Il 17 maggio era la giornata internazionale contro l’omofobia e, anche se con qualche giorno di ritardo, pubblichiamo questa lettera di Elena una ragazza che ha voluto condividere le sue riflessioni con noi. Riflessioni che di sicuro non si fermano alla giornata appena trascorsa.
Buona lettura !!!
Ragazze/i,
domani é una delle tante giornate “contro” qualcosa a livello mondiale. Domani però, questo qualcosa mi coinvolge un po’ di più del “normale” (scusate la battutina infelice).
Domani é infatti la giornata mondiale contro l’omofobia, una delle tante fobie diffuse su vasta scala, che assalgono nel cuore della notte, così come in una piazza in pieno giorno, e di cui però poco si parla e si sa.
In particolare credo che la versione più pericolosa e strisciante di questa fobia ( e che é la prova di quanto sia forte) sia l’omofobia interiorizzata, male di cui soffrono molti uomini e donne di qualsiasi etnia, sesso e udite udite orientamento sessuale.Sto parlando di quella forma di autocensura fortissima che porta molte donne che si autosoprendono a provare attrazione per una donna a sentirsi sbagliate, fallite, praticamente delle inette, o addirittura a negare di aver desiderato alcunchè.
Anche molti uomini soffrono dello stesso male.
Tale fobia é quella che porta a nascondersi, a negarsi, a dissimulare e a dire “io non c’ero e se c’ero dormivo”.
Il desiderio, il femminismo ce lo dovrebbe aver insegnato, é l’unica vera forza rivoluzionaria, che se lasciata libera di esprimersi potrebbe cambiare il mondo davvero.Non trasformandolo (come ci vorrebbe far credere una certa Chiesa) in un mondo di pervertiti, bensì in un mondo di gente più felice, più consapevole, più aperta verso gli altri, capace di farsi trasformare dalla vita e quindi di trasformarla nel verso della bellezza e dell’amore.
Da anni mi batto contro l’omofobia interiorizzata, la peggiore la più dura da vincere, come tutte le fobie che albergano dentro di noi, non pagano il conto all’albergatore da anni, ma continuano a restare a scrocco.
Sono quelle, secondo il mio punto di vista, e non il maltempo, il governo ladro o il rincaro del pane, che alla domanda: “Come stai?” ci fanno rispondere con zero entusiasmo “Bene grazie” o ” Si tira avanti” o ” E’ un periodo di merda” ( periodo che spesso e volentieri dura decadi) o il peggiore di tutti “Normale, grazie”.
Sono quelle fobie del nostro animo che ci distraggono, a volte ci distruggono, ci fanno perdere l’entusiasmo anche per le fragole in estate o per l’acqua fresca del fiume, per una giornata bella passata con qualcuno.
Non ho ricette, né miracolosi consigli per combattere l’omofobia, se qualcuna/o se li aspettava rimarrà delusa/o.
Per la mia esperienza e per il mio approccio al mondo, posso solo dire: iniziamo a combattere (con mezzi non violenti ma decisi) l’omofoba/o che é in noi, quella/o che tutte le mattine si sveglia e pensa “che culo che non sono
gay/lesbica!fiùù!” oppure “che iella di merda dovevo proprio nascere/scoprirmi finocchio/lesbica!”.Se sconfiggiamo questo soggetto pavido che vive dentro di noi ( e che ha 7 vite come un gatto) sono sicura che ci sentiremo persone complete a 360gradi in grado di stare ovunque nel mondo, di amare chiunque, poiché per prima cosa abbiamo amato e accolto e liberato e dato dignità ad ogni particellina di noi stessi/e.
Elena C.
One Response
Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.
Continuing the Discussion