Agnese in mailing list ci segnala questo link che illustra immagini (ne troverete varie) apparse in un servizio di Vogue.
La caratteristica comune è quella di una produzione pedopornografica soft sulla quale nessuno spenderà un centesimo per sguinzagliare i grandi sorveglianti della rete alla ricerca di quello che troverebbero nella porta accanto.
Una sfacciata erotizzazione di bambine con corpi infantili addobbati volgarmente con pellicce e gioielli, tacchi altissimi e altri accessori di pessimo gusto.
Corpi di bambine sui quali si specula tanto quanto su quelli delle adulte. Solo che, diciamocelo, questo genere di speculazione è immorale. Non c’è altro da dire.
In queste foto io ci vedo solo morte.Tristezza, sono come i bambini con gli occhi a bottone di Coraline, sottratti alla vita, dall’altra parte dello specchio – con la madre cattiva Carine Roitfeld, direttrice uscente di Vogue Paris. Non c’è dubbio che si tratti di pedopornografia, ne ha l’odore, il colore e il sapore. E’ pedopornonecrofilia. Sono come le immagini dei bordelli tailandesi.
Credo che un’azione legale collettiva da parte delle associazioni di genitori sarebbe opportuna.
Ciao, non ho ora il tempo di commentare lo statement sull’ “immoralità”, che non so bene dove porti “in sè”.
In tema segnalo un bel documentario sulle bambine modelle in Italia, “Divine”, di Chiara Brambilla, che affronta diversi aspetti – fra cui uno spaccato del mondo della promozione della moda che coopta le giovanissime e la questione delle aspettative/connivenze dei genitori – raccontando tre storie di ragazzine-modelle (e delle loro famiglie).