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Strauss Khan e la “puttana”

Chiamiamola come tutti vorrebbero chiamarla così chiariamo il concetto.

Non lo dice il tamarro di periferia, il coatto un po’ fascio che dopo aver sgraffignato un po’ di palpeggiamenti e qualche pompino poi si incazza con la schiava che osa ribellarsi e la chiama “puttana”. Lo dicono gli avvocati difensori del milionario ex presidente dell’Fmi, ancora denunciato per stupro, ancora penalmente perseguibile, per quanto gli abbiano revocato i domiciliari.

Ed ecco tutti pendere dalle labbra degli avvocati difensori di questo individuo, che sono stati sguinzagliati, come avevano annunciato, per rintracciare ombre nella vita della denunciante e dio solo sa quante ombre potrebbe nascondere ciascuno di loro se solo qualcuno fosse “autorizzato” a fare razzia della loro vita mistificandola per dare torto o ragione a qualcuno.

Compri, vendi, definisci il contesto e il contesto è che per sua ammissione quest’uomo ha consumato un rapporto e che lei l’ha chiamato stupro, lui lo ha chiamato rapporto consensuale.

E agli uomini si crede per fede o per costruzione del quadro che dettaglia il privato della (presunta) stuprata.

Roba vecchia quanto il cucco, alla ricerca del modo per criminalizzarla, sempre lei, la puttana, sgualdrina. Abiti da sgualdrina, vita sessuale tutt’altro che da suora. Tutto diventa una attenuante per  gli avvocati americani che si impegnano allo stesso modo per difendere qualcuno dall’accusa di pedofilia (portando avanti strenuamente il dogma delle false accuse) o qualcun altro dall’accusa di stupro.

Ma guardateli tutti i quotidiani, repubblica in testa, che fino a qualche giorno fa difendevano un accusato di stupro e si commuovevano per le manette e il modo in cui un accusato di stupro viene trattato. Guardateli come gioiscono, venduti alla difesa di quest’uomo.

Tra le poche voci contro: un articolo sul Corriere che fa parlare Erica Jong che affermaCiò non elimina il fatto che sia stata stuprata: le prove del Dna sono inoppugnabili. DSK è colpevole e nessuno ha messo in dubbio che l’abbia assaltata sessualmente“.

Sky24 che racconta come Strauss Khan debba affrontare un’altra accusa di stupro.

Gennaro Carotenuto che riferisce:

i tabloid di New York sono inondati da rivelazioni su «Ophelia» provenienti quasi sempre da ambienti vicini alla difesa dell’ex direttore esecutivo del Fmi, che punta a creare un’atmosfera favorevole al completo proscioglimento quando, il 18 luglio, si celebrerà la prossima udienza.”

e continua (in un articolo che vi suggeriamo di leggere per intero):

“In Rete, ancor più che nei media tradizionali, dove pure Vittorio Feltri ha offerto pezzi di –invereconda- bravura “adesso uno non è più libero neanche di farsi una scopata”), riemerge l’Italia di sempre, la stessa che negli anni ‘60 avrebbe mandato al rogo Franca Viola e che ancora ieri provava onanistico piacere a bersi che con un jeans attillato non possa esserci stupro. E allora eccoli lì a riprodurre un eterno immaginario maschile da porno-soft anni ‘70 per il quale una cameriera d’albergo è una merce disponibile. Quindi DSK avrebbe potuto avere tutte le donne che voleva (sic) e di conseguenza sarebbe innocente perché non avrebbe potuto desiderare la signora, che si preoccupano di descriverci come non piacente. In alternativa una poveraccia come Ophelia mai avrebbe potuto resistere al fascino (i soldi, il potere, perfino il bianco della pelle) di quell’uomo e quindi non avrebbe potuto non essere consenziente.

E da lì in poi, come dice Lidia Ravera su un articolo de Il fatto Quotidiano, noi tutte saremo più sole perchè sulle vittime di violenza maschile, specie quelle che sono vittime di uomini potenti e ricchi, si gioca da sempre una battaglia senza fine. Quella che toglie credibilità a tutte le donne e che regala agli uomini la più totale impunità perchè tanto, a qualunque donna che denuncia uno stupro, chi vuoi che le creda?

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.


5 Responses

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  1. Imma says

    Letto il post di Terragni. Invito ora le altre persone a leggere i commenti di armando e sandra petrignani possibilmente senza vomitare.

    “sandra petrignani | 3 luglio 2011 alle 15:25
    Vi segnalo l’intervista a Erica Jong sul Corriere della Sera di oggi, pag.13: unica a difendere l’ormai indifendibile cameriera. Nella stessa pagina si racconta di come Dsk abbia festeggiato la liberazione in un esclusivo ristorante italiano di NY, non con una squillo, ma con moglie e due amici anzianetti.”

  2. Rosi says

    ho sempre pensato che il problema fosse “culturale ma mi sbagliavo.
    Mi chiedo come defare una donna , cameriera o moglie che sia, a far capire che se dice no è NO?

  3. Imma says

    Ieri al TG3 linea notte c’erano il vicedirettore di libero ed un giornalista del corriere in brodo di giuggiole: ohhh che cantonata che si son presi gli stati uniti; ohhh ma si capiva subito, la cosa non reggeva minimamente.
    Tutti con la verità in tasca gli italioti misogini eh? Peccato non si tratti mai di verità.
    E poi i commentatori del fatto, sempre gli stessi. Uno che afferma: “gli uomini sono così per colpa delle donne che non li sanno scegliere” a genio! ma se anche le donne avessero responsabilità delle loro scelte sbagliate – e gli uomini non sbagliano mai donna? – non significa certo che abbiano il potere di formare un intero genere con un’unica scelta, anche perché se la scelta è sbagliata, l’uomo scelto era già così prima!

    Ci mancava questa: appena sentiti i titoli del tg2: gli uomini che si separano e finisco in povertà. Eccoli all’attacco…

  4. Crisa says

    Riferendomi alla lettura delle notizie e di come vengono riportate, mi rendo conto che il problema risiede nel fatto che la donna si sia dimostrata lucida, strategica e vendicativa. Allontanandosi dal cliché che vede la vittima raccolta su se stessa, impaurita, lagnosa… perché ispiri un senso paterno di protezione e quindi ricevere un po’ di attenzione e considerazione (salvo poi a dirle che ha un atteggiamento troppo vittimistico… perché neanche questo va bene…). Insomma per una donna che denuncia un reato di stupro sembra proprio non esserci scampo dal discredito preventivo e basato sui soliti dubbi a priori circa la sua credibilità che comunque l’attendono…