Condividiamo questo comunicato interessante da leggere e vi consigliamo di leggere, se non lo avete già fatto, “King Kong girl” di Virginie Despentes. Chissà che non vi ispiri qualche pensiero differente. E se proprio avete ancora del tempo a disposizione potete vedere il video delle sexyshock “Ne vittime nè colpevoli” (potete scaricarlo online QUI) giusto perchè è davvero antipatico continuare a leggere commenti che danno comunque un giudizio su queste donne. Sante o puttane, vittime, poverine o sfrontate e colpevoli. Poche dicono semplicemente che costituiscono una delle tante diversità da accettare. Buona lettura!
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Noi prostitute, sex workers, escort
Abbiamo scelto in questi giorni di non intervenire nel circo della “mediatizzazione” del lavoro della procura milanese sulle indagini che riguardano fatti di prostituzione e concussione ascrivibili a note persone della politica, del giornalismo e dell’imprenditoria dello spettacolo. Non crediamo che sia di aiuto all’accertamento della verità esagerare con il clamore ne a farne capire la gravità.
Oggi però ancora una volta siamo a constatare che le giovani donne sentite come persone informate sui fatti, coinvolte in modo diverso nell’inchiesta, sono usate ed esposte sui media con grave pregiudizio della loro reputazione. Alcune certamente ci stanno per farsi pubblicità ma altre non desiderano questo tipo di popolarità e ne sono certamente ferite e umiliate.
La loro reputazione e le loro vite non saranno più le stesse, questo in futuro potrà pregiudicare il loro lavoro ed emarginarle anche socialmente.
Il primo effetto si è già visto con lo sfratto che hanno avuto quelle che abitano a via Olgettina.
Vergognosa e senza scrupoli l’indignazione dei condomini che non esitano nel buttarle in strada ma che magari non si indignano verso chi questo sistema ingiusto e corruttore di accesso al lavoro nello spettacolo lo ha messo in piedi.
Giustamente l’On. Rosy Bindi oggi si indigna per lo sfratto dato alle ragazze in nome del decoro condominiale mentre tantissimi non si preoccupano del decoro delle istituzioni. E’ auspicabile che molti altri si indignino per come si sta insultando e degradando la reputazione delle ragazze aspiranti attrici e ballerine che certamente ogni giorno devono affrontare ricatti di ogni genere per fare carriera. Perché si insultano loro invece di condannare un sistema dove per emergere devi prostituirti? Non è spesso così anche nel giornalismo per esempio? E in quanti altri settori?
Se ci fosse più onestà intellettuale si metterebbero in discussione con maggior enfasi e responsabilità la drammatica situazione dei giovani e del lavoro.
Cosa dicono i tanti sindaci che per il decoro pubblico stanno vessando le povere prostitute di strada e i loro clienti? Come è che non sentiamo le loro voci? Questi campioni di destra e di sinistra che se ne stanno nei palazzi istituzionali e si esibiscono con le fasce tricolori non pensano che sia il caso di difendere il decoro del Paese? O si muovono solo per raccattare qualche voto e qualche soldo dai più sfigati nei propri feudi?
Concita De Gregorio e le donne del PD hanno lanciato un appello a tutte le donne italiane che si sentono offese a dire BASTA, molto suggestivo, anch’io mi sento offesa come prostituta onesta, donna e cittadina. Sarebbe davvero bello che tutte le donne di ogni classe si mobilitassero e riuscissero a costringere un politico dipinto come sàtiro alla ritirata. Si mostrerebbe al mondo che in questo Paese le donne nonostante tutto contano qualcosa. Ma il loro tentativo è stato subito fagocitato dai maschi di partito i quali lo hanno trasformato in una vastissima e generale raccolta di firme. Forse temevano che le donne da sole potessero riuscirci? Perché diciamocelo sarebbe stato un successo tutto al femminile di cui poi si sarebbe dovuto tenere conto nei futuri equilibri all’interno del partito.
Ma mi chiedo, sarebbe una vera vittoria sfrattare un governo perché il premier è scivolato sulla prostituzione quando invece ci sarebbero ragioni politiche, sociali e di democrazia, e altre ben più gravi per mandare a casa alcun di costoro.
Il lavoro sessuale per alcune migliaia di persone che scelgono liberamente è un lavoro, è inutile negarlo, confutarlo, condannare e svilire le persone che lo praticano. Serve essere onesti e ammetterlo definendone chiaramente i contorni, i diritti e i doveri, per non lasciarlo nell’illegalità e nelle mani della criminalità.
Pia Covre
Comitato per i Diritti delle Prostitute
Pordenone 21-01-11