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Perugia: l’8 anche a marzo

Riceviamo e volentieri condividiamo. Da Libere Tutte (Perugia):

L’8 marzo a Perugia

Per un’intera giornata di mobilitazione
Ore 10 Corso Vannucci
Dalle ore 18:00 alle 20:00 in Piazza della repubblica

2 Appelli di donne autoconvocate dopo il 13 febbraio:
L’otto marzo riprendiamoci ancora la città!
martedì 8 marzo presso Piazza della Reppublica dalle ore 16:00 alle ore 18:00

Con l’Invito “L’8 marzo riprendiamoci ancora la città!” abbiamo pensato di raccogliere il desiderio diffuso di scendere in piazza l’8 marzo restituendo alla città il senso profondo della Giornata Internazionale della Donna, per questo motivo abbiamo creato una pagina facebook.
Come ultimamente accade, in modo a nostro parere del tutto auspicabile,si assiste a una ridensificazione delle relazioni che avviene in modo spontaneo guidata dalla volontà e del desiderio di “esserci”, di partecipare alla ricostruzione di una dimensione sociale e cooperante della spazio pubblico. Come storicamente è accaduto al movimento delle donne e al movimento femminista, tale percorso avviene nel segno dell’autorganizzazione e dell’orizzontalità, che oggi vengono facilitate dai social network.

Molti altri soggetti si stanno organizzando per riprendersi lo spazio pubblico della città: una pluralità di storie e ed esperienze diverse accomunate dalla volontà di scendere in piazza ponendo la drammaticità delle condizioni di vita e dell’orizzonte simbolico che insiste sulle donne -native e migranti- di questo paese, ponendo l’urgenza di un vero e propria cambiamento di rotta.
Ormai meno di una donna su due lavora, decine di migliaia sono le donne che hanno subito mobbing e molestie sessuali per ottenere e mantenere il posto lavoro, mentre dentro le mura domestiche, nell’ambito delle relazioni familiari e intime, assistiamo ad una crescita accelerata del fenomeno del femminicidio che rimanda ad una visione complessiva del fenomeno della violenza maschile sulle donne.
E’ poi evidente come la privatizzazione dei beni comuni, i tagli alla spesa sociale e la precarizzazione del lavoro siano attacchi diretti alla libertà e all’autonomia delle donne, perché è a loro per prime che si chiede di fare – gratuitamente, invisibilmente – da ammortizzatrici sociali per servizi di cura interni alla famiglia di cui il welfare non si fa più carico.
La continua mercificazione si somma agli interventi etici sui nostri corpi, dispiegando un orizzonte simbolico e normativo volti a riprodurre e a rafforzare tutti quegli sterotipi – vero movente dei femminicidi- che considerano le donne come naturalmente ancorate al ruolo di madre, moglie, curatrice della famiglia,oggetto riproduttivo e oggetto sessuale. Se L’Italia non è un paese per donne, l’Umbria non può essere un’isola felice. Abbiamo dunque deciso discendere in piazza ciascuna/o con la propria soggettività, con i propri saperi e percorsi esperienziali: c’è chi proporrà performance, chi letture ad alta voce, e chi con cartelloni e striscioni richiamerà l’attenzione relativamente alle condizioni che pesano sulle nostre esistenze.
Ci riprenderemo ancora una volta il centro storico perché una città sicura è una città vissuta , rispondente ai bisogni e ai desideri di chi la vive; una città sicura è spazio comune,condiviso e dunque un luogo di socialità e di aggregazione.
Ci ritroveremo martedì 8 marzo presso Piazza della Reppublica dalle ore 16:00 alle ore 18:00 per riappropiarci delle nostre voci e dei nostri corpi,e delle nostre relazioni rivendicando diritti, welfare e autodeterminazione

RU486 LIBERE DI SCEGLIERE!

A distanza di più di trent’anni dalla vittoria del referendum che nel 1978 portò alla Legge 194 e sancì il diritto all’interruzione di gravidanza, come donne denunciamo l’attacco a questo diritto e ribadiamo che sul nostro corpo decidiamo noi e nessun altro!

L’8 Marzo organizziamo una giornata di lotta delle donne con una manifestazione sotto la sede della Regione Umbria, per ottenere l’uso della pillola abortiva RU486 senza ipocrite e pesanti limitazioni e come libera scelta alternativa all’aborto chirurgico. Infatti se il diritto all’interruzione di gravidanza è garantito dalle legge 194, dal referendum e dalle lotte delle donne, la sua realizzazione è sempre più ardua, quasi un “calvario” psicologico di espiazione e punizione con inaccettabili ed indecenti ostacoli burocratici, di matrice politica e clericale.
Negli ospedali pubblici l’opportunista presenza di “obiettori” e “obiettrici” impedisce a molte di scegliere liberamente e rafforza l’atteggiamento criminalizzante rispetto alla scelta di abortire, basti pensare che prima dell’interruzione di gravidanza si aspetta nel reparto maternità!

Oggi in tutta Europa le donne possono scegliere un intervento meno invasivo rispetto all’aborto chirurgico utilizzando la pillola abortiva RU486. In Italia questo non è possibile o è molto difficile. La pillola RU486 è stata bloccata per anni per le pressioni clericali, ora mille vincoli e ostacoli “burocratici” si frappongono al suo uso. In Europa la pillola abortiva viene prescritta dal medico di base e il termine per l’assunzione è fissato dalla 9° alla 24° settimana.

In Italia sugli aspetti etici sembra esserci una “dittatura” vaticana, con l’appoggio di obbedienti e devoti politici di centro, destra e sinistra, alla faccia della laicità dello stato. Infatti l’assunzione della RU486 è possibile solo entro la 7° settimana (mentre l’aborto è legale sino alla 12°!) e, in molte regioni, solo con un ricovero ordinario di 3 giorni! Di fatto quindi non c’è un accesso libero alla RU486 nonostante il Consiglio Superiore di Sanità non abbia mai affermato che la pillola rappresenti un reale rischio per la vita della donna, né abbia mai obbligato le Regioni a deliberare per il regime di ricovero ordinario.

In Umbria continuano i balletti politici per ritardare la somministrazione e porre barriere burocratiche e formali per impedirne la diffusione. La Regione nel 2010 ha incaricato un “Comitato tecnico-scientifico”, formato da ginecologi e medici, della stesura del protocollo applicativo, che è stato presentato il 26 Luglio 2010 e che si è espresso per il day hospital. Dopo la presa d’atto della Regione due consiglieri della maggioranza, Smacchi e Barberini (PD), con il plauso dell’UDC, si sono opposti e hanno bloccato il regime di day hospital proponendo un ulteriore peggioramento: un anno di “sperimentazione” (sono oltre 20 anni che la RU si usa in Francia!) con tre giorni di ricovero ordinario obbligatorio!
E’ un ulteriore uso politico del corpo delle donne! Il “pio” presidente del Consiglio regionale Brega, nella peggiore tradizione dei movimenti per la “vita”,  ha affermato che «occorre evitare la banalizzazione di una questione estremamente delicata: assumere la pillola abortiva non è come prendere una pastiglia per il mal di testa, non si può correre il rischio di favorire un ricorso superficiale alla stessa».

E la delibera? Ancora non esiste e regna sovrano il caos: le ASL più sensibili applicano la somministrazione grazie all’autonomia ma vengono puntualmente redarguite dalle pressioni dei movimenti cattolici e sono costrette a procedere al ricovero ordinario di tre giorni per via di direttive-minacce superiori.

E le donne? Noi riaffermiamo che la nostra libertà di scelta non è negoziabile né emendabile e manifestiamo la nostra rabbia ribadendo il nostro diritto di scegliere la possibilità di abortire tramite RU486.
Respingiamo con forza ogni attacco alla nostra autodeterminazione e pretendiamo libertà di scelta, servizi sociali, reddito e diritti!

MARTEDì 8 MARZO h.10
Presidio sotto la Regione Umbria
Perugia Corso Vannucci

Assemblea Femminista Umbra

Posted in Fem/Activism, Iniziative, R-esistenze.


One Response

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  1. Nicoletta says

    Ciao,
    segnalo che la firma del volantino è stata cambiata in
    “Assemblea Femminista Umbra”.
    Volantino aggiornato:
    http://www.valeriobruschini.info/?p=327