausa precoce bè allora mi pare una buona cosa.

  6. simonsiren says

    Scusami ma non si tratta di rimanere incinte durante la malattia, cosa che non è assolutamente possibile! Sono studi fatti per evitare l’insorgenza della menopausa precoce, che è causata dalla chemioterapia. Significa che una donna ad es. di 25 anni che ha superato la malattia si ritrova a quell’età già in menopausa. E la menopausa comunque non riguarda solo l’aspetto della fertilità. Ma in ogni caso durante la malattia (qualche anno) di gravidanza non se ne parla proprio…

  7. Paolo84 says

    se proprio gli scienziati volevano fare qualcosa di utile potevano cercare un metodo di cura del cancro compatibile con una gravidanza: così da permettere alle donne incinte malate di tumore di non interrompere una gravidanza desiderata per curarsi.
    Sulla questione dell’aborto detesto la retorica antiabortista della Chiesa, detesto i medici obiettori che infestano gli ospedali pubblici, sono profondamente convinto che solo la donna possa decidere se portare avanti una gravidanza o no perchè l’utero è suo, e il compagno deve rispettare la decisione qualunque sia. Se la mia compagna dovesse decidere di portare avanti una gravidanza a rischio della sua vita ne soffrirei, cercherei di parlarle per dissuaderla (perchè mettere al mondo un figlio sapendo già che sarà orfano di madre, che non potrai mai vederlo, crescerlo?) ma alla fine rispetterei la sua scelta qualunque sia anche se dovesse farmi soffrire

  8. Cristina says

    E ci pensano questi “scienziati” che una donna incinta sogna già le parole che dirà al figlio, cosa gli insegnerà, come evitare gli errori più grossolani e invece che una donna incinta E con il cancro si chiede soltanto se mai lo vedrà suo figlio? Se lo chiedono come crescerà un bambino che, se gli va bene, vedrà sua madre come uno scheletro debilitato da malattia e chemio per i primi anni (se ci arriva) e MORTA per tutto il resto del tempo? Si chiedono come farà un bambino a crescere senza sua madre? MA MI FACCIANO IL SACROSANTO PIACERE DI STARE ZITTI!

  9. Cosmic says

    mi sembra che la facciate un pò troppo lunga. quella è una delle tante ricerche che si fanno, non l’unica, e scusate ma non è nemmeno una ricerca così inutile. moltissimi laboratori in tutta italia si occupano di nuovi strumenti diagnostici e di nuove terapie, anche per il tumore alla mammella e lo fanno su tutti i fronti, da quello farmacologico a quello microbiologico, da quello genetico a quello radiologico, ecc. moltissime persone, spesso sottopagate o non pagate, in maggioranza precarie, lavorano ogni giorno, spesso anche la notte, per portare avanti progetti di ricerca in quel campo. se non conoscete il mondo della ricerca scientifica fareste bene a non giudicare, nè a sparare conclusioni a vanvera. sul sito airc leggo: “Se il tumore viene identificato allo stadio 0, la sopravvivenza a cinque anni nelle donne trattate è del 98 per cento. Se i linfonodi sono positivi, cioè contengono cellule tumorali, la sopravvivenza a cinque anni è del 75 per cento.” http://www.airc.it/tumori/tumore-al-seno.asp
    evidentemente se c’è una percentuale così alta di donne che guariscono bisogna ringraziare la ricerca scientifica. molte di queste donne poi vorrebbero anche poter avere figli, non credete?

  10. HCE says

    ehm, forse sarebbe il caso di leggere meglio l’articolo: il farmaco di cui parla non serve a proteggere una gravidanza in corso durante le cure antitumorali, ma a preservare la possibilità di avere un figlio *dopo* che queste sono concluse.
    e funzionerebbe sospendendo l’attività delle ovaie, quindi pare abbia effetti positivi oltre a preservare la fertilità, tipo ridurre i disturbi della chemio e prevenire la menopausa precoce che spesso ne deriva.

  11. lucia says

    hai ragione che schifo essere cavie. io soffro di endometriosi, ai tempi mi dissero ormoni o gravidanza curativa senza spiegarmi davvero che male fosse e questo nonostante qualcuno insista che spiega da anni cosa sia. ho rischiato aborti naturali e la battuta te la sei cercata.
    è raro che cerchino a cure che toccano pochi malati o solo donne mentre ne spendono x centri di procreazione o affido estero. CHE SCHIFO. ma noi donne sappiamo che TUTTO ha un prezzo e che paghiamo NOI.

  12. OMBRETTA says

    GRAZIE!