#66. Sei Sei. Sei. Sei. Sessantasei. Vittime. Morte. Assassinate. Pugnalate. Strangolate. Massacrate di botte. Abbandonate sul ciglio di una strada. Decapitate. Pezzi di corpi ritrovati qui e là dei quali a fatica si riconosceva il viso. Qualcuno ha tentato di sciogliere le proprie vittime nell’acido perchè l’intento di ogni assassino è sfuggire alle proprie responsabilità. Rimuovere il delitto commesso. Negare sempre. Negare. Negare. Negare.
Picchiare. Vincere. Colpire. Colpire ancora. Nascondere il cadavere. Negare. Negare. Non sono stato io. Non sono stato io. E’ stato un altro lui. Una lei. Uno straniero di passaggio. Ma non sono stato io.
Invece sei stato tu. Si scopre sempre che è stato lui. Un lui vicino, familiare. Un ex marito. Un padre. Un nonno. Un figlio. Un uomo che tenta di negare. Negare. Negare. E che quando viene messo con le spalle al muro si finge pazzo. Non prima di aver dato del matto o della matta a chiunque osi accusarlo, donna o uomo che sia.
Uccidere, pianificare, buttare il corpo dentro un fiume, un lago, un pozzo. Seppellirlo. Farlo a pezzi per impedirne il riconoscimento. Lasciarlo in balia degli animali affamati. Eliminare fisicamente ogni traccia di quelle donne. E poi negare. Negare. Negare.
Mentre i giornali offrono ogni genere di giustificazione. Raptus. Gelosia. Follia. Perchè anche i giornali in fondo non fanno altro che negare. Negare. Negare.
Di modo che nessuno sappia quale sterminio si sta perpetrando. Quale massacro. Quale discriminazione di genere. Quale tortura. Quale terrorismo si attua ogni giorno nei confronti di tutte le donne che così stabiliscono come comportarsi, cosa fare, come muoversi, per non disturbare, non fare arrabbiare, non farsi uccidere, giacchè ogni assassino dice che lei è morta perchè ha detto, fatto. In fondo le donne muoiono perchè pensano, parlano, agiscono. Dunque perchè sono vive e non accettano di subire in silenzio. Perchè lottano per la propria libertà. Perchè combattono, eroine, per conquistare ancora un pezzetto in più di spazio per se stesse e da lasciare a quelle che verranno dopo. Fossero mute e cieche e sorde e obbedienti sarebbero già morte, comunque, perchè una donna viene uccisa solo perchè non respira al ritmo imposto dagli uomini violenti.
Quegli stessi uomini che continuano a picchiarti perchè alla violenza reagisci urlando, piangendo, perchè ti impongono l’omertà, il silenzio, fin dal primo momento. Perchè se li denunci diranno che sei pazza e che ti sei inventata tutto anche se hai il sangue che ha cambiato colore al tuo viso. Anche se sei morta. Anche se hai prove oggettive di quello che ti hanno fatto.
Assassini. Criminali. Terroristi. Torturatori. Loro e i complici. Loro e le complici.
Assassini. Sadici. Privi di empatia. Incapaci di amare. Egoisti. Profondamente ossessionati dall’idea di annientare chi vi si oppone.
Sessantasei. S.E.S.S.A.N.T.A.S.E.I.
Sessantasei volte in cui le istituzioni non sono state presenti. In cui qualcuno ha mentito. In cui le denunce precedenti sono state ignorate. In cui l’omertà dei vicini e dei parenti ha impedito di prevenire un crimine. Sessantasei volte in cui l’umanità ha perso perchè non c’è umanità nel proteggere e lasciar fare questi assassini in libertà.
Assassini. Non poveri diavoli. Non tristi individui da comprendere. Soltanto assassini che tolgono la vita alle donne perchè non sanno esistere che sulla morte altrui. Non sanno essere altro che questo. Assassini.
Sessantasei è solo la cifra in cui le donne hanno perduto la vita. Quelle sopravvissute, con gravi menomazioni, stuprate, abusate, picchiate, traumatizzate, perseguitate, sono molte ma molte di più. E tutto ciò accade solo in Italia.
Barbara Cuppini, 36 anni, lavorava alla Ferrari, abitava a Carpi (MO).
Non so se è la 67° o la 68° donna ammazzata da un uomo.
Vorrei sottolineare però come questa ragazza brutalmente uccisa viene trattata dalla stampa. I giornalisti (pur nelle contraddizioni su vari dettagli raccontati, è evidente che ne sanno poco) fanno comunque a gara per trovare scusanti all’assassino, scusanti ripetute, esagerate, ammucchiate una sull’altra.
Forse perchè l’omicida è un ingegnere della Ferrari, e non un manovale rumeno… dunque secondo questa stampa meriterebbe forse tutte le attenuanti. :((((
Qualcuno dovrebbe dirlo forte anche al di fuori del web un basta e un finiamola, a questa prassi sempre più invadente di coccolare gli assassini (se sono maschi e fanno fuori donne).
http://www.leggo.it/articolo.php?id=128203
http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2011/06/20/AOUMv5d-maranello_coltellate_amante.shtml
“momento di follia scaturito anche da un situazione psicologica difficile”
“movente passionale”
“in preda a un raptus”
“soffriva di depressione”
http://gazzettadimodena.gelocal.it/cronaca/2011/06/20/news/ragazza-uccisa-a-coltellate-a-serra-1.693478
“La separazione, comunque, aveva portato l’ingegnere a un grave stato di sofferenza psicologica”
http://www.ilrestodelcarlino.it/modena/cronaca/2011/06/20/528106-donna_uccisa_coltellate_modenese.shtml
“delitto passionale targato Ferrari” (come fosse il nuovo telefilm dell’estate!)
http://www.viaemilianet.it/rssmo.php?id=8440
“grave stato di sofferenza psicologica”
VILIPENDIO. Non se ne può più di questo vilipendio sulle donne.
Volevo segnalarvi i commenti a questa notizia, in cui alle donne viene data la colpa di stare con gli uomini violenti http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=153346&sez=NORDEST