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Otto marzo, a carnevale ogni lotta vale!

Otto Marzo.

Non ci interessa collegarlo ai 150 anni dell’Unità d’Italia. Perchè non ci piace che anche questa giornata sia monopolizzata dal patriottismo e dalla celebrazione di 150 anni di errori di una nazione che ha fatto scempio della vita di tutte noi. Le donne e gli uomini che lottano tutti i giorni per difendere i propri diritti non appartengono a nessuna patria perchè non sono diversi da persone che non si riconoscono nella nostra bandiera.

L’otto marzo è una giornata di tutte le donne, comunque non lontane da tutti gli uomini che lottano anch’essi per affrancarsi dal bisogno.

Perchè siamo tutt* clandestine e disertori del patriarcato!

Perchè le nostre rivendicazioni viaggiano di pari passo a quelle di chi non trova spazio in un contesto che schiavizza tutti. Le nostre rivendicazioni sono anche quelle delle donne migranti, delle donne perbene, permale, delle lesbiche, delle trans, dei gay, di tutte le persone discriminate che non hanno futuro e alle quali viene rubato il futuro.

Noi siamo tutte clandestine perchè non abbiamo diritto di cittadinanza nel mondo delle pari opportunità e questo accade qui come in qualunque altro luogo della terra. Noi ci sentiamo unite nella lotta delle donne migranti perchè i loro problemi sono i nostri problemi.

Noi siamo donne precarie e sappiamo bene che la precarietà, la dipendenza economica, ci impedisce di allontanarci da situazioni di violenza, di crescere professionalmente, realizzarci, di essere indipendenti e libere e anche di poter scegliere di essere madri o meno.

Il diritto alla maternità è solo uno dei motivi per cui lottiamo contro il precariato, non è l’unico nè il principale.

Perciò noi lotteremo fino a che non ci sarà restituito il diritto al futuro, allo studio, al lavoro, al reddito, alla salute, alla libertà di vivere, amare, scegliere, desiderare.

Noi lotteremo per difendere i consultori pubblici, i centri antiviolenza, le strutture di riferimento che sono costate fatica a tante donne che oggi lottano assieme a noi perchè tali indispensabili risorse esistano ancora e anzi siano potenziate.

Noi lotteremo perchè non si sottovaluti l’importanza delle parole e perchè gli appelli delle donne e degli uomini che vorranno scendere in piazza per l’otto marzo tengano conto di tutti i soggetti deboli, critici, ribelli, rivoluzionari.

L’otto marzo è una giornata di lotta. Per noi solo una delle tante.

Vogliamo ricordarci delle vittime di violenza maschile, delle vittime dell’omofobia, lesbofobia, transfobia, delle vittime del razzismo, delle vittime della speculazione economica, dell’autoritarismo dei proprietari d’impresa che licenziano e delocalizzano per arricchirsi, delle vittime di razzisti che tengono sotto mira il mediterraneo per uccidere il bisogno di futuro, delle vittime dei pregiudizi, del sessismo, dell’egemonia culturale che discrimina le donne quanto gli uomini che disertano il machismo.

Vogliamo essere in piazza in una giornata di lotta, ricordandoci di chi lotta, a fianco di chi lotta perchè l’otto marzo non è una festa ma un momento di rivendicazione di diritti.

Per ogni operaia cassintegrata, licenziata, con la vita sospesa, a trattenere il fiato dove non c’è più fiato.

Per ogni donna umiliata, mortificata, offesa, violentata, uccisa, perchè siamo tutte parte lesa!

Per ogni donna che arriva da lontano per cercare un futuro migliore e poi si ritrova a fare la badante per pochi euro al mese in condizioni di grande ricatto.

Per quelle che vengono rinchiuse nei Cie perchè si rifiutano di fare le badanti per pochi euro.

Per le donne che sopravvivono con una misera pensione e devono persino aiutare i figli ancora precari a quaranta anni.

Siamo donne, vecchie, giovani, belle, brutte, intere, a metà, produttive, escluse dalla produzione, con o senza trucco. Siamo quelle di cui nessuno si ricorda mai. Puoi vederci a stirare, lavare, correre per prendere un bus, studiare, cercare, crescere, accompagnare il bambino a scuola, a fare la spesa, lavorare, fingere serenità in un momento in cui non esiste serenità.

Puoi vederci a ridere, piangere, disperarci, andare avanti, determinate, senza fermarci mai.

Noi siamo quelle che non somigliano alle modelle delle pubblicità, abbiamo cellulite, misure di donne vissute, volti pieni di passato, tuttavia rivolti sempre al futuro, corpi che non si arrendono mai.

Siamo quelle che si difendono da uomini violenti o siamo quelle che costruiscono rapporti solidali con mille altri pezzi di umanità, tutti consumati, tutti precari, tutti ugualmente in lotta.

Perchè di futuro ce n’è per tutti.

Perchè l’otto marzo non dimentichiamo chi combatte con noi tutto l’anno.

Perchè siamo stanche di riti, miti, bugie, inutili separatismi celebrativi.

Perchè vorremmo riconoscere la solidarietà oltre il genere.

Perchè ci piace il rosso e lo indosseremo ancora.

Perchè l’otto marzo è il giorno di streghe e stregoni, di eretiche e alchimisti, di  maschere rosse e cappelli a punta.

Lo sapete no?

In ogni piazza, corteo, strada.

E’ carnevale

e ogni lotta vale!!!!

Per adesioni: ombrellirossi@grrlz.net

Pagina facebook 8 marzo QUI

Ps: oltre gli ombrelli e tutto ciò che avete di quel colore, portate in piazza una mascherina rossa!!!!

Posted in Anti-Fem/Machism, Corpi, Fem/Activism, Iniziative, Precarietà, R-esistenze.


4 Responses

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  1. Nicolò says

    Il mio prof. di Storia al liceo sosteneva, con prove, che Garibaldi era fascista; non ho mai visto le prove ma so che a Bronte lui ed il suo amico Bixio fecero fucilare dei contadini che chiedevano la terra che lavoravano quindi abbiamo poco, o molto dipende dai punti di vista, da festeggiare.
    Quanto alle lotte ritengo che la vita stessa sia una lotta quotidiana e credo che se ciascuno di noi nel suo piccolo ogni giorno faccia un piccolo sforzo di condivisione un giorno, spero non lontano almeno per vederlo anch’io, realizzeremo un mondo in cui ogni donne e uomo “vale in termini di vita e non di capitale”
    BUONA VITA A TUTTE E TUTTI!

  2. Ada says

    Lotto marzo 😉

  3. sirius says

    @Rachel
    Lo stupro viene usato come arma da guerra fin dagli albori della “civiltà”, non sono per niente meravigliato da ciò che dici, basta fare una ricerca su Google per prendere consapevolezza del fatto che tutt’oggi lo stupro viene utilizzato per abbattere psicologicamente un gruppo etnico di un territorio che si vuole occupare, spesso le si mettono incinta volutamente per fare crescere in loro il “nemico”, tanto non sono niente meno che un incubatore, un pò come il film alien vs predator dove gli alieni usano gli umani come ospiti (leggasi: incubatori) per i loro figli. Tutto ciò è orribile.

  4. Rachel says

    vorrei solo ricordare una cosa, ma una cosa piccola piccola.
    non penso che ci sia molto da festeggiare nel caso dei 150 anni dell’unità d’italia per noi donne. vorrei solo dire che quando c’è stata l’impresa di garibaldi dei mille e bla bla e quest’ultimi sono scesi al sud, cosa pensate che abbiano fatto questi gentili signori quaggiù? hanno devastato distrutto ed hanno rubato tutto quello che c’era da rubare. in più hanno anche massacrato violentato e stuprato non so quante donne. guarda caso sto leggendo un libro in cui viene citata la storia di una donna che era stata legata ad un albero e lasciata li. pronta per essere stuprata.
    è tutto.