Skip to content


Perchè gli assessori delle città sono lottizzati dai partiti?

Bene, siamo tutt* felici, perché hanno vinto sindaci di sinistra (diciamo), e a tant* sembra patetico vedere i leader del Pd andare in giro a rivendicare numeri, vittorie. In realtà questo è quello che sostanzia la politica di quei politicanti, che non è fatta per il bene della gente, ma al bene comune antepone l’appropriazione di poltrone.

Il metodo è ampiamente usato, anzi a ridosso delle elezioni e dopo i ballottaggi è tutto un fiorire di tavoli in cui ciascuno porta la percentuale di voti che ha preso nelle liste per rivendicare un assessorato. Ma io voglio parlarvi del Pd, che prima era Pds e che, per quello che ne so, non ha mai dimostrato di essere niente di più che un partito di feudatari della politica.

Dopo l’elezione di un sindaco voi pensate che quello dovrebbe mettersi a lavorare, scegliere come assessori i soggetti competenti, comunque quelli che meglio possono aiutare alla realizzazione del progetto per la città.

In realtà il Pd, a prescindere dal fatto che il sindaco eletto sia espressione del suo partito o meno, proprio in virtù del fatto che fa parte della coalizione, va lì a battere cassa e dice cose politicamente alte come:

– dato che rifondazione (o idv o sinistra e libertà) hanno il sindaco allora a noi tocca il vicesindaco, sei assessori, il capogruppo consiliare della maggioranza. (per il governo di una regione o di una nazione tutto si traduce in monisteri, sottosegretariati, presidenze di commissione, etc etc etc);
– se non ci dai quello che ti chiediamo ti facciamo ostruzionismo in consiglio comunale, non ti facciamo passare neppure una delibera, usciamo dalla maggioranza e sarai costretto a dimetterti;
– se anche non vuoi nominare come assessori i nostri mediocri burocrati di partito allora dovrai inserire nella rosa degli amministratori i tecnici che proponiamo noi;
– se ti interessa nominare delle donne noi ne abbiamo alcune perfette per te, nel caso non bastassero possiamo raccattarne qualcuna tra le mogli dei dirigenti della segreteria di partito.

Questi dibattiti di grande spessore si svolgono tra persone che potrebbero tranquillamente essere promosse a rivenditori di batterie di pentole (forse quelli hanno un’etica perfino più alta).

Se interessa il bene comune? La scelta della persona migliore per il bene della città?

No, scordatevelo. Al Pd non interessa affatto. Se c’è una persona validissima che potrebbe cambiare le sorti di una questione cruciale per il territorio, se non è espressione del partito, il Pd opporrà un veto, in ragione dei numeri, una ragione mediocre, tristissima, sporca, della quale neanche si vergognano.

La tecnica normalmente va perfino al ribasso. Le trattative, nei tavoli in cui i partiti discutono dei nomi in quota parte, si svolgono all’insegna di trombature eccellenti.

E’ già tutto deciso. Ci sono i nomi da usare per alzare il prezzo e poi da bruciare, quelli da tenere in caldo per il momento stanco della trattativa, quelli da tirare fuori quando si fa notte e tutti vogliono tornare a casa. In questi casi potreste anche sentire frasi del tipo “va bene ma deve essere una donna…”. “Una donna? Ce l’ho… una bravissima, professionista, in gamba, perfetta…”. “Ha mai fatto politica? Ha un progetto per la città?”. “No, ma è amica del segretario tal dei tali”.

Quello che mi piacerebbe, dato che tutti, meno me, sembrano così felici del maggioritario, che comunque non garantisce nessuna stabilità di governo e comunque diventa teatro di questo genere di speculazioni che portano sempre a pentapartitismi, schemi da vecchia democrazia cristiana, accordi su poltrone, mi piacerebbe, insomma, che tutto ciò fosse trasparente.

Perché i voti della gente non “appartengono” ai partiti, men che meno al Pd, e perché sono gli elettori e le elettrici che semmai dovrebbero avere qualcosa da dire sulla scelta degli assessori.

Ma dato che il sistema elettorale autoritario che abbiamo conferisce il potere in mano a singoli e ai partiti, sarebbe almeno auspicabile che da parte di chi porta avanti le trattative ci fosse trasparenza.

Sarebbe bello, per una volta, che un sindaco eletto, dicesse alla gente che gli ha dato i voti:

– il Pd propone questi nomi;
– rifondazione propone questi;
– Idv questi altri;
– SeL ancora questi…

E via di questo passo. Perché la trasparenza, nei fatti, un po’ aiuta. Fare una contrattazione normalmente coperta da omertà alla luce del sole restituirebbe alla merda ciò che è di merda e al profumo ciò che sa di acqua di colonia.

Perché questi partiti, così, dovrebbero rispondere non solo dell’operato generico delle amministrazioni ma anche del fatto che avrebbero potuto prevenire (perchè possono ma non lo fanno!) il fallimento dei governi delle città e non l’hanno fatto, il che costituirebbe un’aggravante che sarebbe punita in termini di voti.

Non so, per esempio, se da Milano o da Napoli o da Cagliari potessimo contare su una cosa del genere, perchè per me la vittoria non consiste in una riproposizione di vecchi schemi e siccome, davvero, mi fa ribrezzo il fatto che il Pd ogni volta si metta di traverso per ottenere poltrone mentre nei dibattiti pubblici dichiara di essere così interessato a dare sostegno a chiunque per il bene comune, direi che questi sistemi bisogna smascherarli.

La politica è una cosa preziosa e la gente non ha alcun timore a farla purché non sia infangata da metodi di partito che scambiano il radicamento territoriale per feudalesimo, metodo che purtroppo si riflette su tanta vita politica del nostro paese, compresa quella di movimento.

Altrimenti il centro sinistra perderà sempre, perché le persone non sono stupide, perché non sono burattini, perché la prossima volta non andrà a votare e se queste sono le premesse state certi che le elezioni del 2013 sono già perse.

Posted in Pensatoio.