Perfino le donne impegnate a sentirsi offese solo quando il premier ci ricorda che i corpi delle donne sono considerati una merce si saranno rese conto che in questo periodo fioccano i femminicidi che hanno come vittime le prostitute di strada, quelle altre che prendono freddo, vengono caricate in macchina, poi portate in stanzette precarie e infine riscaricate al mittente con una minima ricompensa.
Sono quelle che in qualche modo evocano il senso di colpa dei maschi rispetto al modo in cui vivono (male) la sessualità, gli stessi che chiedono alle donne di vergognarsi al posto loro per quel desiderio che pagano disprezzando ciò che comprano, gli stessi che immaginano, come dice Virginie Despentes, di voler macchiare le donne quando esse traggono profitto dalla loro stessa stigmatizzazione. Gli stessi, infine, che pressano più degli altri, affinchè si mantenga la prostituzione nella vergogna e nell’oscurità per proteggere quanto più possibile la cellula familiare classica.
Di prostitute, in questi giorni e anche altri, abbiamo parlato molto anche per riaffermare il fatto che è assolutamente strumentale considerarle vittime o colpevoli piuttosto che persone che scelgono liberamente di soddisfare una domanda che viene dal mercato. Una domanda generata dalle censure, dalle frustrazioni, dalla sessuofobia imperante, dai veti religiosi, da mille contenuti che criminalizzano la sessualità come fosse il nemico numero uno di questo secolo, salvo quando a praticarla sono nobili e ricchi che però negano di averla vissuta.
Comunque la pensiate, in ogni caso, resta il fatto che in questi giorni il numero dei corpi di sex workers morte ammazzate è esorbitante. Tre solo negli ultimi giorni e una quarta della quale sappiamo oggi. Alcune ritrovate nude, strangolate, ferite a morte con un coltello. I corpi offesi, come vi fosse la volontà di mutilarle e oggi questa notizia di un italiano (gli assassini in questi caso vengono individuati quasi sempre tra italiani/clienti) che, secondo i quotidiani già pronti a proporlo come santo, l’ha picchiata a sangue e strangolata perchè – così viene scritto – lei avrebbe rifiutato una sua proposta d’amore.
Capite la sottigliezza? Lui voleva una relazione seria, voleva questa donna tutta per se’, voleva in poche parole l’esclusiva di quel corpo, essendosi invaghito di un servizio in vendita, di quella illusione che piace tanto agli uomini che dicono che l’unica cosa che piace fare alle donne è sedurre i maschi, la stessa illusione che dopo essere imposta diventa motivo di criminalizzazione per quelle donne che la interpretano. Essendosi invaghito di una fantasia e non di una persona. E lei, ingrata, si è permessa di rifiutare. Tu pensa che baldracca. Dunque meritava di morire nel peggiore dei modi.
Questa può essere la sintesi di quello che potrebbe passare per la testa di taluni personaggi privi di capacità intellettive ed è sicuramente la sintesi che viene evocata, con tanto di riferimenti a partire dai titoli, da chi ha descritto questa notizia nella cronaca di un quotidiano.
Quello che appare assolutamente chiaro è che l’amore di questo genere di uomini è sempre dello stesso tipo. O mia o di nessun altro. O mia o muori.
Uomini violenti che non ammettono che una donna dica di no (e perciò la ammazza o la perseguita) in condizioni socialmente diverse, figuriamoci se può accettarlo da una prostituta il cui compito prescritto parrebbe essere quello di dire di si a tutto.
Il punto è che una prostituta vende il corpo e si tiene tutto il resto. Chi è costretta a vendere il resto e pure il corpo sono le mogli, quelle che fanno tanto casa, chiesa e famiglia. Ma alla prostituta sembrerà normale prendere un pagamento per il servizio reso e poi rimandare a casa il cliente che non può essere altro che questo: un cliente.
Quello che sta succedendo, che accade da molto tempo, e con più evidenza in quest’ultimo anno, altro non è che una conseguenza della criminalizzazione che di queste donne viene fatta. Trattate da oggetti sia da chi le disprezza pubblicamente inviando servizi da istigazione al linciaggio che prontamente le puntate di lucignolo su italia uno mandano in onda e trattate da oggetti anche da quelle che dicono di volerle tutelare.
Anzi, se non dichiarano pubblicamente di essere vittime e dicono invece di aver scelto di fare quel mestiere, vengono disprezzate in maniera pubblica tanto dagli addetti al linciaggio appassionati di ronde nordiste che dalle concite de gregorio imborghesite che ci tengono a sottolineare la differenza tra le donne permale e le donne perbene.
Contribuisce allo sterminio delle prostitute la persecuzione che a loro è stata inflitta, i regolamenti pro-decoro emanati dai sindaci sceriffi che hanno costretto le prostitute a battere strade buie, più periferiche, dove è impossibile chiedere aiuto, la vittimizzazione come unica maniera per lasciare vedere la persona oltre al mestiere che fa.
Perchè ad ogni ondata di disprezzo pubblico verso persone che scelgono di fare questo mestiere, seguita da una totale disumanizzazione di quelle che vendono servizi sessuali invece che farsi molestare da un datore di lavoro a cui piace toccare i culi delle dipendenti pagate 500 euro mensili, segue sicuramente anche un numero consistente di delitti.
Cattive puttane, pericolose puttane, ancora più fetenti le puttane che dichiarano di voler fare le puttane e che non accettano di stare con l’italianuccio medio, il cliente abituale, che immagina di interpretare un film di amedeo nazzari, con tanto di colonna sonora e di sguardo della puttana redenta, ed è così che per alcuni ammazzarle diventa più semplice, perfino legittimo. Perchè il femminicidio lo costruisci con il disprezzo. Con l’istigazione all’odio. Con la costruzione di modelli culturali machisti che provocano disorientamento negli uomini che incontrano donne che non corrispondono ai ruoli che avevano immaginato per loro.
La prostituta, esattamente come la moglie, diventa il luogo sul quale riversare tutta la violenza che rientra nei meccanismi del possesso, desiderio, odio, incapacità di elaborare il rifiuto.
Sono assassini, e si muovono tutti allo stesso modo. E vengono giustificati tutti per gli stessi motivi. Perchè in questa patria di santi e di eroi fa più figo sputare sulle puttane e sulle mogli che non obbediscono ai maschi piuttosto che insegnare agli assassini a rispettare l’autonomia, la vita e le scelte delle donne.
Così vi abbiamo raccontato anche questa storia. Tirate voi le conclusioni.
Integro con alcuni appunti:
1) La violenza verso le donne prostitute è un fenomemo vastissimo, la diretta conseguenza della mancanza di diritti civili delle prostitute. L’aggressore in genere, assimila lo stigma che la “puttana” subisce e sa comunque che questo condizionerà, giustificherà, assolverà in modo o in un altro il giudizio e la violenza stessa agli occhi di molti fino in tribunale. E’ un punto importante, centrale della battaglia
http://www.micropunta.it/powertothesisters/
2) Un fatto che da la dimensione reale. Negli Stati Uniti, nel gergo interno, la polizia classifica come N.H.C.I. l’omicidio di una prostituta. N.H.C.I significa:
No Human Case Involved. Questa percezione è ovunque, anche da noi.
3) Il clima ISTERICO e strumentale che si è creato in Italia è assolutamente funzionale alla stigmatizzazione della “puttana” che alimenta ogni genere di violenza. Quelle riportate sono, di fatto, anche le relative conseguenze.
4) Nella società contemporanea non è più possibile mettere la testa sotto la sabbia, diventa una priorità capire COSA sia la prostituzione, attraverso la quale tra l’altro, è possibile evidenziare il Sistema.
POTERE ALLE SORELLE
E’ colpa dei mass-media che stanno alimentando l’odio verso le prostitute….
Una legge fatta con i piedi dopo 50 anni di becero moralismo della legge Merlin, cui papponi, maniaci, malati di corpo e di testa di ogni risma ringraziano.
E mentre come al solito l’Europa è avanti, e come giustamente dici lavorano solo coloro che scelgono liberamente di soddisfare una domanda che viene dal mercato, qui il becero moralismo che ci viene dalla presenza del Vaticano e di un governo ipocrita che gli tiene bordone, impedisce di aprire le case di tolleranza.