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Emergenza Ciudad Juárez e Chihuahua

Ci è arrivata una mail da Clara che ci scrive dal Messico raccontandoci in mailing list quello che succede da quelle parti. Ci riporta di una emergenza che riconosciamo, data la violenza con cui in modo diverso reagiscono in Italia i negazionisti. La cosa, purtroppo non ci sorprende per niente. Le donne che sono impegnate nella lotta contro il femminicidio si trovano contro un intero sistema di potere che garantisce protezione, omertà e impunità a questi assassini.

Più aumenta la visibilità e il livello di influenza di queste donne che agiscono contro la violenza maschile e più sono in pericolo le loro vite. Maggiore è la possibilità da parte di queste donne di incidere in modo determinante per scalfire questi sistemi di potere e maggiore è la possibilità che siano oggetto di intimidazioni, minacce, violenze e massacri di ogni genere.

Bisogna capirlo che si tratta di un fenomeno comune che ci riguarda da vicino perchè le donne trovate squartate per le nostre strade non sono diverse da quelle di Chihuahua e Ciudad Juàrez, perchè gli uomini violenti che costruiscono reti di potere e fanno puro terrorismo contro le donne in Italia non sono diversi da quelli messicani. Vi lascio alla lettura del report di Clara.

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Ciao a tutt*. Scrivo (dal Messico) per informarvi che gli attacchi alle attiviste che da anni lottano contro il fenomeno dei femminicidi nello Stato di Chihuahua stanno raggiungendo una proporzione inaudita.

Dopo i recenti assassinii di Marisela Escobedo (e parenti), di Susana Chávez, di vari membri della famiglia Reyes Salazar, il 16 febbraio a Malú Andrade García (sorella di Alejandra Lilia Andrade, vittima di femminicidio, e presidentessa dell’associazione “Nuestras Hijas de Regreso a Casa, A.C.”) è stata incendiata la casa e ieri è stato trovato uno striscione (una narcomanta, come viene chiamato in Messico) nella scuola in cui lavora Marisela Ortiz (cofondatrice della stessa associazione) con pesanti minacce per lei e per suo figlio. Inoltre è stata sottratta una placca in onore a Marisela Escobedo che l’8 marzo varie persone e ong avevano collocato nel luogo preciso in cui era stata assassinata, ovvero davanti alla sede del governo di Chihuahua.

L’escalation di violenza sembra ormai inarrestabile, vari stati federali (soprattutto a Nord, ma non solo) sono totalmente controllati dal narcotraffico o dalla delinquenza organizzata in generale e le autorità sono praticamente inesistenti. Perché dunque tanto accanimento nei confronti di pochi/e sparuti/e attivisti/e?

A mio giudizio, perché sono comunque un fastidioso sassolino nella scarpa e hanno il coraggio di sfidare l’autorità di chi detta legge a suo piacere e si sente in diritto di usare le donne (e in generale la popolazione) come meglio crede. È difficile trovare una forma di incidere in una realtà così desolante, ma sicuramente l’appoggio nazionale e internazionale è fondamentale affinché le autorità smettano di ficcare la testa nella sabbia e di negare o minimizzare il femminicidio.

So che in varie città italiane ci sono state diverse manifestazioni in solidarietà con Chihuahua e Cd. Juárez proprio in queste ultime settimane. Capisco anche che è difficile chiedere la solidarietà quando anche l’Italia non scherza quanto a femminicidi e a violenza sulle donne, ma mi sembrava comunque doveroso rendervi partecipi della situazione che si sta vivendo da queste parti.

Clara

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, R-esistenze.