Da una segnalazione di Rossella (grazie!) abbiamo saputo di questa storia che tentiamo di sintetizzare!
Khimki Forest è un polmone verde a nord di Mosca che viene distrutto metro per metro per vari motivi e varie speculazioni.
Un gruppo ambientalista sta realizzando da tempo una campagna in difesa di quel posto e leder di quel movimento è Yevgenia Chirikova, una donna contro la quale la repressione è diventata sempre più feroce.
A parte imputarle cose poi non dimostrate, le autorità russe hanno riservato a questa donna un trattamento diffamatorio e intimidatorio che non è tanto diverso da quello riservato a ogni altra donna che si dedica a temi pubblici.
Potremmo ricordare Pinar Selek in Turchia o le tante donne che in Italia vengono messe sotto silenzio con ricatti di vario genere.
Per costringerla a non andare avanti nella sua battaglia ovviamente la donna è stata arrestata e come se non bastasse viene diffamata e si dice di lei che avesse comportamenti “non materni” per sottrarle i figli.
In questo possiamo vedere la evidente analogia di comportamenti tra stato e uomo vendicativo.
Il primo dei metodi per minacciare e intimidire una donna è quello di toglierle i figli.
Lo fa un governo che assimila l’autoritarismo contro ogni libera espressione politica ad un moralismo circa i comportamenti che le donne dovrebbero tenere e lo fanno gli uomini separati e violenti che pur di far ritrattare le loro ex su denunce fatte per violenze e abusi si sono persino attrezzati a inventare una particolare sindrome che adopera proprio la “terapia della minaccia” per sottrarsi alle loro responsabilità.
Come vedete, i contesti patriarcali e autoritari alla fine si somigliano tutti.
Questo perchè ogni autorità, da quella patriarcale a quella statale, è uguale.
L’unica opzione che abbiamo è disertare il patriarcato e rivoltarci contro il potere per sovvertire l’esistente.
Anarcofemminismo!