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Spagna: un seminario di femminismo per principianti a Puerta del sol

Ricordate il manifesto “La rivoluzione sarà femminista o non sarà” tradotto dallo spagnolo che raccontava un altro modo di intendere la rivoluzione in Spagna?

Il Paese delle Donne ha tradotto un altro interessante testo:

Dal sito La ribelion un articolo sul movimento di Puerta del sol

Un seminario di femminismo per principianti a Puerta del sol

di Belén Gopegui

Dopo lo strappo dello striscione femminista a Puerta del sol si è svolto un seminario di cui Belén Gopegui ci offre un interessante lettura: Sono dovuta andare via prima che il seminario finisse, pensando che Puerta del sol è anche un movimento queer perché ha preso quello che le veniva lanciato contro come un insulto e lo ha trasformato convertendolo in un grande inizio.

la storia, ora si sa, è piccola e significativa, ma molto più per il suo finale che per la causa scatenante. Giovedì scorso qualcuno ha strappato uno striscione che recitava “La rivoluzione sarà femminista o non sarà”. E’ l’unico striscione che sia stato strappato e il problema maggiore è che mentre il tipo che lo strappava si batteva il petto come King Kong, un folto gruppo di persone lo applaudiva e fischiava le donne.
Quando sono scesi dalle impalcature sotto c’era un nutrito gruppo che insultava chi aveva issato lo striscione.

La storia è rilevante perché rivela che Purta del sol non è magia né una illusione passeggera bensì un luogo fatto dalle nostre vite patriarcali e capitaliste che vogliono vivere.

La storia è interessante perché la reazione della tenda femminista è stata quella di convocare un seminario di femminismo per principianti a cui hanno partecipato molte persone.
Lì ci siamo chieste, tra quan* assistevano, cosa intendevamo per “femminismo”.

Ci siamo dett* che era comprensibile, il che non vuole dire giustificabile, che ci fossero reazioni di paura e prepotenza da parte di chi ha interiorizzato i suoi privilegi machisti come se fossero naturali e vede che questi vengono messi in discussione.

E’ stato un momento, uno di più, di intelligenza collettiva in azione.
Qualcun* ha raccontato come il femminismo non si oppone a nessuna libertà ad eccezione di quella di sfruttare le donne, non “la donna”, di ciascuna donna.

Qualcuna ha detto: il contrario del machismo non è il femminismo ma il “femminilismo” (traduciamo così la parola hembrismo intraducibile in italiano n.d.t.), ovvero una supposta ideologia, inesistente per quanto ne sappiamo, dove si rivendica la supremazia del sesso femminile.

A questo punto, qualcuno che sembrava di sesso maschile, ma chissà a volte le apparenze … ha chiesto: se il “femminilismo” p il contrario del machismo, quale sarebeb il contrario di femminismo?

Di nuovo l’intelligenza collettiva, quella che non appare nei grandi mezzi polarizzati e spesso ridicoli, ha risposto senza lasciarsi guidare dal prestabilito, senza cadere nella trappola, come piace a questi “commentatori” oggi invecchiati di colpo come è stato subito evidente.

Questa intelligenza ha risposto con il desiderio di ampliare la conoscenza e l’esperienza, ringraziando per la domanda e per quello che essa rivelava: non è necessario che esista sempre un contrario, simmetria, uomo/donna, ecc.; che il termine “femminilismo” è solo un modo di spiegare, di far vedere a quanti inevitabilmente hanno vissuto in una società che ha demonizzato il femminismo e che lo attacca molte volte senza neanche sapere il perché.

Il seminario è andato avanti con interventi bellissimi: mentre una donna parlava un’altra spiegava a volte usando il corpo quello che aveva detto la prima, come si occupa lo spazio pubblico da parte di un genere e dell’altro, come ci sediamo nella metro, e si sentivano risate e vicinanza tra tutti gli uomini e le donne che stavano lì.

Una donna anziana, (ricordiamo che Puerta del Sol è intergenerazionale anche se l’impulso è venuto da donne e uomini più giovani, che ascoltano e fanno tesoro dell’esperienza di chi volgia metterla in comune), ha tratteggiato la storia del femminismo in quattro tratti maestri.
Ha cominciato con Olimpe de Gouges, che ha scritto la dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina durante la rivoluzione francese e che non venne compresa.
Adesso sappiamo che questo non succederà, perché la storia non trascorre invano, e perché Puerta del sol sarà femminista come sarà anticolonialista, come starà con la libertà di tutte le oppresse e di tutti gli oppressi e non ci importerà di sprecare a volte aggettivi – che non si esauriscono – per aiutare la grammatica a mostrare il volto, non di un oppresso astratto bensì di donne e uomini che non possono risvegliarsi perché qualcuno glielo impedisce.

Sappiamo che costerà fatica trovare il cammino e che ci saranno retrocessioni e dissensi e il fatto che uno striscione sia strappata da qualcuno che ha ricevuto una educazione maschilista sarà una leva, un modo di ricordare che il cammino è lungoe che vale la pena di continuare ad apprendere.

Il seminario ha continuato parlando della teoria queer, di identità sessuale che è il risultato di una costruzione e di come saremo liber* di costruirla nel modo migliore per ciascuna persona, con l’unica riserva che questa identità non si appoggi sullo sfruttamento di altre e altri.

Sono dovuta andare via prima che il seminario finisse, pensando che Puerta del sol è anche un movimento queer perché ha preso quello che le veniva lanciato contro come un insulto e lo ha trasformato convertendolo in un grande inizio.

Posted in Fem/Activism, Iniziative, Precarietà, R-esistenze.