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Quale donna non sa che sarà punita per aver denunciato uno stupro?

[Foto da Riotclitshave]

Update: i tre carabinieri sono stati sospesi per motivi disciplinari.___

E’ abbastanza chiaro come si evolve la faccenda della accusa di stupro ai carabinieri della caserma di Roma.

Certi soggetti di sesso maschile alla fine si comportano tutti allo stesso modo. Che si tratti di bipedi, quadrupedi o alieni, quando c’è una donna che li denuncia non sanno dire altro se non “è stata consenziente”.

La donna replica che è impossibile immaginare una qualunque forma di consensualità per chi è rinchiusa dietro le sbarre.

Qualunque atto di coercizione avvenga in un luogo in cui la sproporzione di autorità e controllo è sempre a favore di chi possiede le chiavi della tua galera non può mai essere classificato come espressione di consensualità.

E’ quello che racconta la ragazza che ha denunciato l’accaduto, che tra l’altro dice di essere scappata da un rapporto violento in un’altra città, con una bambina piccola, bisognosa di soldi e costretta a rubare due capi di abbigliamento. Una ragazza che ricorda anche che avrebbe voluto denunciare il giorno stesso ma non le è stato permesso e che la sua denuncia è arrivata dopo, quando è stata portata in ospedale.

Che si tratti di bipedi, quadrupedi o alieni alla fine tutti insieme appassionatamente spesso si ritrovano attorno alle teorie dei falsabusisti, quelli che si ergono a difesa di pedofili e stupratori, e sono pronti a dare della bugiarda alla denunciante pur di salvare l’onore, pur di conservare privilegi, pur di salvare la faccia, nel caso di una amministrazione che ha fatto della sicurezza delle “donne” il vessillo su cui andrà perfino in piazza il 7 marzo a parlare, non si capisce a che titolo e per quali significative azioni di contrasto compiute, di violenza contro le donne.

Tutto pur di togliere credibilità ad una donna che squarcia l’ipocrisia istituzionale che c’è attorno al problema della violenza sulle donne.

Perché per le donne non sembra esserci sicurezza a partire da chi dicono dovrebbe rappresentare l’idea di “sicurezza”. Perché il problema della violenza sulle donne nel centro destra si usa come argomento di propaganda politica per crocifiggere tutti gli stranieri, ma quando c’è di mezzo un italiano, o come in questo caso quattro italiani, di cui tre con la divisa da carabiniere, allora la faccenda cambia e si invita alla prudenza. Perché se il presunto stupratore fosse un rumeno avrebbero già schiaffato la sua fotografia su tutti i giornali. Invece in questo caso è la presunta vittima ad essere oggetto di attenzione, la sua vita gettata in pasto ai lettori, ogni particolare della sua miseria, ogni dettaglio che riconduca a lei. Perfino le iniziali del nome e cognome. Manca la fotografia e poi è fatta, il rogo può partire.

A prescindere dalla conclusione l’atteggiamento è tipico del branco. Il branco istituzionale che tutela ogni suo membro. Il branco dei giornalisti asserviti al potere che scelgono in che modo dare la notizia per favorire i più alti in grado.

In ogni caso la domanda sorge spontanea. Se si è parlato di consensualità non si è negato che la questione sia accaduta e dunque resta il fatto che una donna in cella, con una accusa ridicola, perché le donne si rinchiudono anche se rubano per fame una mela dal fruttivendolo, mentre truffatori, delinquenti, stupratori e assassini di donne se ne stanno allegramente ad occupare posizioni di potere o a fare del male ad altre donne, quella donna insomma è stata fatta oggetto di attenzioni da parte di persone in divisa.
Persone che, ripetiamo, non sono state sospese in attesa dei risultati dell’indagine ma sono state semplicemente trasferite, quindi ritenute a priori affidabili per poter continuare a svolgere le proprie funzioni in un’altra caserma.

E l’altra domanda che sorge spontanea è:

– quando uno stupro denunciato avviene in un contesto in cui la parola della denunciante è messa in discussione da persone che hanno tutto l’interesse a non raccontare la verità, a chi crederà il giudice?

In un altro caso, per esempio, riferito ad una donna che aveva denunciato di aver subito uno stupro in un Cie, il giudice ha creduto all’accusato e la denunciante rischia perfino una grave querela per calunnia.

In generale, per tutte le donne che subiscono violenza nel segreto delle proprie case, o in contesti di qualunque genere, è sempre la parola della donna contro la parola dell’uomo. E a meno che la donna non vada in giro con telecamera nascosta e microfono è davvero difficile che un giudice creda alla sua denuncia. Specie se nei secoli dei secoli centinaia di migliaia di falsabusisti hanno costruito e costruiscono una cultura fatta di giustificazioni per l’uomo violento e di criminalizzazioni per le donne.

Lo scriveva il fanatico domenicano nel malleus maleficarum e non è cambiato nulla dai tempi dell’inquisizione cattolica in cui si diceva delle donne che sarebbero creature infingarde, cattive, bugiarde, diaboliche.

Di queste donne creature così immonde gli uomini fanno comunque un uso illimitato.

E la realtà che risulta evidente è che le donne, per certi uomini, devono essere soltanto disponibili a farsi usare senza dover mai proferire un lamento e dover mai mostrarsi in disaccordo, in privato o in pubblico, pena la morte fisica o sociale. Basta vedere la lapidazione “metaforica” usata contro giornaliste, intellettuali, artiste che osano alzare la voce contro gli uomini di potere e il loro sessismo.

Di quante morti devono morire le donne? Quante volte ancora la credibilità delle donne dovrà essere massacrata? Quante volte ancora si dovranno fornire attenuanti a uomini denunciati per stupro per mantenere in vita una gerarchia, quella dell’uomo che subordina le donne, che è espressione del potere più bieco e crudele che gli uomini siano mai stati in grado di concepire?

Comunque vada, sorella, noi siamo con te. Comunque vada non ci sono parole per poter definire il coraggio di chi fa una denuncia così gravosa conoscendo quali possono essere le conseguenze di questa azione.

Perché le donne lo sanno e non hanno alcun interesse a subire l’inferno dopo l’inferno, tant’è che il 90% delle donne che subiscono violenze da parte degli uomini neppure denuncia.

Le donne sanno che se viene denunciato un uomo di qualunque tipo la società si schiererà con lui e lei sarà condotta al rogo.

Figuriamoci se non sa cosa può accadere se denuncia degli uomini in divisa.

Buon otto marzo, sorella. Buona giornata da chi come te lotta ogni giorno dell’anno.

Posted in Corpi, Omicidi sociali, Pensatoio.


One Response

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  1. Ile says

    Non solo il centro destra usa la violenza contro le donne per propaganda politica, anche il centro sinistra si comporta esattamente allo stesso modo: http://www.militant-blog.org/?p=4197