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Voto di necessità

http://www.youtube.com/watch?v=swRs9afKUGM

Non so chi tra voi va a votare e chi no. Non mi piace molto fare post elettorali perché più che il voto mi interessa la resistenza culturale.

Quello che so è che queste elezioni amministrative valgono tanto quanto una elezione nazionale. So che se vi prendete la briga di uscire di casa e inserire una scheda dentro le urne dovete aver presente quello che c’è in gioco.

Perché i sindaci hanno un potere immenso, perché sono quelli che con le ordinanze possono mettere alla sbarra stranieri e prostitute. Perché possono rendere invivibile il clima di una città, possono avviare vere e proprie caccie alle streghe contro i writers o contro chiunque esprima una libera opinione. Perché possono massacrare ogni spazio autogestito e possono mettere a punto sgomberi contro i rom. Perché possono gestire quantità di soldi pubblici infinite per appalti che possono riguardare la camorra o la ‘ndrangheta.

Perché possono rendere una città il luogo dove regna l’odio e l’egoismo, quello in cui le donne vengono usate per campagne sulla “sicurezza” che autorizzano al rastrellamento e alla deportazione degli stranieri. Perché possono togliere finanziamenti ai centri antiviolenza, costringendoli a chiudere, per girare quei finanziamenti alle lobby di destra. Perché possono censurare qualsiasi tentativo di iniziativa che salvaguardi il diritto delle donne alla libera scelta e possono assegnare ruoli di primo piano ad organizzazioni tutt’altro che laiche.

Perché decidono i regolamenti degli asili e delle scuole materne e in quei regolamenti è così brutto leggere che un bambino povero e figlio di stranieri debba essere lasciato senza cibo nella mensa o debba essere messo alla porta.

Perché possono votare mozioni in cui si legittima l’omofobia o mille altri miti dannosi che colpiscono tutti noi. Perché i sindaci sono soggetti potenti che possono cambiare la gestione culturale di una città e chi vive in una città governata dalla destra sa bene quanto il quadro culturale passi in fretta dai festival interessantissimi alle sagre in cui si brinda alla morte sociale del terrone.

Perché i sindaci o i loro assessori possono fare propaganda sulla povera gente, ordinando iniziative disumane come l’apartheid dentro i bus cittadini.

Perché i sindaci possono concedere diritti alle unioni di fatto, possono combattere l’omofobia con iniziative serie, possono combattere la violenza sulle donne o quella sui bambini a partire da iniziative concrete, dai bilanci di genere, dall’attenzione a ogni soggetto discriminato.

Quello che so è che siamo in piena resistenza partigiana e lo so perché tutt* noi siamo vittime di varie polizie del pensiero e di gestapo che includono le nostre facce in dossieraggi fascisti.

So che le elezioni non cambiano questo quadro d’insieme. So che i partiti che si presentano possono non piacervi, perché la destra fa schifo e il centro sinistra non è poi così differente. Ma dove beccate candidati sindaci che nel loro programma non scrivono di aspirare al ruolo di sindaco sceriffo, come tanti sindaci del centrosinistra hanno fatto, dove beccate coalizioni in cui le candidature non spostano il voto a destra, dove beccate qualche timido candidato che potrebbe davvero cambiare il volto di una città, allora votatel@.

Perché un sindaco diverso forse non cambia tutto anzi certamente non lo fa, ma rende più respirabile l’aria di una città e permette ai movimenti culturali di fare cultura, a quelli di opinione di poter esprimere il loro pensiero, a quelli militanti di fare politica senza temere il totale isolamento politico e sociale. Perché in una città in cui le parole d’ordine cambiano c’è qualche speranza in più per mettere in atto progetti pilota che possono contaminare altre città e poi altre ancora, fino alle regioni e poi, si spera, alla nazione.

Nella mia città non si vota e in generale io ho qualche difficoltà a votare a meno che non si tratti di emergenze come quella del referendum il 12 e 13 febbraio.

Ma se nella mia città si votasse, quest’anno, ne sono sicura, recupererei la scheda elettorale e farei questo sforzo di partecipazione burocratica, come ultimo gesto di resistenza collettiva, come ultimo tentativo prima di scegliermi un rifugio tra le montagne.

Ve lo dico con apprensione e con grande preoccupazione. Tiratevi su dalla sedia e togliete il potere a quei cumuli di melma che ci stanno rubando l’aria che respiriamo. Perché è un’emergenza e perché c’è gente che non ha cittadinanza né libertà che non può votare e ha bisogno che noi facciamo ogni tentativo per cambiare le loro prospettive.

Tra i tanti candidati a sinistra ce ne sarà un@ che vi piace e che dice quello che volete sentirvi dire. Dategli una chance, fosse anche l’ultima, e poi stategli con il fiato sul collo, esercitate il vostro diritto di controllo e se non fa quello che aveva promesso fategli un culo così, metaforicamente e politicamente parlando.

Fate quello che potete. Non rifugiatevi dietro la massima qualunquista che dice che “tanto non cambia niente”. Cominciate voi a pensare che se voi non volete esprimervi sulla gestione della cosa pubblica ci sarà qualcuno che non avete scelto che comunque gestirà la vostra e l’altrui vita.

Ricordatevi del clima politico di qualche città veneta, lombarda, piemontese, laziale, campana. ricordatevi del fatto che le città sono viste dal centro destra come feudi attraverso i quali  fare la scalata al potere. Ricordatevi delle spranghe agli immigrati, delle aggressioni ai negozi degli stranieri, delle coltellate dei fascisti a compagni inermi, inferte tra i contorni opachi di contesti politici che fingono di condannare la violenza e poi legittimano squadristi attribuendogli le fasce di assessori.

Ricordatevi quello che succede, il tempo in cui siamo. Ricordatevi che oggi, compagni e compagne, rappresentate anche me che vivo lontana, perché se gli equilibri cambiano nella vostra città domani cambieranno anche nella mia.

Ricordate che forse è necessario digerire per un attimo una legge elettorale che fa schifo e che vi permette di scegliere tra il peggio e il meno peggio. Provate a creare le condizioni affinchè ci sia spazio per la pluralità senza perdervi ora in irrimediabili frammentazioni.

Fate qualcosa, insomma, perché ne abbiamo tutt* un gran bisogno. Fate resistenza partigiana. Io incrocio le dita.

Dimenticavo: se e dove è possibile, ricordatevi di votare una donna (se è brava e se lo merita)!

Posted in Anticlero/Antifa, Pensatoio, R-esistenze.


One Response

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  1. fantasma76 says

    Scegliete voi il vostro re.
    Non fate come le rane di Esopo, che lo fecero scegliere a Zeus, e quello gli regalò un serpente, che se le mangiò.

    Poiché non avete voluto usufruire della vostra possibilità di votare dopo
    “sopportate fino alla fine la disgrazia!” scelta da altri.