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Quei modelli maschili costruiti dalla comunicazione sessista

[Foto da Riotclitshave]

In Italia, così come in altri luoghi del mondo, non cambia soltanto la definizione dei modelli femminili, quindi la spinta per le donne ad assolvere a ruoli che potevano andare bene negli anni ’50 ma di sicuro non possono andare bene adesso. Cambia anche la definizione dei modelli maschili e non passa giorno che non leggiamo o vediamo in televisione la celebrazione di precisi ruoli che tutti gli uomini, con orgoglio, sono chiamati a interpretare.

Sono riferimenti culturali che imprigionano i loro corpi tanto quanto i nostri. Il patriottismo, di fronte ad una bandiera nazionale, ad un simbolo separatista o a quello che rivela la nostalgia di un passato che torna con abiti diversi e identiche connotazioni. Il militarismo, per sollecitare quelli che non si lasciano più invogliare dagli stipendi mercenari, perché in ogni guerra, guarda un po’, si muore e non ci si può sorprendere se talvolta invece che una persona in carne e ossa torna indietro una bara. L’autoritarismo, proprio di chi deve detenere un potere, predisponendo così ambiti privati e pubblici dove gli uomini avrebbero il dovere di tenere il timone, la rotta, per andare in una direzione che neppure loro conoscono.

Si torna alle finzioni, al west con le ascelle che sanno di maschio vaccaro che sputa tabacco e bacia le femmine prendendole con la forza. Si torna al modello di buffone arraffa tutto, che tocca il culo alle donne e poi viene applaudito di ritorno dalla guerra.

Sarebbe quello che per auspicio di chi dirige dovrebbe comandare con polso fermo in casa propria facendo scempio delle libertà delle donne e dei figli. Quello che sebben che sia un operaio viene comunque insignito di un titolo di merito se si piega al volere del padrone per il bene dell’economia nazionale. Quello che mette di fronte a tutto il bene superiore mentre i ricchi e corrotti fanno le feste private spendendo in una sola sera i soldi che un operaio non guadagna neanche in un anno intero.

Bisogna guardarli questi corpi di uomini strumentalizzati, ai quali viene dato in pasto un corpo di femmina cadauno, con la precisa funzione di consolarli, asciugare le fatiche dalla fronte, dargli dei figli, delle gioie intime e delle consolazioni sessuali a basso costo. Se il maschio è chiamato a fare la guerra, può forse la donna sottrarsi al ruolo di crocerossina del soldato?

E se anche le donne diventano soldatesse, immaginando di poter rappresentare un modello di emancipazione inesistente, comunque non potranno rimettere in discussione quel modello perché emanciparsi interpretando ruoli di somiglianza agli uomini, nei contesti da loro inventati, significa semplicemente aderire a quei modelli che ci hanno rese schiave. Significa essere complici. Ne più e ne meno.

Ma di uomini stiamo parlando e si potrebbe dire molto a partire da quella ossessione per la guida di auto di tutte le cilindrate, individuando così nel maschio l’acquirente coglione che si emoziona al rombo di un motore più di quanto non si emozionerebbe per la propria realizzazione personale. Anzi di più perché è in quel rombo di motore che il maschio secondo la comunicazione oramai raggiunge la propria realizzazione. Non c’è realizzazione senza l’acquisto di un bell’oggetto da esibire. Così facendo la propria realizzazione di maschio riuscito coincide con un guadagno per multinazionali che vendono ai propri operai sfruttati nelle fabbriche lo stesso prodotto della loro faticosa costruzione.

Guardate questi uomini che bevono alcoolici a tutte le ore e nelle pause inzuppano la carne in profumi di dubbia sperimentazione, che prima di arrivare al loro naso hanno ammazzato una grande quantità di cavie.

Guardate gli uomini che sfilano in televisione, che per essere ospitati dai grandi talk show televisivi devono essere rimbecilliti, un po’ calciatori e un po’ tronisti, riconoscibili dal branco, devono pronunciare precise parole d’ordine e devono diventare yesman ora di questo ora di quell’altro potente.

Vedete la retorica della quale è intrisa ogni commemorazione di militi noti e ogni operazione di grande e piccola speculazione italiana, dove le fotografie dei vigili che salvano una persona da sotto le macerie diventa oggetto di speculazione per gli appaltatori e i governanti che su quel salvataggio baseranno la loro richiesta di fiducia che gli farà guadagnare tanto denaro.

Guardate la persecuzione di uomini che non sono machisti, che non picchiano, che non sono violenti, che amano vivere relazioni diverse. Notate la cattiveria di quelli che fanno parte del branco e che trattano quegli altri come traditori perché guardando ciascuno di loro, i disertori, è più facile che si sentano peggiori. Perché lo erano. Perché lo sono. Perché sono incapaci di cambiare e crescere. Perché non hanno la più pallida idea di come sia essere qualcosa di diverso, una persona libera, originale, autonoma da schiavitù di ogni genere. Perché sono kapò per conto di una specie in via d’estinzione (quella dei maschilisti) che li strumentalizza e loro stessi diventano cattivi speculatori della carne altrui. Quella dei loro simili.

Guardate come vengono trattati i gay, quelli che sfuggono al controllo del regime riproduttivo. Che desiderano amare ed essere amati piuttosto che controllare una donna qualunque per costituire il nucleo sociale obbligatorio per legge.

Guardate l’omofobia, al pari della lesbofobia e della misoginia verso tutte le persone, gay, lesbiche, donne, uomini non allineati.

Guardate in nome degli uomini “forti” come si fa a sterminare altri uomini ritenuti inferiori perché di etnia diversa.

Perché è con la lusinga e con la celebrazione di modelli machisti che si addestrano uomini a diventare soldati di un esercito di sterminatori per conto di crudeli sfruttatori della razza umana.

Gli uomini sono carne, sono sangue, sono vita, ossigeno e favolosità. Gli uomini sono cattivi per scelta, complici per opportunismo, devastatori per adesione a modelli di sterminio.

Gli uomini sono veleno per se stessi. Sono crudeltà a pagamento. Carcerieri di chi non aderisce alle norme imposte. Sono veicolo, casa per casa, di modelli culturali devastanti per se stessi e per i loro figli.

Ma gli uomini sono anche fragili, orgogliosamente schierati dalla parte dei giusti, incapaci di uccidere, di sopportare il sangue, di infliggere costrizioni, di colonizzare popoli, terre, corpi altrui. Sono propensi alla cooperazione, con chiunque, di qualunque sesso, con una idea di equità della suddivisione dei diritti e dei sogni.

Gli uomini sono quelli come Mario, Francesco, Giulio, Luca, che li vedi svegliarsi la mattina e andare a lavorare, poi tornare a casa dopo una giornata di fatica, con la piena coscienza di chi sia il nemico e di chi invece le persone con le quali è necessario allearsi per lottare e costruire altre prospettive. Sono quelli che hanno una idea della solidarietà che non discrimina e non impone l’egoismo che ruba ad alcuni a beneficio di se stessi. Sono quelli che non ridacchiano di fronte ad una donna umiliata e non godono per gli atti di bullismo di un branco di sciacalli. Sono quelli che non si riconoscono nei modelli culturali che vengono diffusi e sono proprio loro ad essere censurati perché si diffonda la grandissima bugia che dice che gli uomini sono tutti maschilisti, machisti, violenti con donne e bambini, autoritari, sessisti, misogini, omofobi, razzisti, schierati dalla parte del padrone e guerrafondai.

E’ quella voce che tenta di farsi sentire dappertutto e che grazie al web 2.0 trova quello spazio che altrove viene censurato.

Perché si sa che per far credere che qualcuno sia difettoso e sbagliato bisogna pur convincerlo che tutti gli altri sono diversi da lui. E se sono tutti stronzi, censurare quelli che non lo sono, equivale a farli sentire sempre più soli quando invece, potrebbero perfino essere la maggioranza.

Che le donne e gli uomini che rappresentano un modello culturale differente prendano voce perché quei quattro sciagurati che fanno la voce grossa e affermano di essere la cultura dominante sappiano che il loro unico destino è quello di essere definitivamente archiviati dalla storia.

Amen!

http://www.youtube.com/watch?v=g4gteRuhJgw

Posted in Anti-Fem/Machism, Corpi, Disertori, Pensatoio, R-esistenze.


One Response

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  1. jones says

    Grazie!

    Jones