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Se non è “fatto apposta” è una utile contingenza

di Stefania Cantatore

Il lavoro delle donne se ne va, prepotentemente, il lavoro retribuito delle donne se ne va. Per un’utile contingenza, la rete efficiente che acquista i corpi a pezzi, contrappone alla disoccupazione, alle difficoltà della sopravvivenza, un’offerta che sul mercato non poteva neanche essere nominata. La prostituzione minorile è la parte più vergognosa di quest’offerta, perché mette nella stessa rete le madri e le figlie, e perchè irride le regole che le donne hanno faticosamente “guadagnato” per preservare gli ancora troppo fragili contorni delle proprie libertà civili.

Il lavoro delle donne se ne va ed è provvidenziale per chi senza lavoro si arricchisce.

Provvidenziale per chi lucra semplicemente occultando il denaro e facendolo ricomparire al momento opportuno.

In questi giorni siamo state tristi per Marisela e Susana (testimoni del femminicidio di Ciudad Juarez in Messico), che sono state uccise per non essersi rassegnate alla morte delle loro Hijas, per non essersi rassegnate ad aspettare tempi migliori. Marisela e Susana non si sono accontentate di affermare la propria dignità e proporla esemplarmente, l’hanno posta davanti al potere. Hanno preteso di essere madri anche delle figlie illuse da un miraggio.

Dovunque viviamo, dovunque, il lavoro delle donne se ne va. Con meno rumore e da molto tempo prima della crisi “conclamata” dell’occupazione.

Il lavoro pagato delle donne se va, anche quello costruito con la creatività e l’indipendenza dal datore. Eppure le donne lavorano di più, per sostituire i servizi, per mantenersi e mantenere i propri figli o semplicemente se stesse.

L’avvelenamento della Campania e di altre regioni, enclave sversatoio, la sostituzione dei beni con oggetti velenosi che non hanno più bisogno di mani sapienti, inducono l’immobilizzazione alla produttività che le donne hanno prestato allo sviluppo, alla ricostruzione, alla cura della terra. E il fatto che le donne continuino a farlo questo lavoro ostacolato e vilipeso, non impedisce che tante si perdano e muoiano.

Nel nostro paese il potere politico traccia la strada per perdersi e morire. Anche nel nostro paese è così.

È vero lo diciamo da tanto, non ci hanno ascoltate. Ma noi stesse siamo involontariamente complici nel non essere insieme, nel non essere visibilmente insieme nel dire BASTA.

Stefania Cantatore (UDI NAPOLI)

Napoli, 19 gennaio ’11

Posted in Pensatoio, Precarietà, Scritti critici.