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Fuori lo Stato dalle escort

Leggo degli slogan portati in piazza da una folla di persone anti-berlusconi. Mi viene in mente che c’è un errore di prospettiva profonda e che bisogna invertire le frasi per trovare il vero senso di quello che sta accadendo.

Da una discussione tra alcun* di noi, sulla manifestazione del 13 febbraio, emergono comunque due questioni sulle quali si propone di riflettere:

– come sarebbe stato il discorso pubblico oggi se il 25 novembre si fosse manifestato a Milano contro i femminicidi in italia (come noi avevamo proposto)?

– perché un appello moralista e conservatore riesce a smuovere apparentemente più persone di quante se ne siano mosse per questioni ben più gravi?

Come mai il “femminismo che fu” è in grado di lanciare una manifestazione mentre il “femminismo che viene” (grazie lucha!) invece no?

Pensateci. Pensiamoci.

—>>>13 febbraio: partecipiamo con i nostri contenuti critici!

Posted in Fem/Activism, Pensatoio, R-esistenze, Scritti critici.


5 Responses

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  1. sirius says

    @Donatella
    Solo tu ti puoi rappresentare.

  2. luziferszorn says

    Il discorso sui femminicidi in Italia è da affrontarsi con gli stumenti della psicoanalisi. Renderlo pubblico va bene purché ci si renda conto che nello specchio ci vedremo riflessi fantasmi che appartengono ad ognuno di noi. Non credo esista famiglia italiana che non porti i segni di una qualche violenza esercitata su donne e/o bambini. E se ce n’è qualcuna che l’ha scampata ce ne sarà un’altra che ha visto la doppia razione. A questo punto ci si rende conto che il paese è marcio. Marcia la politica, marcia la religione, marcia la cultura. Nessuno di questi aspetti del sociale s’è preoccupato del problema psicoanalitico. Dunque occorre aprire su aspetti sconosciuti. Dogville, citato, è una gran bella metafora del processo psichico di pulizia della coscienza collettiva. Grace (Kidman) è arrogante, come le dice suo padre dal quale lei è fuggita, arrogante nel difendere i prorpi aguzzini, arrogante perché ha assunto su di sé il senso di colpa trasferitole dalla società e per tanto non vuole riconoscere il suo masochismo. Ma quel padre è una sorta di “antipadre”, una figura violenta nella realtà filmica, un giustiziere divino nella metafora filmico-teatrale; in termini psicoanalitici è il maschile di Grace che si ribella alla sua condizione storica di femminile capro. In una società risanata quel padre sarà il padre che ognuna/o di noi avrebbe desiderato avere.

  3. Claudio says

    Alla seconda domanda è facile rispondere: perché gli schiavi sono fondamentalmente moralisti e conservatori.
    Bisogna cominciare a porre un po’ meno attenzione ai padroni e molta di più agli schiavi.
    E’ lo schiavo che protegge e tramanda i codici del padrone. Difende il padrone, vuole il padrone, ama il padrone (Le Bon, Milgram, Zimbardo – ma anche Agosti – insegnano). E con lui, tutto ciò che è autorità, autoritario, autoritaristico.
    Il problema non è tanto Hitler, quanto l’impiegato di Dachau che tiene il conto dei prigionieri.
    Bisogna liberarsi del e dal vecchio sogno retorico bolscevico che voleva il popolo puro e santo. Il popolo è gendarme (per usare l’espressione di Alexandre Jacob). E’ quello descritto da Hobbes, dipinto da Gericault ne “La zattera della Medusa”, narrato da Haneke ne “Il tempo dei lupi” e da Lars Von Trier in “Dogville”.
    La lotta contro le dittature deve cominciare allo specchio.
    I peggiori nemici non sono i dirigenti, ma i diligenti.

  4. fasse says

    perdonami donatella ma a parte che non so dove abbiano preso le manganellate comunque la storia del rappresentare le donne mi suona un po’ ridicola.
    diciamo che io da donna mi sento molto strumentalizzata anche dal movimento antiberlusconiano.
    dove era questo movimento in mille altre occasioni, tutti i giorni, in cui non c’era di mezzo berlusconi e le escort?
    dove eravate quando noi scendevamo in piazza per consultori, leggi schifose contro le donne, lotta contro la violenza sulle donne e via così?
    quello che ciascuno fa nelle piazze è bello e vario ma non avviene in mio nome.
    così come non avviene in mio nome la guerra in afghanistan propagandata come fosse a salvaguardia delle donne.
    sarò in una delle tante piazze il 13 febbraio esattamente a dire queste cose.

  5. donatella. says

    Invece di polemizzare, e fare la prima della classe,
    perche non vieni anche tu, a manifestare, queste persone, hanno preso manganellate,
    per rapresentare le donne.