[Satiri e Ninfe. Opera di Fabio Fabbi]
L’unico potere italiano al cospetto del quale tutti si inchinano è quello della chiesa.
Se deludi migliaia di operai non conta niente perché i voti degli operai si sa che sono quelli che si piegano al ricatto e quelli che stanno a schiena dritta e dicono di no fino alla fine comunque si dice che non vinceranno. Basta ripeterlo all’infinito perché più lo ripeti e più li convinci che se non votano si perdono anche le briciole della miseria che gli resta.
Se insulti le donne nessuno si preoccupa perché vengono trattate come fossero cavalli da soma, buone da caricarle di lavori e responsabilità e buone da consumare per il piacere di certi viscidi con le mani flaccide e i denti gialli dalla vecchiaia.
Ma se turbi la morale integralista e religiosa allora tutti stanno a preoccuparsi. Perché più delle denunce, delle inchieste e delle figure di merda contano i voti che la parte religiosa porta con se.
Si traduce in voti tutto quello che viene gestito da lobby di ogni genere. Con la coscienza della lobby e le modalità da lobby.
Chi rappresenta la lobby non è portatore di coscienza critica ma di pacchetti di voti e quei pacchetti vengono assegnati a costi altissimi purchè la merda non si veda.
Teoricamente secondo i moralismi religiosi puoi fare di tutto, massacrare le donne, schiavizzarle, farle partorire per forza, tenerle sotto chiave per il “bene della famiglia”, salvo poi esporne gli organi genitali per il bene privato di un qualunque Toscani e per l’ego misogino di un qualunque Sgarbi. Puoi fare di tutto, finanche gestire il tuo privato come farebbe un qualunque dittatore arabo, con harem di femmine di qualunque età, meglio se minorenni, purchè non si sappia. Perché se lasci trapelare la cosa metti in difficoltà quei santi uomini e li costringi a pronunciarsi, a schierarsi e di sicuro non possono dire che quella abitudine orgiastica sia adeguata ad uno che in qualche modo li rappresenti.
Ed è così che orgia dopo orgia, peccato dopo peccato, la chiesa alza il prezzo e chi ci va di mezzo siamo noi. Perché, non so se ci avete fatto caso, ma da qualche anno i diritti delle donne se ne stanno andando a quel paese e i soldi dei contribuenti vanno puntualmente a ingrossare le casse del vaticano.
Le faccende che riguardano la vita privata degli uomini che dicono di avere tanto a cuore i temi del family day alla fine si traducono in vizi privati usati da chi trae giovamento da ricatti di ogni genere.
Ci guadagnano quelli che sono pagati per il silenzio e ci guadagnano quelli che oggi storcono il naso di fronte ad un branco di satiri e papponi e domani parleranno delle stesse persone come i nonnini tanto carucci ai quali poter affidare tutte le bambine, minorenni, di questo mondo.
A questa doppia morale, riferita di sicuro a fatti meno espliciti, la chiesa ci ha abituati fintanto che non è stata costretta a prendere una posizione pubblica contro tutti quelli che usavano la loro posizione di potere per avere accesso ai corpi di bambini e bambine innocenti.
Dove comincia la complicità e dove finisce il moralismo? Quel giudizio dalla doppia faccia che da un lato scuote la testa di fronte al vecchio che ha una relazione duratura con il viagra e dall’altro dirige il dito inquisitore contro la femmina di turno giudicata ancora più responsabile dei peccati imperdonabili. Perché lui appare come un vecchio solo e le donne vengono descritte come donne senza scrupoli, figlie di satana tentatrici.
Fate caso a quello che stanno scrivendo i quotidiani, anche quelli di sinistra. Come raccontano le storie, cosa dicono delle ragazze e cosa lasciano trasparire del carattere di questi uomini banali e mediocri che secondo la stampa pagano per avere quello che vogliono mentre altrove pare che ancora si debba ammazzare l’adolescente per consumare un po’ di carne giovane.
Si insiste sulla storia dell’uomo malato, dell’uomo solo, di un signore affaticato, come fosse prossimo alla morte mentre i suoi amici più cari stanno lì a soddisfare ogni suo desiderio.
Le donne invece sarebbero quelle spregiudicate, avide, che farebbero di tutto per qualche migliaio di euro. Ancora una volta pesa più il giudizio su chi vende che non su chi compra.
Come se a parlare di clientelismo riconoscessimo la colpa di chi vende un voto per un posto di lavoro piuttosto che quella di chi tiene sotto scacco popolazioni intere per poter gestire la sua arma del ricatto quando gli fa più comodo.
E’ chiaro che un capo di governo che agevola la vita di quelle che gli vendono qualcosa non può avere interesse a rendere autonoma nessuna donna in modo disinteressato. Perché se quelle donne fossero state in grado di scegliere, chissà, mi piace pensare che non avrebbero scelto lui.
E’ chiaro anche che se affidiamo la difesa delle donne a chi ci impone nuovi moralismi e ricaviamo solo un mare di censure per le nostre vite e le nostre scelte, inclusa quella di fare la sex worker senza temere alcun giudizio divino e nessuna discriminazione.
Poi c’è la questione dell’età e lì si apre un capitolo buio dell’italia. Bisogna capirsi e sapere che chi induce alla prostituzione una minorenne in italia fa la galera. È un carico penale che non può essere aggirato ed è assai superiore a qualunque altro genere di reato che riguardi aziende, bilanci, perfino presunte relazioni con la mafia.
Non sappiamo se è vero oppure no e non ci interessa ne ci riguarda. Ma il punto non è neanche questo. Il punto è, a prescindere da quello che fanno all togheter appassionatamente, ma che cavolo avranno da dirsi in queste splendide cene tre vecchi bacucchi e tante fanciulle minorenni?
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