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Tette femministe Vs Chiesa sessista ed omofoba: Spagna, per una università laica

Immagine di FotogrAccion, Colectivo de ContraInformación. http://fotograccion.org/

Il 10 marzo, durante le iniziative del marzo femminista delle associazioni femministe e universitarie dell’Università Complutense di Madrid, un numeroso gruppo di manifestanti, più di una cinquantina, ha deciso di fare una dimostrazione divertente ed originale.

Per protestare contro le posizioni sessiste ed omofobe della chiesa cattolica e contro la presenza di cappelle all’interno dei campus universitari, che dovrebbero essere totalmente pubblici e laici, i e le manifestanti si sono dirette verso la cappella del Campus di Somosaguas, situato poco fuori Madrid.

Con una azione pacifica e festosa sono entrati dentro la cappella e… oplà! via maglie, magliette, canottiere e reggiseni! Mentre le manifestanti si denudavano dalla cintura in su, altre leggevano le ultime dichiarazioni della chiesa contro le donne e gli omosessuali.

Tante tette libere devono aver fatto prendere un bello spavento a chi invece le vorrebbe sempre prigioniere del senso di colpa!

E infatti a questa azione, svoltasi nella cappella senza interrompere alcuna funzione o attaccando nessun individuo il tutto nel giro di pochi minuti, ha suscitato una indignazione e un gran desiderio di repressione nei ferventi difensori del diritto dei cattolici a conservare i propri privilegi.

La mattina del 18 di marzo quattro universitari, due ragazzi e due ragazze, sono stati prelevati dalle loro case per essere portati in questura. L’organo della Polizia Nazionale che solitamente si occupa dei reati legati al terrorismo, li ha arrestati con l’accusa di profanazione di un luogo di culto. Le denunce, partite dal sindacato di estrema destra “Manos Limpias” e dalla Chiesa stessa hanno trasformato una pacifica ed originale azione dimostrativa in un reato condannabile fino ad un anno di reclusione.

L’azione ha raggiunto l’obiettivo di destare l’attenzione su una grossa mancanza di effettiva laicità all’interno dei campus universitari, in cui la presenza delle cappelle cattoliche risale all’epoca del regime ultracattolico franchista. Secondo molti professori/esse e studenti/esse la presenza di questi luoghi di culto è profondamente anacronistica e anti-democratica.

Più di 250 docenti delle università pubbliche spagnole, 60 solo della Università Complutense dove si è svolta la dimostrazione hanno firmato un manifesto in cui esprimono la loro solidarietà agli e alle arrestate, sottolinenando che, sebbene non condividano ufficialmente la modalità di protesta, ribadisccono l’importanza che gli studenti e le studentesse possano esercitare il loro diritto a manifestare e che “la presenza di cappelle e altri simboli del potere religioso nelle istituzioni educative pubbliche non soddisfa il diritto alla libertà di culto, ma il privilegio della Chiesa Cattolica che è giunta l’ora di superare”.

Tanti e tante che hanno partecipato all’azione denunciano ora di essere soggetti a persecuzioni e continue minacce fisiche e verbali, soprattutto da gruppi di fascisti, sessisti ed omofobi.

La loro risposta è stata unirsi in una rete che si sta allargando rapidamente per la difesa dell’università pubblica, laica e libera dall’oppressione eteropatriarcale: Red Feminista por una Universidad Laica y Pública e presentare un manifesto che ha già superato nel giro di poche ore le mille firme. Il manifesto femminista “Né Cappelle né persecuzioni” ribadisce la libertà di manifestazione, la solidarietà ai/alle detenute e denuncia le strumentalizzazioni che sono state fatte su questo episodio. Per aderire questa è la pagina.

Inoltre è stata lanciata una “sacrilega” campagna “Sin tetas no hay capilla” (Senza tette non c’è cappella) “per visibilizzare e ridere della morbosità sessista con cui si sta trattando questo episodio, anche da parte di alcuni settori progressisti, dove si sta dando più importanza al sacrilegio commesso da alcune tette che alla posizione reazionaria della chiesa cattolica, il trattamento della gerarchia ecclesistica nei confronti delle donne, delle lesbiche o dei gay, o la pedofilia e tutto quello che sapete della tradizione reazionaria…”

Siccome a noi la tradizione reazionaria ci sta proprio tanto stretta e le nostre tette schizzano fuori da questi dogmi, un po come se fossimo maggiorate recluse in mini bustini di pelle, ecco qua le nostre tette di fikesicule, perché anche noi avremmo potuto essere a manifestare o ancor peggio arrestate.

Originali tette anticlericali

Solidarietà alle tette recluse!

Contra la persecución, ¡cachondeo y revolución!

Contro la persecuzione, divertimento e rivoluzione!

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Fem/Activism, Iniziative, Personale/Politico, R-esistenze.


4 Responses

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  1. alfagamma says

    se la metti così ti chiedo scusa 😛
    🙂
    J.

  2. Claudio says

    i·ro·nì·a
    s.f.
    1a. AU particolare modo di esprimersi che conferisce alle parole un significato opposto o diverso da quello letterale, lasciando però intravedere la realtà, che si usa per criticare, deridere, rimproverare e sim.: fine ironia; ironia pungente, amara, beffarda; parlare, esprimersi con ironia; fare dell’ironia
    1b. TS ret. figura retorica che consiste nell’usare parole di significato contrario a quello che si pensa
    2. AU estens., scherno, derisione: un sorriso pieno di ironia
    3. CO atteggiamento che consente di affrontare la vita in modo critico e con distacco: vivere con ironia, mancare di ironia, prendere le cose con ironia | atteggiamento di distacco di un artista dalla materia che tratta: l’ironia del Manzoni, dell’Ariosto
    4. TS filos. atteggiamento di svalutazione eccessiva di se stessi, della propria condizione o situazione | nella filosofia romantica: atteggiamento di sottovalutazione da parte dell’Io dell’importanza di ogni realtà esterna | nel pensiero di Kierkegaard: sentimento del contrasto fra la coscienza esaltata che l’Io ha di sé e la modestia delle sue manifestazioni esterne

  3. alfagamma says

    @ claudioChe tristezza, va bene il piacere e va bene il desiderio, ma guardiamo anche quanto la nostra idea di piacere e il nostro desiderio sono colonizzati. Possibile che due tette staccate da tutto il resto ti fanno venire voglia di masturbarti. Ti piacciono così tanto i corpi a pezzi? Che differenza c’è allora tra queste tette in foto, quelle di tua madre, di tua sorella, di tua figlia, o di una bambola gonfiabile. Dov’è la vita, il desiderio, lo sguardo dell’altra? Senti così brutto e misero il tuo corpo, così basso il tuo desiderio ridotto a sfogo e istinto, così meccanico il tuo piacere da non rendere possibile il tuo incontro con il desiderio di una donna tutta intera??

  4. Claudio says

    Questo è decisamente il tipo di atti politici che preferisco.
    Sia seriamente, sia in maniera assolutamente interessata e NON distaccata 😀
    Belle ‘ste zinne anticlericali!
    E quanto non è vero dio, visionando le immagini della campagna, porterò a termine un atto di onanismo dimostrativo per essere solidale con le ragazze arrestate per abuso di poppe.
    Ma soprattutto per piacere personale, giacché è con il piacere personale che si mandano a fanculo ‘ste cazzate della religione.