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Italian Revolution: professionisti di un anonimo movimentismo virtuale?

Mentre a Milano e Roma, la rete precaria marcia verso lo sciopero precario e organizza puntate di ribellione contro le società di riscossione crediti che puntano come sciacalli i precari per dargli il colpo di grazia, noi ieri sera potevamo assistere, su Annozero, all’ennesima puntata del Santoro Show, che, come sempre, utilizzava un po’ di esseri umani, in assembramento organizzato da piazze virtuali, per puntarli contro qualcuno.

Che questi missili umani siano puntati verso destra o sinistra poco conta perchè si legittima un metodo che fagocita ogni possibile forma di ribellione sociale e la dirige verso obiettivi che non appartengono a chi dovrebbe viversela autonomamente.

E’ una cosa che sistematicamente viene fatta con i presunti movimenti del risveglio della coscienza delle donne. E la stessa cosa si vorrebbe fare con i precari e le precarie, dei e delle quali questi giornalisti non si occupano mai, così come non si sono occupati delle manifestazioni di ieri e di sicuro non si occuperanno delle voci realmente critiche con ogni governo degli ultimi quindici anni, tutti coerentemente diretti allo smantellamento dello stato sociale e al consolidamento di privilegi di quelli che rendevano sempre più precaria la vita di lavoratori e lavoratrici.

Daccapo, giusto per capirci meglio. In Italia – in collegamento con mezza europa – esiste una rete precaria, che è fatta di intelligenze e meravigliose persone che hanno il merito di aver trasmesso a ciascun@ di noi la consapevolezza su quello che noi tutt* siamo. Precarie e precari. Una pioggia di contenuti e riflessioni e analisi e iniziative che tra un san precario e una mayday hanno mostrato la precarietà per quella che è: un’emergenza sociale della quale nessuno o quasi vuole occuparsi.

Poi arriva il tempo dell’opposizione politica a Berlusconi, e il centro/sinistra si riscopre improvvisamente  tanto sensibile a questi problemi. Allora il sindacato che fino al giorno prima chiamava terroristi quegli estremisti della Fiom il giorno dopo si  dichiara pronto a fare le barricate con i precari.

Ma siamo ancora lontan* da quello che vorremmo raccontare. In realtà questa è la storia di una opposizione politica che demonizzando il premier, l’uomo, prima ancora che contrastare la cultura che attorno ad esso si è imposta stabilmente nel nostro paese, ha sdoganato, giorno dopo giorno, personaggi e argomenti più cari alla destra sociale che alla sinistra solidale.

Il centro/sinistra non ha argomenti di sinistra e quei pochi che aveva se li è persi per strada. Culturalmente ha legato la propria azione politica agli argomenti di Fini, quello che ha firmato la Bossi-Fini sull’immigrazione. Agli argomenti di Travaglio, che è finiano per indole. Agli argomenti dei terzoposizionisti, quei fascisti noglobal che parlano di signoraggio e dicono di avercela con le banche e poi però portano in piazza progetti come il “tempo per essere madri“.

Quest’anno abbiamo subito i moralismi della corrente Fini, in uno scontro che ha usato i corpi delle donne per demolire (cosa assai semplice in realtà) la reputazione di un uomo e per succedergli. E’ uno scontro tra poteri. E da questo scontro è certo che nessun@ di noi guadagnerà niente. Perchè alla fine, quello che ci sembrerà un gran risultato, avrà il volto di Fini o qualcuno come lui a capo di una coalizione che meglio rappresenta la destra europea. Una destra più presentabile ma che impone sue leggi e una sua morale sulle vite e sui costumi del paese.

La destra, per tutto quest’anno, si è nascosta dietro i movimenti bipartisan antiberlusconiani, i vari popoli virtuali che dicevano di portare in piazza manifestazioni nate dal basso. Luoghi in cui ci sono tante persone impegnate a dire che “il fascismo è morto” salvo poi negare le aggressioni dei neofascisti a studenti e compagni che di sicuro non hanno ricevuto coltellate dagli zombies. Il fascismo vive e si mimetizza. Si appropria di un linguaggio e pratiche da centro sociale per estendere la propria capacità di reclutamento dai nazirock alle periferie metropolitane. Portano in piazza il pane e diffondono volantini che parlano di onore e che solidarizzano con gli immigrati e li vorrebbero tanto felici in casa propria ma comunque fuori dai coglioni.

Sono quelli che “destra e sinistra non esistono e sono due concetti superati” e mentre urlano nè rossi nè neri ma liberi pensieri celebrano la cinghiamattanza ed esibiscono il tatuaggio con i simboli del ventennio.

Se c’è una cosa che nelle parole così antiberlusconiane che vengono pronunciate dappertutto non si trova più è l’antifascismo e quando qualcuno evoca questo fantasma della bella e sana militanza che fu ti dicono che “dai, su, lottiamo insieme in piazza perchè abbiamo gli stessi obiettivi…”.

Sfugge a costoro che noi non abbiamo gli stessi obiettivi manco per niente e che la detronizzazione di un despota per piazzarcene un altro che piace a Travaglio non è tra le nostre priorità.

Dicevamo della precarietà, che è un problema che conosciamo, perchè lo viviamo sulla nostra pelle, e partecipiamo in vari modi alla “rivoluzione” dal basso che parla di noi.

Poi arriva qualcuno che prende in prestito un pezzetto di notizie dalla Spagna, per gemellarsi a qualcosa di profondamente diverso e pilotare una presenza di piazza italiana che è funzionale ai media, e noi vediamo che uno dei primi appelli è fatto da una persona che fino al giorno prima pubblicava video di appello ai giovani di destra, ex An, poi Pdl, ora finiana?

Ma sicuramente siamo noi a pensare male, perchè siamo piene di pregiudizi, siamo tanto “idelogggiche” e quando tenti di vederci chiaro ti dicono che viva la gioia, la spontaneità, la bellezza di questi giovini qualunquisti che scendono in piazza urlando “Indignati”.

Ci soffermiamo sulle parole, sui simboli del manifesto, analizziamo i contenuti che stanno mettendo in circolo, poi vediamo la diretta su Annozero e capiamo tutto.

Sembra uno dei soliti bluff virtuali creati ad arte da persone che di mestiere negli ultimi anni forse fanno questo. Piazze mediatiche, funzionali ai meccanismi e ai tempi televisivi o a quelli di qualche testata giornalistica. Piazze che durano il tempo di una manifestazione (dovrebbe essercene una domenica) e di un intervento in televisione. Piazze che durano, forse, il tempo di un ballottaggio e che dopo aver strumentalizzato le speranze e l’esigenza di ribellione di singoli e speranzosi aderenti, si spengono esattamente così come sono arrivati. Si perdono nel nulla. Pronti a riciclarsi con un altro nome. Popolo lilla, popolo marrone, popolo blu.

Se domani una rivoluzione spontanea nascerà in svezia vedrete calarvi dall’alto improvvisamente un sito, una pagina facebook, con gente che non si firma con nome e cognome e neppure con un nickname riconoscibile e che si ricicla di volta in volta per rappresentare quella o quell’altra stagione di comparsate televisive. Evviva la rivoluzione svedese in italia. Guardate quante belle facce. Quelle della Svezia perchè quelle italiane non le abbiamo viste.

Che per fortuna ieri sera ad Annozero la diretta l’hanno potuta fare perchè c’è la rete dei precari della ricerca e della scuola che esiste davvero ma esiste da tempo e non da ora.

Sappiamo che è un ragionamento complicato, ma neanche poi tanto, perchè quello che tentiamo di dire è che in Italia fare movimento fuori dalle strumentalizzazioni politiche e mediatiche equivale ad essere additati come criminali. Non a caso questi di Italian Revolution, così intenti a preparare servizi d’ordine per criminalizzare la giusta rabbia e la giusta indignazione che invece sono la costante dei movimenti greci e spagnoli (in spagna lo sgombero costa lacrime e sangue), sono concentrati sul controllo delle piazze invece che sulla condivisione dei motivi di una ribellione. Non a caso, mentre in Spagna le regole e i manifesti si sono scritti dopo assemblee, qui si parte con simboli, parole d’ordine e concetti imposti dall’alto.

I media (o i politici, che poi sono la stessa cosa) non sono più quelli che cavalcano le proteste ma sono quelli che le inducono, le inventano, le creano per poter avere piazze da filmare e intervistare così da avere materiale per uno show.

A noi non piace essere manipolate da nessuno. Non ci piace essere le marionette di Fini, di Travaglio, di Santoro, dei vari impiegaticchi virtuali che calano dall’alto i cosiddetti movimenti spontanei, intrisi di qualunquismo mentre sdoganano facce, braccia e culture di destra.

Noi siamo la gente vera, quella che lotta ogni giorno, che lotta per i diritti delle donne e che non dura il tempo di una manifestazione o di una trasmissione in cui le donne vengono usate per colpire il premier. Siamo quelle precarie che fanno la guerra per sopravvivere e che spontaneamente si incazzano e poi si incazzano ancora se c’è qualcuno che chiama le assemblee “spontanee” e poi le domina con regole televisive che misurano i tempi di intervento.

Noi non esistiamo per fare numero. Noi la rivoluzione la facciamo davvero e siccome è rivoluzionario capire con chi abbiamo a che fare, e dato che la rete precaria nazionale non ci sembra sia stata coinvolta in una cosa condivisa e di questa presunta rivoluzione italiana non pare ne sappia niente, ve lo chiediamo ancora: Voi, quelli della cosiddetta Italia Revolution, chi siete?

—>>>Rivoluzione precaria in Italia

Leggi anche:

Italian Revolution, spontaneamente libere da ogni strumentalizzazione

Italian Revolution: non c’è niente di rivoluzionario nel qualunquismo

Posted in Anticlero/Antifa, Pensatoio, Precarietà, R-esistenze.


21 Responses

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  1. Guido Isidori says

    anche io veloce, ti lascio alle tue cose e torno alle mie…

    visto che non lo avevo ancora scritto, una premessa importante è che io non sono amministratore del gruppo fb. Seguo sicuramente la pagina per avere eventuali aggiornamenti, ma lungi da me utilizzare facebook per discutere e costruire qualcosa.

    avrai notato che l’invito continuo è di andare in piazza, riunirci in assemblea, portare le nostre storie, le nostre esperienze, le nostre proposte…
    Sulla pagina di facebook c’è molta superficialità, e del resto con 21.000 iscritti non mi aspetto niente di meglio. Il video “spot” continua ad essere postato e si fa un sacco di spam da ogni parte. Sta facendo acqua su tutti i fronti, lo riconosco, ma non solo il solo iscritto e di certo non mi sogno di imporre la mia.
    L’enorme “minchiata” è che le cose vanno male proprio dove piú dovrebbero andare bene. Come dire che in un giornale fa schifo la prima pagina…
    Spero che il tempo e gli sforzi possano far capire che le altre pagine sono abbastanza valide (sperando di cambiare pure la prima una buona volta). In ogni caso non sarà la pagina di Facebook a fermarmi, perchè quando vado in piazza, e parlo con la gente, nella dimensione reale, è tutta un’altra musica!

    Non posso che farti e farvi gli auguri per le vostre lotte, il traguardo di una vita dignitosa è anche il mio di obbiettivo! Buona serata!

  2. fasst says

    @Guido

    Tornata e velocemente perché poi devo preparare la cena per la prole.

    Due cose fondamentali.

    1) L’anonimato in formato facebook è come quelle vocine di call center vaghe e senza faccia che fanno da cuscinetto a rimbalzo per allontanare gli interlocutori. Non a caso le aziende che prima venivano rappresentate dalle facce degli impiegati le sostituiscono con numeretti e voci registrate perché non vogliono interlocutori ma clienti. Se tu mi vuoi coinvolgere in una rivoluzione, che non è un reclutamento di numeri e adesioni generiche su una pagina facebook, allora ci devi mettere le storie. Non mi devi considerare una “cliente”, fastidiosa, che tieni a distanza. Se ti esponi ti devi anche fare toccare, politicamente parlando, devi beccarti critiche e confronti, devi permettermi di raggiungerti, devi permettermi di identificarmi in qualche modo e quindi devi permettermi di scegliere. Puoi anche farti chiamare pasquale, filippo, orlando furioso, ma poi mi devi raccontare la tua storia e mi devi permettere di raggiungerti e di raccontarti la mia o comunque devi intrecciare legami umani, forti, senza nasconderti dietro una barriera virtuale che costringerebbe me a gettare in mezzo ad un mare di commenti il mio parere, che non interesserà a nessuno, che dovrebbe far parte di una discussione che non vedo. Quanti sono i commenti su facebook che avete tenuto in considerazione per la costruzione del vostro percorso? Facebook è un luogo in cui depositate le vostre regole e decisioni o è davvero un luogo di confronto (ne dubito!)?. Tornando a noi di fatto per stanarvi sono serviti tre post e ora stiamo parlando. Possiamo essere d’accordo o no ma comunque ora siamo persone che si parlano dei rispettivi punti di vista.

    2) I colori del logo sono quelli della destra sociale, fidati. Se avessi qualche dubbio puoi sempre vedere la differenza che c’è tra il logo spagnolo (http://4.bp.blogspot.com/-LFvKjlS_wxY/TdQX1g6O3cI/AAAAAAAAFzQ/b0M6ruLhSAA/s1600/Democracia+real.jpg) e il vostro. Gli spagnoli hanno usato lo sfondo nero e hanno buttato lì colori come il bianco, il rosso (rosso e nero sono più anarchismo). Solo agli italiani nazionalisti poteva venire in mente di metterci la bandiera condita di concetti nazionalisti che ricorrono in altre comunicazioni. E non sottovalutare quello che i simboli sedimentano perché costruiscono un immaginario che da quello che mi dici dovrebbe essere lontano perfino dal tuo (Difatti il fascismo è un brand: http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2009/05/21/il-fascismo-un-brand/). Sulla condivisione della comunicazione mi trovi d’accordo invece perché condivisione è proprio quello a cui richiamo io quando ti dico che se vuoi fare le piazze assembleari tutto devi deciderlo in quelle piazze e non lo puoi calare dall’alto, inclusi i video dimostrativi. però se non vi riconoscete in quel video allora perché l’avete messo nel vostro sito nazionale?

    Ps: no, non sono una manifestante di mestiere. Non ci campo di questo “mestiere”. la mia non è la lezione di una maestrina ma semplicemente l’analisi di una persona che non vuole che le proprie utopie siano compromesse da chi rischia di fagocitarle in un tritatutto privo di storia.

  3. Guido Isidori says

    Lidia (fasst) non hai idea di quanto, ora, mi ritrovi nelle tue parole.
    Io personalmente non ho mai voluto usare la parola nazione o bene comune con le accezioni fasciste del caso. Spero che per quanto mi riguarda questo ti sia arrivato.
    Continuo dicendoti che personalmente non vedo nei colori del logo quelli di casapound, ma semplicemente il richiamo al logo spagnolo (cosa che condivido solo in parte, perchè, ribadisco, un conto è che gli spagnoli si siano svegliati prima, un conto è che noi non dobbiamo finire per imitarli come pappagalli…e del resto inizio a stancarmi anche dei link spagnoli, quelli a cui fai riferimento tu, un conto è postarli per dire “svegliamoci, se gli altri lo fanno, possiamo riuscirci anche noi”….. un conto è postarli per dire “imitiamoli” ).

    il fatto che una ex pdl si sia messa a fare uno “spot” non mi infastidisce tanto per il fatto che sia una ex pdl, se non il fatto che lo abbia fatto arbitrariamente, senza chiedere il “permesso” alla comunitá…e visto che qui il cavillo non va lasciato al caso 😉 voglio precisare che con questa frase di “chiedere il permesso” semplicemente intendo….fare un video, proporlo, vedere cosa ti risponde la comunitá e se piace lo pubblichi altrimenti amen…in democrazia!! sono state tante le voci di dissenzo a quel video, in molti chiedevano un video corale, altri un video senza volti… io avrei votato delle proposte, ma effettivamente la confusione è tanta…saranno gli entusiasmi o saranno i protagonismi, non so. So solo che certamente dobbiamo maturare. La scelta di evitare i nomi o di non metterci la faccia (perseguita da tantissimi..ma evidentemente non da tutti) è stata proprio quella di non essere tacciati di protagonismo!

    so bene che questa è un’arma a doppio taglio, infatti abbiamo dato l’idea di qualunquismo, e addirittura siamo tacciati di nasconderci per manovrare meglio.
    Ma semplicemnete vogliamo disorientare chi combattiamo (pacificamente) perchè si trovi davanti una moltitudine e non dei singoli o simboli da poter bersagliare.
    Na qui nasce la necessità di essere in molti, perchè chi sta di fronte potrebbe infischiarsene con la scusa di non avere un “vero interlocutore”…bene la massa però non potrà essere ignorata.

    E voglio ribadire fino alla nausea, che IO, so la differenza tra A-partitico e A-politico!
    e infatti scrivo A-partitico! Credo che sul significato altissimo della parola POLITICA concordiamo entrambi…e sicuramente mi sto battendo perchè possa tornare la POLITICA! Quello che mi propongono è schifo!

    Da quello che leggo devi essere attiva da diverso tempo, e sicuramente so che leggi questi post con occhio smaliziato di chi si è confrontato con la pratica.
    Io non sono un manifestante di mestiere, proprio perchè ho sempre visto troppi interessi, protagonismi e faziosità in manifestazioni e girotondi.
    Ho trovato qualcosa che forse mi rappresenta, e sperando che resista agli autogol prima di tutto, incorcio le dita affinchè sia la volta buona!
    Inseguo un’utopia? beh, se siete attive da tanto e continuate a lottare perchè ancora non siete ad ottenere quello che volete, probabilmente la mia utopia non è la sola!

  4. fasst says

    @guido,

    a parte un po’ di qualunquismi sparsi che non condivido poi però posso dirti una cosa: avete sbagliato metodo di comunicazione. smettete di dichiararvi apolitici apartitici che è cosa sospetta e che si presta, che tu lo voglia o no, che tu l’abbia deciso o no, a strumentalizzazioni.
    cominciate a fare girare le vostre storie, e anche la vostra provenienza politica, perchè l’anonimato non vende e perchè le storie precarie hanno dirompenza e sono significanti di una soggettività riconoscibile che attribuisce responsabilità a chi le ha senza risparmiare nessuno.

    io sono di sinistra, precaria, lo so da me che il governo di destra e quello di centro/sinistra non mi hanno dato niente e mi hanno rubato tutto ma la mia rivoluzione e il mio progetto di futuro non me li faccio scippare dai qualunquismi che non hanno la forza e il coraggio di presentarsi con le proprie storie. Quelle vere, quella di fulvio costretto a casa per disabilità non assistite e la tua di padre precario che non sa come arrivare a fine mese e allora, solo allora, ci sarà posto per le storie di ciascuno, dove la rivoluzione inizia quando tu e gli altri smettete di nascondervi dietro parole generiche che non vi rappresentano. perchè la rivoluzione è forte e vera se parte da qui, adesso, e parla il tuo linguaggio e non quello apolitico che non riconosce la differenza tra chi sfrutta privilegi parlamentari e il concetto di politica in senso alto, che è quella che faccio io che non guadagno un cazzo e che può anche essere quella che fai tu se alla fine di questo percorso non ti trovo candidato in una lista qualunque.

    la politica è una cosa che va tolta dalle sporche mani di chi l’ha inzozzata e l’ha messa a servizio di privilegiati invece che al servizio della gente.

    quindi una rivoluzione è innanzitutto politica, politicissima, e disegna il futuro, perchè questo fa la politica, e lo disegna sulle necessità collettive e non per riconoscere privilegi a qualcuno. definisce un progetto di futuro che parte da alcuni precisi principi condivisi e torno a dire che se l’antifascismo o l’antirazzismo non sono due motivi fondanti di un movimento che parla di “democrazia ora” in uno stato che viene dall’antifascismo e dalla soppressione delle leggi razziali, allora questo movimento è un po’ confuso perchè non sta parlando delle esigenze della gente, delle emergenze vere, che riguardano me, te, il negoziante filippino che deve anche subire gli squadrismi di chi va a menarlo, la donna nigeriana che dopo essere sfuggita alla tratta viene rinchiusa in un Cie, e via di questo passo.

    le esigenze della gente parlano della gente. perciò servono storie e non proclami e mascherine comunicative con i colori di casapound. me ne frego della bandiera italiana. me ne frego della nazione. sono io la nazione finchè ci vivo. è la mia amica rumena e quell’altra marocchina. sono loro la nazione, e tutte noi abbiamo diritti perchè c’è perfino chi vuole che rinunciamo alla nostra “politicità” che ci fa persone, cittadine e ci restituisce dignità.

    boh. se ne può ragionare per ore ma davvero, insisto, state sbagliando perchè postare su facebook ripetutamente link su link di quello che succede in spagna non costruisce consapevolezza qui in italia, non costruisce coscienza di classe, non costruisce tensione e la tensione non la costruisci se affidi la comunicazione a chi in un video invece di parlare dei suoi guai – se ce li ha – parla di onore della nazione (onore de che!).

    sempre disponibili a parlarne. ora vado a prendere mia figlia. ciao 🙂

  5. Guido Isidori says

    La mia provenienza??? Apartitica!! ho sempre cercato di scegliere chi avesse le capacitá di governare la nazione facendo gli interessi della gente e non i propri!
    non ci sono riuscito! perchè nessuno è stato all’altezza di tale compito!! NESSUNO!!!
    La destra è un ammasso di porci che cercano di arraffare tutto…
    la sinistra è un ammasso di frustrati che vorrebbe arraffare tutto e non ci riesce perchè arrivano prima quelli di destra ..( non me ne vogliate…ma nei pochi anni di sinistra al governo, pochi perchè troppo impegnati a primeggiare gli uni sugli altri, hanno continuamente destabilizzato le maggioranze di governo, non ho visto ste grandi riforme).

    quindi sì, sono apartitico!
    sono un precario, padre di famiglia, che non si puó permettere un mutuo, non si può permettere una macchina nuova per andare e tornare dal lavoro risparmiando 3 ore di tempo da dedicare a mio figlio, costretto a prendere un treno che fa schifo!

    devo per forza essere di sinistra per dire che mi sono rotto le scatole del mio precariato?
    del fatto che i parlamentari prendano anche 45000 euro al mese per non fare nulla o addirittura remarmi contro?? che loro si volino in prima classe…con i miei soldi?? TUTTI!!! non solo quelli di destra!!! TUTTI! e poi il mio treno fa schifo perchè il capo di trenitalia messo lì dal politico di turno sta li a grattarsi la pancia con le banconote e a beccare un TFR da far impallidire che magari ha lasciato fallire una compagnia e fa viaggiare la gente con gli scarafaggi??

    non sono di destra, non sono di sinistra, non lo sono stato e sotto sto chiaro di luna non lo sarò mai! eppure mi sembra di incazzarmi per le cose per cui vi incazzate voi!!

    cono contro chi ruba! però lo sono i cattolici, i musulmani, i buddhisti, i fascisti, e pure i comunisti !! lo sono tutti! però poi tanta parte di loro ruba! ecco perchè cerco di fidarmi delle persone, le SINGOLE persone e non dell’ ideologia (o in questo caso religione)!
    Perchè penso che in ognuno di questi gruppi ci siano ancora delle persone che credono nel “BENE COMUNE” (così faccio rabbrividire qualcuno!) e ho la speranza (spero non sia utopica) che queste persone potranno governare…ma non penso lo possano fare finchè dall’alto c’è questo marciume che tarpa le ali a tutti!

    i temi di cui parlate voi, di immigrazione, famiglia ( o non famiglia)…sono importantissimi e li vogliamo discutere certo! nessuno vuole imporre soluzioni!! nessuno vuole imporre la soluzione proposta dalproprio credo!! ma davvero ti serve essere di destra o di sinistra se vuoi dar lavoro o no all’immigrato?? tu dici di si, io dico di si, l’altro dice no, l’altro dice si, l’altro ancora no…e si conta! stop! non è questo un modo di fare democrazia?? troppo facile parlare così vero??? si lo so!! infatti sto protestando perchè mi sia data la possibilitá di poterlo attuare!!

  6. feminoska says

    Italiani onesti (onesti e onesti e onesti)…ma onesti per scelta, onesti per possibilità? E i cinesi onesti? E gli egiziani onesti? E i marocchini onesti? E quelli disonesti perchè non hanno avuto in questo paese così profondamente razzista nemmeno un’occasione di mostrare quanto potrebbero essere onesti se l’italiano medio tanto onesto non li trattasse come spazzatura?
    A “bene comune” il mio sistema neuronale va in crash, a parte che il bene comune delle folle mi fa rabbrividire per l’assonanza troppo vivida con un tragico passato italiano che vorrei con tutto il cuore dimenticare, e in ogni caso quantunque esistesse e fosse identificabile in qualche forma condivisa non credo la discussione possa prescindere dai mezzi per raggiungerlo, e qui per me casca l’asino sempre e comunque.
    L’immagine che mi dà questa revoluscion mi fa tanto V per vendetta, per fortuna mi dico che quello era solo un film, e per fortuna che dietro alle maschere di uniformità che qualcun* auspica di metterci addosso poi non siamo tutt* uguali…e tanto questo vien sempre fuori.
    Per me comunque – e lo dico con amarezza da un certo punto di vista – l’unica revoluscion possibile in Italia, perlomeno al momento, rimarrà sempre solo una pagina di Facebook. Stiamo diventando il paese delle fake revolutions – no, me lo chiedo pensando ad un’altra “oceanica” mobilitazione di tre mesi fa…si vede che rivoluzionario ora è di moda! Volemose bene..? Ma anche no.

  7. fasst says

    @Fulvio

    Ci sono delle prove di sostanza da mettere in campo quando chiami la rivoluzione.
    Una di queste, per esempio, è l’adesione a quel principio, che per te che ti dichiari democratico progressista, dovrebbe corrispondere con qualcosa di sacrosanto che sta scritto nella costituzione, ovvero il fondamento della nazione che dici di volere migliore.
    Parlo il tuo linguaggio così forse ci capiamo. Se ti riconosci nella costituzione e ti riconosci nella storia di chi te l’ha servita su un piatto d’argento allora non puoi rinnegare i partigiani e l’antifascismo come valore fondante che viene prima di tutto.
    Su quello chiami a raccolta gli apolitici/apartitici del mondo che se si riconoscono in una democrazia che festeggia il 25 aprile e il 2 giugno non avranno difficoltà ad aderire ad una chiamata antifascista. l’antifascismo, o l’antiautoritarismo se preferisci, c’entra prima di tutto perchè se vivi in italia e vuoi partecipare ad una nazione democratica non stai lì a cavillare sul termine e a nascondere dietro il qualunquismo lo sdoganamento di nuovi destrismi.

    L’altra cosa che diventa ovvia e necessaria è la solidarietà attiva con tutte quelle lotte fatte da cittadini che si oppongono al potere autoritario di governi e poteri economici che anche tu dici di non preferire.
    Allora la tua esistenza la fondi sulla solidarietà alle lotte degli operai di Castellammare di stabia, a quelle dei cittadini contro la Tav, della gente di Terzigno e di tutta l’altra gente che si oppone a qualunque prevaricazione contro i minimi principi di sovranità territoriale.

    Poi c’è il problema della precarietà in senso stretto e le sue conseguenze. Non puoi parlare di precarietà se non parli di immigrazione perché l’immigrazione è l’ultimo anello di una catena fatta di sfruttamenti e ricatti alle persone più deboli.
    Non puoi non essere incline a chiamare in piazza con te quei migranti che si ribellano contro i Cie, che tanto e più di te chiedono un ribaltamento delle condizioni affinchè le persone che vengono da territori colonizzati e sfruttati abbiano il diritto di accedere a qualche opportunità.

    E c’è la distinzione essenziale che bisognerebbe fare tra “violenza” e giusta rabbia e indignazione, perché la resistenza attiva dei cittadini non ha nulla a che fare con la violenza e se tu la classifichi in quanto tale allora consideri i cittadini resistenti alla stessa stregua dei poliziotti che vanno a manganellarli in piazza.

    E’ una rivoluzione? Allora non puoi recintarla perché se decidi recinti e argomenti, se la costringi per ragioni di opportunità politica o per ragioni tue, non è una rivoluzione ma è una iniziativa come un’altra. Legittima ma che non può arrogarsi il diritto di immaginarsi universale, aperta al mondo, etc etc, perché una inziativa con i toni che avete scelto voi non mi comprende e scusa se te lo dico ma a prescindere dal fatto che tu e io la pensiamo diversamente sul fatto che destra e sinistra siano due cose da considerare oppure no però io posso ancora ancora parlare con qualcuno che dice genericamente, a distanza, parlando del più e del meno, di avere una simpatia per qualche personaggio non esattamente di sinistra ma non posso davvero pensare di poter condividere un percorso politico con chi ha fatto parte di un partito e quindi ha aderito a pratiche politiche così distanti da me.

    Tu come fai a discutere con persone così? Cosa avete in comune? La nazione e l’onestà?

  8. Fulvio Novi' says

    Uhm..chiariamoci…sembra che mi abbiate preso per un filo fascista che non si interessa della situazione della precarietà e non sa che con questo sistema di precarietà permanente l’italia non ha futuro. Ve lo voglio dire chiaramente. Io sono nettamente ANTI-FASCISTA e sono di SINISTRA più precisamente mi definisco democratico-progressista. Ciò che mi spinge a fare quello che sto cercando di fare, ripeto è la consapevolezza che con questo sistema di precariato visto come regola, di spreco di risorse, di globalizzazione selvaggia che permette enormi sperequazioni nel mercato del lavoro internazionale, permettendo di schiavizzare i cinesi, gli indiani e i lavoratori dell’est europa, L’italia e il mondo intero non hanno futuro. E dato che queste cose la politca sembra non vederle (perchè di capirle le capisce certamente) dobbiamo muoverci noi che abbiamo interesse…Mi pare ovvio che la precarietà e lo sfruttamento dei lavoratori sia un fenomeno da condannare….capisco le esigenze di flessibilità dell’economia attuale, ma credo che questa esigenza di flessibilità debba essere fatta coinciliare con il DIRITTO alla dignita del cittadino in quanto lavoratore. In questo senso ho le mie idee se volete ve le espongo (es. creare un fondo per i sussidi di disoccupazione europeo e ASSICURARSI che questi fondi europei NON VENGANO sprecati dalle corrotte amministrazioni nostrane). Per questo credo che la lotta alla corruzione e alle mafie sia fondamentale, perche la costruzione di un sistema economico equo e che rispetti il lavoratore e la libertà d’impresa debba passare per forza da qui. Ad esempio in italia sappiamo tutti di come male lavorino le Authorities garanti del mercato i quali soono elementi fondamentali per far funzionare un sistema misto come il nostro. Detto questo ci tengo a precisare che io NON SONO il solito tizio che comanda di fare la rivoluzione da dietro un pc, se non sono nelle piazze attualmente e’ per grossi problemi personali miei. Tanto per dirla tutta, questo mio problema personale è lo stesso che mi fa RIPIUDIARE il fascismo e il nazismo, poichè all’epoca quelli come me li mandavano in manicomi e li uccidevano perchè diversi e minorati fisici. E questi miei problemi, se mi permettete, mi fanno sentire ben forti e radicati questi valori cui mi ispiro e mi fanno dannare l’anima nel vedere che ci sono questi precari che sono DISPERATI e nessuno fa nulla. Ecco, io ho pensato che da cittadino comune non potevo restare a guardare, ma dovevo fare qualcosa di concreto ecco il perchè di ItalianRevolution. L’ho già detto e lo ripeto: a me tutto ciò che mi interessa è vedere un italia con un futuro. Null’altro. Se voi avete delle idee su come fare sono qui per ascoltarvi.

  9. lafra says

    caro Guido Isidori, metterci la faccia non è il nome e cognome. Metterci la faccia è dire chiaramente come la pensi, cosa fai, cosa proponi. E in questo blog viene fatto quotidianamente. Qui si fa contro informazione e politica. Non campagne elettorali o spot autoelogiativi in cui ci metto i miei dati anagrafici e il mio sorriso smagliante coperto di fard per poi poter riscuotere il conto.
    L’onestà intellettuale è metterci la faccia miliardi di volte più di un nome e cognome. Se Femminismo a Sud non ci mettesse la faccia con la coerenza quotidiana sarebbe sparita da anni, cosa che succede invece ai movimenti “troppo nuovi e allucinanti”. Metticela tu la faccia e rispondi alle domande che vi vengono fatte invece di farci le supercazzole tra IDEE, ideologie, apartitici ecc.
    Dicci un po che ne pensi dei migranti truffati dalla sanatoria, o dei movimenti per la vita dentro i consultori, ad esempio. Visto che è nato un coordinamento, le persone che ne fanno parte ce l’avranno un’idea no? Sarete apolitici ma mica c’avete l’encefalogramma pìatto. Qualcosa penserete a tal riguardo.

  10. fasst says

    @ guido, se vuoi spostare la discussione dalla politica ad una polemicuccia personale fai pure ma la questione non mi tange.

    io sono lidia, fasst, come ti pare. sono femminismo a sud e non cambio simbolo, bandiera e non mi nascondo dietro movimenti virtuali. ovunque mi vedrai, ora che mi conosci, troverai questo nick e saprai perfettamente qual è la mia provenienza e quali sono le idee che porto avanti.

    non altrettanto posso dire di chi faceva parte del popolo viola e ora di questo presunto nuovo movimento.

    non è che mi interessa schedarti per sapere di chi sei figlio e a chi appartieni (italianizzazione di un detto siculo “ri cu ti ricinu, a cu apparteni”), a me, a noi, interessa sapere quali sono i contesti politici da cui venite. perchè se uno ha idee che ha voglia di portare in giro non si nasconde dietro apartiticità salvo poi urlare allo scandalo perchè qualcuno scopre che una persona tra voi che fa un video di presentazione del progetto è una ex di An.

    nessuno criminalizza. se siete di destra che problema c’è? ma perchè non dirlo?

    concorderai con me che è abitudine di contesti destrorsi quello di nascondere la propria derivazione politica per assumere spazio in lotte più orientate a sinistra. avviene da sempre e ancora di più avviene in questi anni in cui sono proprio tanti a dire che “destra e sinistra” sono superati.

    superati si, ma tu, per esempio, guido isidori, da dove vieni?

    perchè se sei di destra, senza voler schematizzare, temo che il tuo progetto di futuro e il mio non coincidano neanche un po’.

    allora mi interessa sapere da dove vieni e dato che tu chiami la piazza e la chiami con un manifesto patriottico e parole d’ordine già stabilite allora dimmi anche di che stai parlando e dimmelo chiaramente perchè le mie energie, la mia lotta, la mia precarietà, sono cose troppo importanti per metterle a servizio di chi potrebbe rendermi funzionale a progetti che potrei non condividere.

  11. Guido Isidori says

    vorrei specificare che nessuno ha “preso in prestito” notizie provenienti dalla Spagna…non credo ci sia la necessità di prendere in prestito un malcontento che è anche nostro.
    Probabilmente ci chiederete perchè non ci siamo “svegliati prima” pensando di farci una domanda retorica, aspettando per incalzarci che “stiamo scimmiottando gli spagnoli”… e noi, onore al merito degli spagnoli, vi rispondiamo che forse per una buona volta abbiamo imparato da qualcuno che queste battaglie non si devono fare dietro un simbolo o una ideologia partitica e stiamo cercando di unirci tutti. Non è che prima non si manifestasse, non ci si indignasse, ma “semplicemente” manifestavano questi poi quelli… e la gente, come chi scrive l’articolo qui in alto, etichettava e cambiava canale.
    Bene, oggi, sul modello spagnolo, abbiamo finalmente una unitá di intenti, si è capito che il bene comune non ha una ideologia alla spalle e si cerca di ragionare insieme senza che ci importi di che provenienza politica siamo. Adesso rifondiamo le regole, poi ci sarà tempo per il confronto delle ideologie auspicando che il rinnovamento coinvolga anche queste, in caso contrario sarà il loro stesso anacronismo a farle soccombere.

    Per finire, rispondo all’ironia frustrata dell’autor”@” dell’articolo qui in alto:
    critichi Italianrevolution perchè non ci sono “NOMI”, perchè gli amministratori non si firmano e non ci mettono la faccia, e poi ti firmi “fasst”: ci vieni a parlare di qualunquismo, ma non sarà che sei solo un’altra “qualunque” anche te??? (e non venire a rispondermi di esserne fiera o finirai per essere “banale” , esattamente l’etichetta che vuoi affibbiare anche noi!)
    Guido Isidori

  12. S. says

    Dimenticavo. Chi sono gli “onesti italiani”?
    A me interessa molto la questione degli stranieri e dei cosiddetti “extracomunitari”. Mi interessa perché da migrante sento molto vicino le loro vite, e sopratutto la tanta inospitalità che questo paese gli riserva.
    Mi piacerebbe capire cosa ne pensate della legge bossi-fini, se, eventualmente, anche questo può interessare italian revolution. Cosa ne pensate dei CIE. Del fatto che il permesso di soggiorno è rilasciato solo se queste persone hanno un lavoro.
    Una rivoluzione di europei/e per europei/e, eventualmente, non mi apparterebbe.

    S

  13. lucha says

    O Fulvio, ma se capisci così bene i problemi della gggente, dovresti sapere che quel che manca non sono i valori etici-morali a fondamento della nazione. Sono reddito, diritti, libertà.

    Poi tutta questo amore per i cittadini onesti non so da dove vi esce, di sicuro non dalle piazze di Madrid o di Barcellona.

    Fateci un favore, invece di diventare l’ennesimo “movimento nuovo e alternativo completamente diverso da tutto quello che c’era prima” che nasce e muore nel giro di pochi mesi (invece di diventare il popolo viola), se proprio volete cambiare qualcosa guardatevi attorno, cercate le mille lotte e le mille forme di resistenza che da anni (se non secoli) si oppongono a ciò che oggi vi indigna, e lavorate non loro.

    p.s. il discorso sull’apartitismo che fai, più lo rileggo, più mi sembra stupido. Non è vero che il “futuro degno di questo paese” interessa tutti. Ma soprattutto non è vero che tutti quanti hanno la stessa idea di “futuro degno di un paese”. Prendi Marchionne, che è un cittadino onesto che lavora. Prendi la Fincantieri. Prendi i fascisti, Forza Nuova e CasaPound. Non è una questione di colori, è proprio una questione di avere un progetto *diverso*. E quindi di parte.

  14. cybergrrlz says

    @Fulvio,

    un coordinamento che decide la presunta apoliticità e apartiticità di un movimento ne sta già decidendo la sostanza.
    far passare pericolosi concetti che rimandano al fatto che destra e sinistra sarebbero superati è sostanziale.
    è molto semplice richiamare tutti su cose generiche come l’onestà, contro il malaffare e la corruzione etc etc. poi ci sono le diverse visioni e i diversi modi attraverso i quali si vogliono risolvere questi problemi.
    c’è fini, travaglio, e il suo giustizialismo, c’è la destra che vuole detronizzare il premier ma non mette minimamente in discussione il leaderismo e le figure che lo mettono in atto.
    poi c’è un’altra visione che trova un motivo di unione tra quelle forze che non rinnegano la resistenza antifascista di un antifascismo che difende nuove pericolose derive autoritarie.

    noi non dimentichiamo che nel ventennio, la destra, fece della presunta guerra contro il malaffare e la mafia una bandiera per militarizzare la sicilia che si opponeva alle camicie nere.

    se non c’è alcun problema a parlarne perchè non enunciare tra i principi di base la lotta contro ogni forma di autoritarismo e perchè non assumere coscienza del fatto che la precarietà più grande che viene vissuta in Italia è a carico di stranieri che stanno rinchiusi dentro lager chiamati Cie?

    Si vuol fare solo del vuoto antiberlusconismo o si vuole davvero combattere contro ogni forma di sfruttamento e ogni precarietà?
    capisci che in queste cose tra chi è orientato a destra e chi a sinistra c’è una differenza enorme e dunque no, l’apoliticità è già una decisione arbitraria perchè la resistenza partigiana, che si costituì sulle montagne contro l’oppressione di un sistema autoritario, era fatta da mille anime, tutte provenienti da luoghi diversi, ma aveva in comune una cosa precisa, si chiamava antifascismo.

    Quello che voi scegliete come concetto comune invece è l’apoliticità. Sarebbe questo un motivo per cui io, noi, dovremmo scendere in piazza e lottare per un futuro diverso? diverso da cosa? diverso rispetto alla cultura che abbiamo dovuto subire in questi anni, in che modo?

  15. Jo says

    Ve lo devo proprio scrivere: la gente che confonde la politica col partitismo mi fa abbastanza orrore. Destra, sinistra, libertarismo, autoritarismo, sono concetti che hanno poco a che vedere con il partitello X o Y. Credo che dovreste scegliere così capiamo meglio: siete a-politici o a-partitici?

  16. S. says

    “La proposta concreta di italianRevolution è quella di incontrarci tutti insieme noi, italiani onesti e preoccupati per il futuro nostro e dei nostri figli, e discutere delle problematiche di questo paese. Siamo un movimento che vuole mettere al centro le IDEE della gente, di tutta la gente anche voi donne. Vogliamo che le piazze d’italia siano un think-tank per cercare di risolvere concretamente i problemi del paese.”
    Gentile Fulvio Novì,
    ho partecipato ad alcune delle vostre assemblee, e mi spiace ma questa voglia di discutere delle problematiche del nostro paese non l’ho riscontrata, o comunque se c’era, era sempre direzionata in un senso.
    Se qualcuno diceva qualcosa “di sinistra”, tipo “compagni”, si scatenava una mezza rivolta. Ma quando venivano avallati certi ragionamenti qualunquisti, tipo “destra e sinistra non esistono più”, allora giù di applausi.
    Anche questo governo parla di concretezza, è una parola che viene usata e stuprata quotidianamente, se Lei ieri sera ha visto AnnoZero, questo sostantivo è stato usato da Lupi per giustificare i tagli alla scuola, all’università e alla ricerca.
    La concretezza cos’è per italian revolution? Sopprimere gli interventi non allineati in nome del Sacro Ordine Del Giorno? Ad un’altra assemblea non avete fatto parlare un partecipante perché bisognava passare alla parte pratica.
    In Spagna si fanno assemblee permanenti dal mattino alla sera, se veramente a questo movimento interessa cogliere la palla al balzo dai nostri vicini, allora quello è il metodo, parlare parlare parlare, non nascondersi dietro ad un ODG per non parlare di questioni concrete, e per me concretezza è capire da che parte state. Se a promuovervi è una ex del PDL, allora non ci sto. Che mi frega se se n’è andata? Se un* ha il coraggio di restare in ben due partiti di destra per un tot di tempo, poi non cambia.
    Ah, e concretezza per me è anche il simbolo che uso per promuovere il mio movimento. Se ci metto un bel tricolore su bandiera nera, mi ricorda concretamente casapound.

    Cordiali Saluti.
    S

  17. Fulvio Novi' says

    Mi spiego meglio: Il coordinamento non riguarda le IDEE e la sostanza. Il coordinamento crediamo sia elemento, aihmè, necessario semplicemente per adoperarsi a far sapere alla gente che le piazze, d’ora in poi, dovrebbero essere un centro di discussione aperto a tutti gli italiani onesti, volenterosi e preoccupati per il futuro del nostro paese. Noi sostanzialmente ci occupiamo di dire “Gente, noi siamo in piazza, incontriamoci parliamo tutti assieme con le nostre IDEE le nostre preoccupazioni”. Il coordinamento esiste quindi per fini organizzativi e promozionali, dato che i media tradizionali, in italia, non stanno nemmeno dando troppo spazio a ciò che avviene in spagna. Molta gente che fermiamo o che si interessa, nemmeno sa dell’esistenza di questi movimenti in terra iberica.
    Noi non siamo un gruppo chiuso, siamo aperti vogliamo inglobare tutti quei movimenti che si propongono di fare attivamente qualcosa per questo paese, poichè siamo consapevoli che la frammentazione è una delle cose che fin’ora hanno impedito al popolo di dare una scossa (nel senso buono del termine, ci tengo a precisare che non vogliamo fare la classica rivoluzione con le armi, ci mancherebbe) forte e chiara a questo paese.
    A me sta a cuore, come a tutto il movimento, il futuro di questo paese finito per troppo tempo in mano a corrotti e affaristi che hanno contribuito attivamente a segnarne il declino.

  18. cybergrrlz says

    la domanda è d’obbligo: come fa ad esistere un “coordinamento” di un movimento cosiddetto spontaneo che nascerebbe dalle piazze e che deciderebbe le proprie parole d’ordine nelle assemblee di piazza? non è questo che fa il movimento spagnolo? c’è o no una differenza tra quello che fanno loro e quello che state facendo voi?

    Dopodichè, come già scritto in risposta all’altro tuo commento, qui non si mette in discussione il fatto che ciascuno non abbia diritto di pensarla come vuole ma si chiede di chiarire quali sono le anime che gravitano intorno a questo movimento. Sicchè ciascuno possa fare la propria scelta senza che vi sia l’impressione di essere manipolati o presi in giro.

    Siamo siciliane, abbiamo fatto parte di movimenti trasversali di cittadini “onesti” e antimafiosi per tanto tempo e sappiamo quello a cui ti riferisci ma proprio per questo conosciamo perfettamente la differenza che intercorre tra movimenti di ribellione spontanea e quelli che vengono chiamati in piazza da gruppi già organizzati.

    voi appartenete alla prima o alla seconda categoria?

    ciao e grazie di aver lasciato il tuo commento.

    ps: questo spazio è comunque sempre aperto al confronto. qualora abbiate voglia di ragionarne insieme noi siamo qui.

  19. Fulvio Novi' says

    Buongiorno,
    Sono uno dei coordinatori di ItalianRevolution e vorrei rispondere a quest’articolo chiarendo, una volta per tutte, le linee guida del movimento.
    Noi di italianRevolution, siamo gente comune, siamo gente che studia o lavora proprio come voi..non siamo dei privilegiati appartenenti a qualche casta particolare, siamo gente che capisce i problemi dei tanti precari di voi donne, della scuola che non funziona e della malagestione della cosa pubblica che da troppi anni sta affossando l’italia tutta. Visto che la politica ormai è diventata una casta che tutela e privilegia soltanto i poteri forti, per evitare che il nostro amato paese coli a picco, come già sta succedendo, dobbiamo muoverci NOI gente comune, per cercare di risolvere i problemi del paese.
    E no: la scelta di essere apartitici, non deriva dal fatto che adesso va di moda esserlo, ma è frutto di una riflessione profonda. Siamo infatti convinti che la mancanza di un futuro degno di questo paese, debba essere interesse di TUTTI i cittadini onesti d’italia, cosiccome debba essere il sogno e il desiderio di TUTTI eliminare i mali quali la corruzione e i favoritismi, per ripristinare quei valori etico-morali che dovrebbero essere fondamento e punto di partenza di tutta la vita politica nazionale e internazionale. Non dovrebbe essere una questione di colori, bandiere o partito. Noi abbiamo a cuore il FUTURO del nostro paese e visto che nessuno ci pensa, lo ribadisco, noi italiani onesti dovremmo svegliarci. La proposta concreta di italianRevolution è quella di incontrarci tutti insieme noi, italiani onesti e preoccupati per il futuro nostro e dei nostri figli, e discutere delle problematiche di questo paese. Siamo un movimento che vuole mettere al centro le IDEE della gente, di tutta la gente anche voi donne. Vogliamo che le piazze d’italia siano un think-tank per cercare di risolvere concretamente i problemi del paese.
    Comunque, non vi preoccupate, nei prossimi giorni contatteremo i precari di CNR, fincantieri scuola e tutti gli onesti di italia, i quali, intanto, già cominciano ad identificarsi negli indignati spagnoli.
    Qualora voi aveste qualcosa da dire in merito non esitate a contattarmi su fb

    Fulvio Novì

    Coordinamento di ItalianRevolution

  20. isabella pois says

    Di conseguenza logica della lotta per le idee che il popolo e uscito a difendere il 15 maggio,gli obbiettivi sono chiari!!!loro giocano con il bilancio di benefici,noi mettiamo sul tavolo la nostra DIGNITA COME PERSONE E DIFENDIAMO I NOSTRI DIRITTI.Questo sta accadendo in Spagna,Francia,Ighilterra,Grecia,Egitto.
    Siamo stanchi di questa situazione e di chi non fa nulla per rimediare.Crediamo che è arrivato il momento e speriamo di contare con piu gente possibile!!!!

  21. Stefano says

    Grazie. Avete elaborato in modo razionale i pensieri e le riflessioni che mi portavo dietro da diversi giorni.