Negli USA una donna su 4 vittima di coercizione riproduttiva
Quando la gravidanza diventa una forma di controllo da parte del partner
di Cristina Papa
La National Domestic Violence Hotline ha condotto la prima indagine per determinare la portata negli USA della “coercizione riproduttiva” che consiste nell’obbligare la partner ad avere gravidanze non desiderate attraverso l’uso violenza, fisica o psicologica, o attraverso il sabotaggio sistematico del metodo contraccettivo prescelto.
La coercizione riproduttiva viene definita come “minacce o atti di violenza contro la salute riproduttiva e/o riproduttiva decisionale di un/una partner.
Essa comprende sesso forzato, l’esercizio di pressioni su una donna affinché inizi una gravidanza contro la sua volontà, interferenze sull’uso di sistemi per il controllo delle nascite”.
Delle oltre 3.000 donne, tra i 13 e i 55 anni, che hanno partecipato al sondaggio, la metà era di origine caucasica, quasi un quarto erano afro-americane, e il 17% ispaniche.
Le donne che hanno riferito questa forma di abuso hanno detto che il partner o non consente loro di utilizzare contraccettivi o sabota i dispositivi prescelti, ad esempio praticando fori sui preservativi o gettando la pillola nel water.
Alcune delle donne hanno dichiarato di essere state costrette ad assumere contraccettivi di nascosto.
“Il sabotaggio del controllo delle nascite è una grave forma di controllo che porta a gravidanze indesiderate e alla diffusione di malattie sessualmente trasmesse – ha detto la Presidente del Family Violence Prevention, Fund Esta Soler, che ha aggiunto – vi è uno stereotipo culturale secondo cui le donne usano la gravidanza come un modo per intrappolare i loro partner in un rapporto non pienamente desiderato. Questo sondaggio dimostra che sono piuttosto gli uomini che si servono della gravidanza come di un modo per intrappolare o controllare le loro partner”.
“Per le vittime di violenza domestica non sempre è facile riconoscere la coercizione riproduttiva come parte del potere e del controllo che il loro partner sta esercitando su di loro.
Questa forma di abuso, che si esercita attraverso l’insistenza per avere una gravidanza nelle prime fasi del rapporto o comunque prima che la vittima si senta pronta, è spesso nascosta e per le vittime risulta spesso difficile parlarne.
Ponendo le domande giuste, aiutiamo le donne ad identificare e comprendere l’abuso e, nello stesso tempo, fornirniamo il sostegno e le risorse di cui hanno bisogno “ha dichiarato Mikisha Hooper della National Domestic Violence Hotline
Secondo il Family Violence Prevention Fund, il tasso di coercizione riproduttiva è probabilmente ancora più elevato di quanto hanno mostrato i risultati del sondaggio, perché da esso sono state esclude le donne che avevano bisogno di un intervento immediato contro le violenze domestiche.
Le conseguenze negative della coercizione per quanto riguarda la salute riproduttiva sono chiare: secondo uno studio pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine, il 40% delle donne abusate ha riferito che la gravidanza era non intenzionale contro l’8% delle donne non abusate.
Inoltre, secondo uno studio condotto presso l’Archivio dei medici di famiglia, le donne vittime di violenza hanno tre volte più probabilità di contrarre malattie sessualmente trasmissibili.
Come conseguenza di questo studio, la National Domestic Violence Hotline ha iniziato percorsi di formazione per individuare i casi di coercizione riproduttiva e sostenere coloro che ne sono vittime.
“E’ fondamentale, per le donne che stanno sperimentando questa forma di abuso, sapere che non sono sole e che è possibile ricevere un sostegno. Si può davvero sentire il cambiamento nella loro voce quando si rendono conto che qualcuno capisce quello che hanno passato”, ha dichiarato Hooper.
Articolo interessantissimo, grazie!